L’intelligenza artificiale sta letteralmente esplodendo. È praticamente ovunque. Ma questa rivoluzione ha un costo, soprattutto per l’ambiente. È quello che rivela uno studio allarmante del Massachusetts Institute of Technology (MIT).
L’AI ci porterà alla prossima crisi energetica? I dati allarmanti del MIT
Il primo impatto dell’intelligenza artificiale è il consumo di energia. I modelli AI, con i loro miliardi di parametri, sono dei veri e propri pozzi senza fondo. E i data center, che fanno girare i sistemi, stanno spuntando come funghi.
In Nord America, il consumo elettrico dei data center è raddoppiato in un anno. È passato da 2.688 megawatt a fine 2022 a 5.341 megawatt a fine 2023. Su scala mondiale, si parla di 460 terawatt nel 2022, cioè l’equivalente di tutto il consumo elettrico della Francia. E le cose non miglioreranno. Si prevedono 1.050 terawatt nel 2026, più del doppio.
L’AI, una minaccia per le risorse idriche
Ma l’elettricità non è l’unico problema. Per raffreddare L’hardware, i data center consumano anche acqua. Si stima che servano due litri d’acqua per ogni kilowattora di elettricità. Un vero disastro per gli ecosistemi. E anche una semplice richiesta su ChatGPT ha un costo: consumerebbe cinque volte più elettricità di una normale ricerca web. Una cifra destinata ad aumentare con la crescente complessità dei modelli AI.
Una sfida anche per la produzione di hardware
Anche la produzione dell’hardware che fa funzionare l’AI ha il suo impatto. Nel 2023, Nvidia, AMD e Intel hanno venduto 3,85 milioni di schede grafiche (GPU) ai data center, contro i 2,67 milioni del 2022. E questo è solo l’inizio. Il problema è che queste GPU sono molto più complesse da produrre rispetto alle CPU standard. Il che significa più inquinamento, più estrazione di materie prime, più prodotti tossici. In breve, un’impronta di carbonio che esplode.
L’AI ha un impatto ancora poco conosciuto
La cosa peggiore di tutto questo è che non misuriamo ancora bene tutte le conseguenze di questo boom dell’AI sull’ambiente. Come sottolinea Elsa A. Olivetti, professoressa al MIT: “Abbiamo bisogno di un metodo più contestuale per comprendere in modo sistematico ed esaustivo le implicazioni dei nuovi sviluppi in questo campo“.
In altre parole, l’intelligenza artificiale progredisce così velocemente che non siamo ancora riusciti a valutarne tutti gli impatti. Di certo se non si fa nulla, potrebbe causare la prossima catastrofe ambientale. È più che mai il momento di preoccuparsene.