Dopo le discutibili dichiarazioni di Alessio Butti (Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica), sull’argomento è intervenuto il Ministro della pubblicazione amministrazione. Paolo Zangrillo ha confermato che lo SPID non verrà abolito, ma sono necessari alcuni miglioramenti. Diversi tecnici hanno inoltre evidenziato che non può essere sostituito con la Carta d’Identità Elettronica (CIE).
Perché la CIE non può sostituire lo SPID
Butti aveva dichiarato che il governo vuole spegnere gradualmente lo SPID e sostituirlo con la CIE. Il Sottosegretario ha successivamente aggiunto che lo SPID ha un costo per lo Stato e che l’obiettivo è avere un’unica identità digitale nazionale e gestita dallo Stato. Il riferimento è al fatto che lo SPID viene rilasciato da aziende private, ovvero i gestori di identità digitale (Identity Provider).
Alcuni esponenti della maggioranza aveva già chiarito che lo SPID non verrà cancellato. Il Ministro della pubblica amministrazione ha sottolineato che è un patrimonio da salvaguardare, in quanto utilizzato da oltre 33 milioni di cittadini per accedere a numerosi servizi, tra cui quelli di INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, Ministero dell’istruzione e Fascicolo Sanitario Elettronico. È necessario solo migliorare i servizi.
Diversi esperti hanno evidenziato che la CIE non può sostituire lo SPID. Per usare la CIE occorre uno smartphone con chip NFC e l’app ufficiale. In alternativa si deve acquistare un lettore da collegare al computer che prevede l’installazione software, driver e certificati di sicurezza. Inoltre, la CIE si può rompere (in alcuni casi non viene nemmeno letta dallo smartphone) e costa 16,49 euro.
Il problema maggiore è rappresentato dai tempi di attesa (diverse settimane nelle grandi città). Un altro vantaggio dello SPID è che può essere utilizzato per accedere ai servizi delle pubbliche amministrazioni europee e richiesto dai cittadini italiani all’estero.