A Facebook piace il dispiacere

A Facebook piace il dispiacere

Non è tempo per il pollice verso: l'odio veicolato dal social network sarà soffocato dall'alto, per contenere le sortite xenofobe in Germania nei confronti dei migranti. Zuckerberg pensa piuttosto ad un pulsante per esprimere comune dissenso
Non è tempo per il pollice verso: l'odio veicolato dal social network sarà soffocato dall'alto, per contenere le sortite xenofobe in Germania nei confronti dei migranti. Zuckerberg pensa piuttosto ad un pulsante per esprimere comune dissenso

Prende forma l’alternativa al Mi Piace : Facebook sta pensando di introdurre un pulsante specifico che permetta di esprimere empaticamente dispiacere rispetto ad un contenuto condiviso.

Il pollice verso, antitesi e chiusura ideale del cerchio aperto dal famigerato Mi piace del social network, è tra le funzioni più richieste dagli utenti: un completamento ideale della libertà di pensiero via click per manifestare dissenso o per catalogare un contenuto sgradito. Oppure, per come invece è stato pensato da Facebook, un modo per evitare effetti stranianti ed ambiguità derivanti dallo spolliciare notizie negative.
In questo senso basta immaginare l’effetto straniante causato dei Mi piace sotto notizie tragiche, tristi ecc: per questo diversi osservatori parlano dell’opportunità di introdurre un tasto per esprimere dispiacere, una sorta di “Mi dispiace” in senso empatico.

Zuckerberg, pur non chiudendo completamente la porta a tale possibilità, si era sempre dichiarato diffidente nei confronti di uno strumento che può essere interpretato od utilizzato come una pubblica gogna: un conto invadere una foto di Mi Piace e condivisioni, segni indiscutibili di supporto e apprezzamento, un altro dare la possibilità di sbeffeggiare o condannare con un semplice click i contenuti più disparati.

Su tale argomento, d’altra parte, Facebook si dimostra particolarmente attento e per esempio da ultimo si è impegnato a collaborare con il Ministero della giustizia tedesca per moderare i commenti razzisti e xenofobi proliferati sotto le immagini e le notizie drammatiche del viaggio dei profughi verso l’Europa, ed in particolare quelle legate ai migliaia di rifugiati approdati dalla Siria in Germania. Una soluzione calata dall’alto, che apre a diverse problematiche ed in particolare alla questione dell’ingerenza di un soggetto privato sulla libertà di pensiero, ma che è stata accolta con favore dalle autorità e da diversi osservatori soprattutto nell’ottica della lotta alle parole d’odio e dell’emergenza creata dalla congiuntura dell’attualità.

È proprio cercando un equilibrio tra le istanze degli utenti e tali paure e derive che Zuckerberg ha parlato approfittando ancora una volta, nella sessione Q&A pubblica che lo vede protagonista sulla sua pagina del social network, della possibilità di un tasto per esprimere non un vero e proprio sentimento contrario ma un più diplomatico non condivido : “Stiamo finalmente ascoltando le richieste e lavorando a tale funzione e presenteremo presto qualcosa che incontri i bisogni della community”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
16 set 2015
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