YouTube: maggiore controllo sulla disinformazione

YouTube: maggiore controllo sulla disinformazione

Oltre 80 associazioni di fact checking chiedono a YouTube più controllo su disinformazione e misinformaszione modificando le sue politiche.
YouTube: maggiore controllo sulla disinformazione
Oltre 80 associazioni di fact checking chiedono a YouTube più controllo su disinformazione e misinformaszione modificando le sue politiche.

Probabilmente agli occhi di molti potrà sembrare il contrario, ma YouTube rappresenta uno dei principali canali di disinformazione e misinformaszione online a livello mondiale e a quanto pare non sta prendendo le giuste contromisure per contrastare la diffusione di questo tipo di contenuti sulla sua piattaforma.

YouTube: modifiche alle politiche per contrastare disinformazione e misinformaszione

La cosa è stata denunciata proprio nel corso delle ultime ore in una lettera firmata da più di 80 associazioni che si occupano della diffusione della cultura dell’informazione e della verifica delle notizie, tra cui rientrano anche Full Fact nel Regno Unito e Fact Checker del Washington Post, e inviata a Susan Wojcicki, amministratore delegato di YouTube. Riportiamo di seguito in forma tradotta un estratto della missiva.

YouTube sta permettendo alla sua piattaforma di essere utilizzata come arma da parte di attori senza scrupoli per manipolare e sfruttare gli altri, e per organizzarsi e raccogliere fondi. Le misure attuali si stanno rivelando insufficienti.

La piattaforma di streaming video viene quindi esortata ad apportare quattro importanti modifiche alle sue politiche per contrastare il tutto: impegnarsi a finanziare la ricerca indipendente sulle campagne di disinformazione su YouTube; fornire i collegamenti a confutazioni all’interno dei video che distribuiscono difinformazione e misinformazione; impedire agli algoritmi di promuovere i recidivi; fare di più per affrontare la disinformazione nei video anche in altre lingue e non solo quelli in inglese.

La risposta di YouTube, però, non è tardata ad arrivare: la piattaforma ha sottolineato di avere delle precise linee guida miranti a contrastare alcuni tipi di contenuti considerati fuorvianti o ingannevoli e che già dalla fine del 2020 ha preso importanti provvedimenti al riguardo, in special modo per reprimere la disinformazione sul Covid e sulla questione vaccini e da qualche mese ha vietato totalmente questo genere di contenuti. Ciò non toglie comunque il fatto che la società resti impegnata nel cercare nuove modalità per migliorare quanto denunciato dalle associazioni.

Fonte: Mashable
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Pubblicato il
13 gen 2022
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