WebTheatre/ Mortal Kombat, ritorno da webserie

WebTheatre/ Mortal Kombat, ritorno da webserie

di G. Niola - Un prodotto televisivo, nel senso meno lusinghiero del termine. Fondata su avventure videoludiche, manca del joystick e dell'ironia necessaria per non rendersi ridicola
di G. Niola - Un prodotto televisivo, nel senso meno lusinghiero del termine. Fondata su avventure videoludiche, manca del joystick e dell'ironia necessaria per non rendersi ridicola

Una major è una major, può cambiare pelle ma non cambierà abitudini. Warner Bros. sembrava incanalata con le migliori intenzioni nel mondo della produzione per la rete quando, al pari di altri studi cinematografici suoi simili, aveva annunciato che la divisione TheWb.com si sarebbe occupata di produrre e gestire la distribuzione dei prodotti pensati per la rete. Oggi l’uscita del primo episodio di Mortal Kombat: Legacy fa però pensare tutto il contrario.

Mortal Kombat

La storia della genesi della webserie era delle più virtuose, da internet. Quasi un anno fa cominciò a girare in rete quello che all’epoca fu scambiato per il trailer ufficiale di Mortal Kombat: Rebirth , un nuovo film basato su Mortal Kombat . Si trattava in realtà di un test, un trailer per un film che non esisteva, realizzato da Kevin Tancharoen il quale, in totale indipendenza aveva girato e montato delle sequenze a forma di trailer, per dimostrare di essere in grado di girare un film su Mortal Kombat che fosse migliore di quelli che la stessa Warner (con la sua sottoetichetta New Line) aveva prodotto. Il vero obiettivo dell’operazione ovviamente era Warner stessa, la quale, interessata dalle immagini e dal movimento causato in rete dal finto trailer in questione ha contattato Tancharoen.
A gennaio di quest’anno esce un aggiornamento, un teaser per una webserie su Mortal Kombat. Warner ha infatti deciso di non farne un film ma una serie per la rete, idea nobile in sé, e anche considerando che una delle motivazioni che avevano spinto la dirigenza all’azione era stato il buzz creato online.

Peccato che oggi, all’uscita del primo episodio, sia evidente in che modo tutta l’operazione sia stata gestita e quindi dove e come andrà a parare.
Mortal Kombat: Legacy è un prodotto che ha tutto il sapore, il budget e l’inadeguatezza al grande pubblico che hanno gli straight-to-video , ovvero quelle produzioni pensate direttamente per il mercato DVD (il gradino prima del baratro dei tv-movie). Un’idea di regia finalizzata unicamente all’azione, uno stile che non ha nulla di originale e tutto di già visto, personaggi e situazioni risapute e la più totale mancanza di verve, autoironia o anche solo credibilità.

Non che caratteristiche simili non si ritrovino anche in prodotti per la rete, ma Mortal Kombat: Legacy è una serie da 9 episodi della durata di circa 10 minuti l’uno (9×10=90 minuti), cioè un film spezzettato, come del resto si intuisce anche dal finale di questa prima parte. Non c’è un tema, un’idea o uno spunto che renda questi primi 10 minuti di racconto in grado di reggersi sulle proprie gambe, né un cliffhanger che crei mistero o attesa per il seguente episodio.
Inevitabile dire che l’episodio sembra raccogliere consensi da un pubblico, quello più fanatico, che ha dato prova in passato di preferire il fomento dato dalla prospettiva di quel che può essere alla dura realtà di opere senza senso.

Solo poco tempo fa si è parlato di serie tratte da videogiochi citando esempi virtuosi, webserie coscienti del fatto che i videogiochi non sono racconti per il cinema ma racconti videoludici e che trasposti in una forma di racconto lineare e non interattivo, senza insomma il filtro del gioco, sono ridicoli e privi di qualsiasi fascino. Se tuttavia si prende coscienza di tale ridicolaggine, ci si può anche divertire e si può imbastire una storia agitando dei personaggi in maniera coerente, in certi momenti quasi emozionante.
Mortal Kombat: Legacy invece elimina quel velo di ironia e coscienza, per un approccio impensabilmente serioso, ottenendo solo una stonatura e tutti quegli stessi elementi che funzionano con il joystick in mano rimangono soli assieme al senso di ridicolo e a trame e personaggi che non stanno in piedi.
È capitato al cinema a Mario, Lara, Ken e Ryu e alla banda Mortal Kombat per ben due volte. Che ricapiti anche online quando altri esempi ci fanno intravedere un modo nuovo, diverso e sensato di fare le cose è segno che le major trattano la rete come (o peggio) dello straight-to-video .

MORTAL KOMBAT: LEGACY – TEASER

MORTAL KOMBAT: LEGACY – EPISODIO 1

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

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Pubblicato il
14 apr 2011
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