Akamai è tornata con il suo celebre rapporto sullo stato di Internet , uno studio trimestrale che sfrutta il network di CDN (Content Delivery Network) della società per evidenziare il progresso della connettività a disposizione dei netizen di tutto il mondo. E si tratta, a quanto pare, di un progresso inarrestabile soprattutto in Asia.
Analizzando gli oltre “2 trilioni di interazioni su Internet” forniti dalla sua rete CDN, infatti, nel suo ultimo rapporto Akamai ha evidenziato un incremento trimestrale della velocità media di connessione a Internet dell’1,8, fino a 3,9 Megabyte. Anno su anno, si parla di una crescita del 24 per cento.
Stando così le cose, spiega Akamai, per la fine del secondo trimestre del 2014 la Internet globale dovrebbe aver facilmente superato il traguardo dei 4 Mbps. Per quanto riguarda i singoli paesi, la classifica delle 10 nazioni con la connettività media più veloce incorona ancora una volta la Corea del Sud con i suoi notevolissimi 23,6 Mbps (+8 per cento di crescita trimestrale), seguita dai 14,6 Mbps del Giappone (+12 per cento), dai 13,3 Mbps di Hong Kong e a seguire un nutrito gruppo di nazioni europee come Svizzera (12,7 Mbps e +5,8 per cento), Paesi Bassi e Repubblica Ceca.
A livello globale cresce l’adozione della banda larga con velocità superiori ai 10 Mbps, sostiene Akamai, superando per la prima volta il 20 per cento del totale per un +9,4 per cento di incremento trimestrale. Anche in questo caso la Corea del Sud è il paese con la maggior percentuale di utenza dotata di connettività broadband con il 77 per cento della popolazione connessa, per un incremento dell’8,2 per cento trimestre su trimestre e di un notevolissimo +146 per cento anno su anno.
Per la prima volta Akamai ha classificato quei paesi con connettività in grado di fornire sufficiente banda per lo streaming di contenuti in Ultra HD/4K, uno streaming che richiede una connessione minima di 15 Mbps e che al momento solo l’11 per cento dei netizen del pianeta possono permettersi. In Corea del Sud, neanche a dirlo, sono il 60 per cento degli utenti, seguiti da Giappone (31 per cento), Hong Kong (26 per cento), Svizzera (23 per cento) e via elencando.
Anche la velocità delle connessioni mobile non fa che crescere, spiega Akamai, così come il traffico digitale scambiato su dispositivi portatili – informazioni fornite da Ericsson – aumentato del 15 per cento trimestre su trimestre contro un traffico vocale sostanzialmente piatto.
Alfonso Maruccia