WebTheatre/ Quello che sappiamo sulla tv on demand online

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di Gabriele Niola - Il dibattito statunitense sugli incastri degli show di Jay Leno e Conan O'Brian introduce una riflessione sull'on demand in rete. In Italia si è già sperimentato col posizionamento ibrido
di Gabriele Niola - Il dibattito statunitense sugli incastri degli show di Jay Leno e Conan O'Brian introduce una riflessione sull'on demand in rete. In Italia si è già sperimentato col posizionamento ibrido

Il nuovo anno si è aperto all’insegna di una spaccatura nella televisione statunitense, dalla quale emergono curiose idee per la rete. In estrema sintesi la NBC, che aveva cambiato fascia a Jay Leno e al suo popolare show, è tornata sui suoi passi a causa del calo di ascolti e ora, per rimetterlo in seconda serata, deve far slittare i programmi di Conan ÒBrien prima e Jimmy Fallon poi, ad orari che i due non vogliono (dopo la mezzanotte), oppure, come sembra probabile oggi, sospendere il Tonight Show di Conan ÒBrien (che a quel punto se ne andrebbe). La questione della priorità di Jay Leno, dell’arroganza nel disporre degli orari di show altrui che non hanno problemi particolari e le solite intransigenze dei network hanno mobilitato l’opinione pubblica a favore, come sempre, del più danneggiato cioè ÒBrien, il quale ora (dopo aver dato dei “coglioni incompetenti” a quelli della NBC in diretta ) sembra cerchi una nuova destinazione per il suo show.

Ad interessare non sono tanto le sorti del popolare comico, che di certo non avrà problemi a trovare asilo su altre reti (già la Fox si è fatta avanti ), quanto la possibilità avanzata da Revision3 che Conan ÒBrien si butti su Internet abbandonando definitivamente la querelle sugli orari di trasmissione come una bagatella da secolo scorso. Revision3 è un network online, un sito che produce e distribuisce prodotti per Internet (per lo più spettacoli e poche webserie), la loro idea è che ÒBrien dovrebbe guardare al futuro di questa forma di intrattenimento, spostandosi online e contemporaneamente facendo da apripista per gli altri colleghi: il sito ovviamente si offre per ospitare la distribuzione dello show. Secondo Revision3 il conduttore non dovrebbe rinunciare ad un posizionamento televisivo ma solamente dare la priorità alla versione per la rete dello show, lasciando che i network lo posizionino negli orari che preferiscono, poiché nell’era del video in rete il posizionamento orario nella trasmissione televisivo non conta più nulla.
L’idea probabilmente non avrà un seguito ma è interessante, tanto che il New York Times si è occupato della possibilità con un articolo e un post di uno dei suoi blog. Non solo, dicono al NYT , il pubblico di ÒBrien è in larga parte quello giusto (cioè quello giovanile, pronto e disposto a seguire la televisione più in rete che sul tradizionale monitori in salotto) ma è anche già abituato a cercarlo, trovarlo e condividerlo online. Dunque forse sarebbero maturi i tempi per una televisione principalmente on demand e principalmente in rete.

Seguendo l’idea NewTeeVee ha anche provato a fare un calcolo orientativo di quanto frutterebbe una possibile avventura online del conduttore che, secondo Revision3, riesce a racimolare con il suo show televisivo 200 milioni di dollari l’anno.
Un posizionamento con pubblicità, prima, dopo il video e in sovrimpressione potrebbe fruttare tra i 20 e i 40 milioni di dollari annui, a seconda del fatto che lo show, che va in onda 5 giorni a settimana, possa attirare per ogni puntata un pubblico in media di 500.000 utenti o di un milione.
Non tutti nell’ambiente sono convinti che un simile passaggio sarebbe possibile. I suddetti proventi dovrebbero infatti essere utilizzati anche per mantenere alto il livello dello show pagando la medesima squadra che lavora oggi al programma, la quale conta solo tra gli autori 30 impiegati, e “centinaia di migliaia di dollari per episodio sono ottimi soldi per un qualsiasi show in rete ma non sono buoni per uno come Conan ÒBrien che in televisione raggranella 1 milione di dollari a puntata” come sostiene Mike Hudack, capo di Blip.tv .

Una volta tanto però in Italia ne sappiamo di più sulla questione. Mentre negli States si chiedono se sia possibile spostare ad altri orari un simile programma, cambiando quindi lo storico posizionamento in seconda serata che è rimasto tale per quasi 50 anni, noi abbiamo sperimentato più volte i cambi (compreso quello di rete) con il Late Show with David Letterman . Mandato in onda ad ora di pranzo come a quella di cena, passato da RaiSat Extra a SkyUno, lo show che in America è concorrente di quello di ÒBrien (e il cui format è quasi identico) ha sempre funzionato, generando numeri tali che quando la Rai ha deciso di non mandarlo più in onda Sky ha fatto carte false per aggiudicarselo.
Non si tratta certo di on demand, né è qualcosa che ha a che vedere con la rete, ma il modo in cui in Italia guardiamo questo tipo di intrattenimento che per sua natura è spezzettato in piccole sequenze e sketch ha già superato la logica dell’appuntamento e si avvicina all’on demand di Internet. Se non è Letterman sul satellite sono i suoi colleghi su YouTube, allegati a Facebook, rilanciati da Twitter o linkati da Friendfeed, il punto è sempre il medesimo. Cioè che ad oggi un posizionamento ibrido genera numeri significativi.

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Gabriele Niola
Il blog di G.N.

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Pubblicato il 21 gen 2010
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