WiMAX alla prova dei fatti

WiMAX alla prova dei fatti

Licenze assegnate, lavori in corso. E le prime offerte potrebbero arrivare entro la fine dell'anno. Sempre che il mercato italiano sia pronto per questa ennesima rivoluzione
Licenze assegnate, lavori in corso. E le prime offerte potrebbero arrivare entro la fine dell'anno. Sempre che il mercato italiano sia pronto per questa ennesima rivoluzione

In Italia c’è spazio per WiMAX. Non solo perché il paese è cronicamente vittima del digital divide, ma anche perché sono molti i servizi che potrebbero essere veicolati con questo protocollo, e che le aziende, le amministrazioni locali e persino le forze dell’ordine potrebbero sfruttare con profitto. Servizi che con GSM e UMTS non sono stati ancora varati per diverse ragioni, e a cui dunque WiMAX si sommerebbe per allargare l’offerta. Senza sovrapporsi.

Per questo i tempi per lo sbarco in forze di apparati, dispositivi e reti WiMAX potrebbero anche essere inferiori a quanto ci si attendeva. Certo, sussistono ancora delle problematiche tecniche, soprattutto legate alla penetrazione del segnale a 3.5 GHz all’interno delle strutture, ma per Ercole Rovida di Nokia Siemens Network è solo questione di tempo: “WiMAX non è ancora un prodotto consolidato, è una tecnologia che prosegue il suo iter di certificazione: in futuro tutti i problemi verranno risolti”. E i primi operatori potrebbero arrivare sul mercato anche prima di Natale 2008 .

Nokia Siemens Network sta lavorando assieme agli assegnatari delle frequenze alla realizzazione delle prime reti. Le prime zone a godere dei vantaggi della nuova tecnologia potrebbero essere proprio quelle più indietro sul piano della connettività : è su queste che gli operatori starebbero puntando ed investendo, soprattutto per riuscire a fornire alla fascia di clientela formata da professionisti, aziende e comuni, quei servizi a banda larga fino ad oggi inaccessibili.

Nonostante l’ottimismo, restano i problemi legati al costo della realizzazione di una rete a livello locale e soprattutto nazionale: un costo stimato in “alcune centinaia di milioni di euro”. Visto il prezzo raggiunto dalle licenze, non è ben chiaro se tutti gli assegnatari siano pronti a investire in modo massiccio nella realizzazione delle infrastrutture, soprattutto con altre tecnologie, come LTE, che potrebbero far aumentare le cautele . Dal numero di servizi che sarà possibile rendere disponibili sulle reti dipenderà la velocità di ritorno dell’investimento, ma il numero di questi servizi dipenderà a sua volta proprio da quanto saranno pronti a sborsare: un gatto che si morde la coda.

Per quanto attiene ai siti, si potrebbe pensare di sfruttare le stazioni radiomobile di seconda e terza generazione già presenti sul territorio, a cui aggiungere anche l’hardware WiMAX, ma probabilmente da sole non basteranno a garantire una copertura adeguata. Lo stesso dicasi per la banda necessaria a garantire i servizi, che andrà comunque garantita a ciascuna stazione: scavare per arrivare via cavo probabilmente sarebbe costoso, oltre che contraddittorio, e dunque la soluzione potrebbe essere costituita da ponti radio su frequenze in concessione , il cui costo si dovrebbe comunque sommare al totale. A questo punto potrebbe essere auspicabile il raggiungimento di accordi tra i vari operatori per fare fronte insieme alle spese, oppure l’arrivo di intese sul roaming UMTS/WiMAX che sfrutti il meglio delle due piattaforme – terminali permettendo.

“WiMAX comunque apre un enorme ventaglio di possibilità – spiega Rovida – dalla videosorveglianza all’assistenza remota, dai sistemi antifurto alla domotica”. Ci sarebbe spazio per applicazioni fino ad oggi non ancora realizzabili, anche per via della scarsa capacità delle reti UMTS di offrire abbastanza banda per veicolarle. Ed è proprio questo il punto che secondo Nokia Siemens Network farà la differenza: WiMAX è in grado di offrire maggiori capacità e si affianca alle già esistenti reti 3G o 3.5G. Investire in questa tecnologia potrebbe senz’altro risultare interessante, al fine di garantire servizi come VoIP e più in generale a banda larga.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
23 apr 2008
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