8 eventi chiave che hanno sconvolto il mondo tech nel 2025

8 eventi chiave che hanno sconvolto il mondo tech nel 2025

Il 2025 è stato ricco di colpi di scena, dal salvataggio di TikTok alla corsa all'AI. Otto eventi chiave che spiegano dove sta andando il settore.
8 eventi chiave che hanno sconvolto il mondo tech nel 2025
Il 2025 è stato ricco di colpi di scena, dal salvataggio di TikTok alla corsa all'AI. Otto eventi chiave che spiegano dove sta andando il settore.

Se il 2025 tech fosse un film, sarebbe uno di quei thriller dove ogni scena sembra più improbabile della precedente, eppure tutto è maledettamente reale. TikTok che muore per un giorno e risorge grazie a Trump, una startup cinese sconosciuta che manda in tilt Wall Street dimostrando che l’intelligenza artificiale si può fare senza spendere cifre astronomiche, e Mark Zuckerberg che finalmente ammette quello che tutti sapevano: il metaverso è stato un flop costosissimo.

Dodici mesi di colpi di scena che hanno ridisegnato il mondo tech, tra investimenti deliranti e ammissioni di sconfitta. Ecco gli otto momenti che raccontano dove siamo finiti e, soprattutto, dove stiamo andando.

Cosa è successo nel mondo tech nel 2025, 8 momenti chiave

1. Trump salva TikTok

L’anno si è aperto con TikTok sull’orlo del baratro. ByteDance era stata messa alle strette: o vendeva le attività americane a qualcuno di locale, o l’app spariva dagli Stati Uniti per sempre. Questione di sicurezza nazionale, dicevano. Poi è arrivato Donald Trump in modalità salvatore della patria, presentandosi come l’unico in grado di tenere in vita il social preferito dalla Gen Z.

Il risultato? TikTok è stato oscurato per esattamente un giorno, giusto il tempo di far capire quanto sarebbe stata dolorosa la sua assenza, prima di tornare online. Qualche settimana fa, TikTok ha finalmente chiuso un accordo per vendere una fetta della sua attività americana. Il 50% sarà detenuto da Oracle, Silver Lake e MGX.

2. DeepSeek: la startup cinese che ha terrorizzato Silicon Valley

Se c’è stato un momento in cui Wall Street ha avuto un mancamento collettivo, è stato quando DeepSeek ha presentato il suo modello R1. Questa startup cinese sconosciuta ai più ha rivendicato prestazioni simili ai migliori modelli di OpenAI, con un dettaglio che ha fatto tremare i polsi a Sam Altman, l’ha fatto senza usare i chip avanzatissimi di NVIDIA.

In pratica, DeepSeek ha dimostrato che si può fare intelligenza artificiale di alto livello spendendo molto meno dei colossi americani. Per gli Stati Uniti che stavano scommettendo sul bloccare l’accesso della Cina ai chip più potenti per rallentarne il progresso tecnologico, la notizia è stata devastante. Risultato: crollo in borsa, panico generale e la realizzazione che forse la corsa agli armamenti dell’AI non si vince solo spendendo miliardi in hardware.

3. Stargate: quando 5.000 miliardi sembrano una cifra normale

Appena insediatosi, Trump ha presentato insieme ai leader di OpenAI, SoftBank, NVIDIA e Oracle un progetto ambizioso: Stargate. L’obiettivo è costruire un’infrastruttura per l’intelligenza artificiale talmente mastodontica da richiedere 5.000 miliardi di dollari.

Certo, c’è chi teme che questa sia una bolla speculativa destinata a esplodere con conseguenze catastrofiche per l’economia globale, ma chi ha tempo di preoccuparsi di sciocchezze quando si possono costruire data center grandi come città?

4. NVIDIA entra nel pantheon delle aziende più preziose di sempre

A fine ottobre, NVIDIA ha raggiunto un traguardo importante: 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. La prima società nella storia a toccare quella vetta. Il motivo è semplice, le sue GPU sono il cuore pulsante di ogni modello linguistico che si rispetti. Senza chip NVIDIA, l’intelligenza artificiale come la conosciamo non esisterebbe.

L’influenza dell’azienda è tale che ormai i mercati globali scrutano i suoi bilanci trimestrali come se fossero oroscopi dell’economia mondiale. Se NVIDIA starnutisce, Wall Street prende l’influenza. È il potere che deriva dall’essere l’unico fornitore di un bene diventato improvvisamente indispensabile, come se una singola azienda controllasse tutta la produzione mondiale di elettricità.

5. Neo: il robot domestico che si può (pre)ordinare

La robotica domestica ha fatto un salto incredibile. 1X Technologies ha messo in pre-ordine Neo, un robot umanoide per la casa a 500 dollari al mese. Le consegne su larga scala non sono ancora partite, ma il fatto stesso che esista un prezzo è un punto di svolta.

Grazie all’intelligenza artificiale generativa, siamo più vicini che mai ad avere umanoidi che ci accompagnano nella vita quotidiana. Certo, 500 dollari al mese non sono esattamente una cifra accessibile, ma è comunque meno di quanto costa un appartamento in molte città. Presto potremmo trovarci nella situazione surreale di scegliere tra pagare l’affitto o avere un assistente robotico che ci fa compagnia.

6. Google riprende il comando (mentre OpenAI raccoglie le briciole)

Dopo mesi passati a inseguire OpenAI, con l’affanno di chi arriva sempre secondo, Google ha ripreso il controllo nel 2025. Il lancio di Gemini 3 ha portato un’ondata di utenti che hanno abbandonato ChatGPT, mentre i suoi generatori di immagini e video sono diventati i preferiti del pubblico.

Il vantaggio competitivo di Google? Ha i suoi chip. Controlla l’intera catena di approvvigionamento dall’inizio alla fine, mentre OpenAI deve continuamente battere cassa per raccogliere fondi e stare al passo. OpenAI ha fatto la prima mossa, ma Google ha tutte le carte in regola per durare.

7. Apple nella tempesta: addii eccellenti e ritardi imbarazzanti

L’anno di Apple è stato un terremoto organizzativo. Jeff Williams se n’è andato, l’influenza di Jony Ive è evaporata definitivamente con la partenza di altri designer chiave verso Meta, e l’azienda si trova ora a rincorrere disperatamente nel settore dell’intelligenza artificiale dove è drammaticamente in ritardo.

Tim Cook è vicino al pensionamento e il nome di John Ternus emerge come possibile successore. Chiunque prenda il comando dovrà affrontare sfide cruciali: occhiali intelligenti, smartphone pieghevoli, integrazione dell’AI. È come ereditare un impero glorioso, che però ha perso la capacità di innovare al ritmo che un tempo lo rendeva leggendario. Apple ha ancora montagne di denaro e un brand indistruttibile, ma deve ritrovare la magia che l’ha resa quella che è.

8. Meta ammette la sconfitta: il metaverso è morto

Mark Zuckerberg ha finalmente ammesso che il metaverso è stato un fallimento. Meta taglierà drasticamente le spese per una tecnologia che non ha mai incontrato il favore del pubblico, nonostante gli investimenti deliranti e la retorica sul “futuro dell’internet”.

L’azienda si è buttata a capofitto sull’intelligenza artificiale, ma fatica a trovare il ritmo giusto e soffre di tensioni interne mentre cerca di capire quale sia la prossima grande scommessa. Ora Meta punta tutto sugli occhiali smart, settore dove effettivamente è in vantaggio rispetto alla concorrenza. Dopo aver bruciato miliardi inseguendo avatar cartoon in mondi virtuali deserti, Zuckerberg ha finalmente accettato che forse le persone preferiscono la realtà aumentata a quella completamente inventata. Meglio tardi che mai.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
29 dic 2025
Link copiato negli appunti