WebTheatre/ Il video in rete italiano non è una FlopTv

WebTheatre/ Il video in rete italiano non è una FlopTv

di Gabriele Niola - Neglette le altre piattaforme, per le platee italiane esiste solo YouTube. Vi rimbalzano i contenuti della TV, proliferano i tutorial, brilla qualche vlogstar
di Gabriele Niola - Neglette le altre piattaforme, per le platee italiane esiste solo YouTube. Vi rimbalzano i contenuti della TV, proliferano i tutorial, brilla qualche vlogstar

A quasi 8 mesi dal suo lancio Flop Tv non va benissimo. Almeno per quanto riguarda i numeri sviluppati in rete (i video del sito sono poi mandati anche su canali satellitari Fox come ad esempio FX), le produzioni Flop Tv non generano visualizzazioni impressionanti né tantomeno sono parte dell’agenda mediatica della rete. Vengono visti poco e non se ne parla, non rimbalzano nei social network, non arrivano sulle caselle di posta e non sono segnalati su Twitter. Tutte cose che invece non si possono dire delle clip televisive di Maccio Capatonda (punta di diamante di Flop Tv) i quali, vecchi o nuovi, sono continuamente rilanciati in rete. Dunque in Italia il video in rete non funziona? La produzione apposta per Internet non trova terreno fertile in un pubblico abituato ai contenuti televisivi? Non esattamente. In Italia il video in rete funziona e, come negli altri paesi, funziona sia con contenuti pensati per Internet che per contenuti provenienti dalla televisione, il punto è che in Italia chi non è su YouTube non esiste .

willwoosh Il pubblico italiano sembra ancora non sufficientemente edotto all’esistenza di alternative a YouTube e al suo tipo di interazione (e lo sa bene Beppe Grillo che con il sito di Google riesce a moltiplicare le visualizzazioni al suo blog e viceversa) quindi si disinteressa dei contenuti di Flop Tv che, sebbene godano dei lanci pubblicitari sulle reti satellitari, sono presenti solo sul sito madre e non su quello di Google, e tra un video musicale e l’altro (che rimane il tipo di contenuto in assoluto più cercato), premia le produzioni per la rete.
È il caso degli scherzi telefonici di lamentecontorta (capaci di arrivare anche ad un milione e mezzo di visualizzazioni in un anno di tempo) o del canale di willwoosh , forse l’unico esempio di vlogstar italiana, il primo in una categoria in cui gareggia praticamente da solo, un ragazzo di Roma che in meno di un anno (il primo video risale ad 8 mesi fa) ha raggiunto una discreta fama con episodi umoristici capaci adesso di schizzare a 250.000 visualizzazioni in meno di due mesi e in costante aumento di popolarità. Si tratta di numeri e tempistiche che non sono sempre raggiunti dalle equivalenti clip televisive di canali come quello della Rai.

E proprio le principali reti televisive dimostrano con il loro differente approccio a YouTube quanto esso sia determinante nella circolazione dei contenuti video in Italia.
La tv di stato è presente con un’ottima piattaforma sul proprio sito , colma di contenuti di tipologie differenti, facilmente accessibili e embeddabili, ma è anche presente su YouTube con un canale tra i più seguiti che riempie di contenuti differenti, ritagliati su misura per il pubblico della rete. Addirittura per la nuova stagione di “Un medico in famiglia” ha aperto un canale apposito che trova anche buona visibilità nell’home page del sito di videosharing. Tutto infarcito della corretta dose di pubblicità.
Al contrario Mediaset immette in rete alcuni dei suoi contenuti televisivi dal proprio sito ma in maniera incompleta e di difficile fruizione, dimenticando completamente l’esistenza di YouTube, che invece non si dimentica di lei! Le trasmissioni più popolari delle reti Mediaset (almeno presso il pubblico della rete) hanno quasi tutte un canale proprio. Ce l’ha Amici (uno dei più visti in assoluto), ce l’ha Colorado Cafè e tra le altre anche Uomini e Donne , solo che si tratta di canali non ufficiali messi in piedi da utenti. Mediaset (che a suo tempo a YouTube fece anche causa) non ha il controllo di ciò che si vede in rete e il pubblico rimedia di conseguenza imbastendo canali che godono di grandissimo successo.
L’esempio diretto è che un medesimo video come quello della pubblicità “scandalo” di Così fan tutte con Alessia Marcuzzi e il wurstel riscuote molto più successo su YouTube che sul sito ufficiale.

L’amore italiano per YouTube si vede anche in come godano di grandissimo seguito sul sito tutti i canali tutorial al femminile (che sviluppano numeri superiori ai vari canali Ferrari, SerieA o videoludici). Guidati da ClioMakeUp (vero leader) ci sono altri canali come TwixtBeTwixt o Chifadasefaper TE tutti centrati su consigli, segnalazioni o lezioni di trucco, cucina e via dicendo. Contenuti al femminile per un pubblico femminile che sono una versione immatura e embrionale delle cose più audaci e più massicce che invadono la rete di paesi che hanno più confidenza con il video in rete.
Il vero mistero rimane come mai in linea di massima nessuno di questi leader non professionisti del video italiano approfitti delle possibilità commerciali anche più semplici offerte da YouTube facendo un passaggio, anche piccolo, verso maggiori possibilità.

WILLWOOSH

CLIOMAKEUP

LAMENTECONTORTA – SCHERZO TELEFONICO BAMBINO NATALE FRANK MATANO

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

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Pubblicato il
25 set 2009
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