5G, niente rialzo limiti elettromagnetici: il Governo si blocca

5G, niente rialzo limiti elettromagnetici: il Governo si blocca

Niente innalzamento dei limiti elettromagnetici per la rete 5G: il Governo italiano si ferma, complice la pressione di alcuni cittadini.
5G, niente rialzo limiti elettromagnetici: il Governo si blocca
Niente innalzamento dei limiti elettromagnetici per la rete 5G: il Governo italiano si ferma, complice la pressione di alcuni cittadini.

La rete mobile 5G continua a ricevere blocchi in tutta la penisola, nonostante i lodevoli intenti di comuni, province e anche a livello nazionale. A fine luglio l’Antitrust ha fermato il piano di espansione del 5G a Roma, temendo una errata valutazione del contesto del mercato nazionale e un mancato rispetto delle dinamiche concorrenziali. Ora, invece, è il Governo Meloni a non procedere con il rialzo dei limiti elettromagnetici, complici i lunghi anni precedenti di dibattiti e fake news su tale tecnologia. Nessuno, dunque, sembra intenzionato a prendersi la responsabilità dello sviluppo tecnologico nazionale.

Niente rialzo limiti per 5G: il Governo si blocca

Come ripreso dal Corriere Comunicazioni, la decisione sull’innalzamento dei limiti elettromagnetici è stata rinviata per il post-pausa estiva, nonostante la misura fosse già stata messa nero su bianco nella bozza del Decreto Asset. Secondo tale progetto, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge i limiti di esposizione avrebbero dovuto vedere un aumento “alla luce delle più recenti e accreditate evidenze scientifiche” e nel rispetto delle regole europee.

Bisogna notare, difatti, che la raccomandazione del Consiglio europeo 519 del 1999 applica un fattore di riduzione della potenza pari a ben 50 volte, mentre in Italia si applica un fattore di riduzione pari a 5.000. Questi limiti comportano costi aggiuntivi nella installazione, gestione e manutenzione dell’infrastruttura di rete, hanno un maggiore impatto ambientale e una maggiore densità territoriale.

5G

Mentre in Europa altri Paesi applicano limiti più alti o non li attuano nemmeno (vedi i casi di Olanda, Danimarca e Austria), l’Italia rimane assieme a Polonia, Grecia, Croazia e Slovenia tra le realtà con limitazioni ancora più restrittive. A influenzare questa decisione sono partiti e associazioni che definiscono l’attuale standard “sufficiente per digitalizzare l’Italia”, temendo ripercussioni sulla salute della popolazione. Nonostante le continue dimostrazioni da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di esperti del settore, le paure vengono ulteriormente alimentate a livello nazionale e ciò porta il Governo in una impasse, da cui sarà difficile uscire senza atti presi con fermezza.

Fonte: Corcom
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Pubblicato il
8 ago 2023
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