Al-Qaeda, il terrorismo s'infila nella darknet

Al-Qaeda, il terrorismo s'infila nella darknet

Un video doveva circolare solo tra gli alti papaveri del governo USA, ma ha finito per allarmare i terroristi che usano il web per coordinarsi. Web che ora sembra essere divenuto più difficile da scandagliare
Un video doveva circolare solo tra gli alti papaveri del governo USA, ma ha finito per allarmare i terroristi che usano il web per coordinarsi. Web che ora sembra essere divenuto più difficile da scandagliare

Rita Katz, fondatrice della società di intelligence privata SITE Institute , voleva solo fare il suo lavoro, voleva passare il link ad un video “terrorista” e altri materiali all’amministrazione Bush. Non si sarebbe certo aspettata che la segretezza richiesta nel trattare materiali di questo tipo sarebbe saltata così rapidamente che la notizia dell’individuazione online di certi contenuti sarebbe finita sui telegiornali del pomeriggio .

I risultati? Disastrosi: aver consentito alla rete terroristica di sapere che certi materiali online erano stati individuati dall’intelligence USA ha pregiudicato anni di indagine, anni di lavoro nel raffinare tecniche di intromissione telematica. Per gli autori del video e degli altri materiali maneggiati dalla Katz, la fuoriuscita delle informazioni ha rappresentato una spinta verso le darknet , reti fondate sull’anonimato, sulla circolazione di materiale senza controllo spesso inquadrato con importanti sistemi di cifratura.

Questi clamorosi eventi, l’incredibile leggerezza nel maneggiare i materiali, sono stati segnalati dal Washington Post , e ripreso poi – tra gli altri – da Wired : il mese scorso, SITE era riuscita ad individuare un nuovo video dei terroristi di Al-Qaeda presente in rete, tanto che Katz ne aveva interessato con una mail Michael Leiter (numero due del controterrorismo USA) e Fred Fielding (consulente della Casa Bianca). Nella mail, appunto, il collegamento al sito web privato che ospitava il video , con tanto di trascrizioni dall’arabo all’inglese.

L’esperta nella sua comunicazione era stata accorta nel sottolineare “la necessità della segretezza” nel maneggiare le mail, e nel chiedere esplicitamente di “non distribuire” il link poiché la cosa avrebbe potuto “danneggiare le nostre indagini”. Detto fatto: le dinamiche non sono ancora del tutto chiare, ma quel che è certo è che nei minuti successivi l’invio delle missive (alle 10 anti-meridiane del 7 settembre), computer con IP riconducibili alle agenzie governative hanno iniziato il download dal sito .

Dipartimento della Difesa, CIA, NSA… tutti hanno scaricato tutto lo scaricabile nel giro di tre ore. E, sebbene non si sappia ancora come, oltreché agli agenti federali il video e quei materiali sono finiti anche nelle mani di Fox News , che alle 3 pomeridiane ha annunciato trionfante di essere entrata in possesso del nuovo video dei terroristi islamisti , facendo riferimento diretto alle risorse web di SITE. Secondo Katz, “Questa è la conferma che il governo USA è il responsabile della diffusione di questo documento”, un’accusa indirizzata a Michael Leiter e inviata alle 5 del pomeriggio con un’altra email.

Affidabilità dell’amministrazione Bush a parte, il contraccolpo per le tecniche forensi di SITE appare pesante: la società si occupa di condurre indagini ad alto livello di riservatezza alla caccia dei terroristi nel web, sulle chat-room, nei forum , girando poi quanto scoperto ai sottoscrittori dei suoi servizi, tra cui figurano aziende private ma anche soggetti appartenenti alle agenzie militari e investigative negli USA e nel mondo.

Un’attività in piedi sin dal 2002, che gli ufficiali dell’intelligence americana definiscono ufficiosamente come “tremendamente utile” nell’aiutare a scovare le tracce dell’organizzazione terroristica sul web. Organizzazione che purtroppo ha già cominciato a prendere le sue contromosse, camuffando e rendendo inaccessibili le proprie comunicazioni ad un livello finora soltanto temuto dagli esperti.

Prova nei sia la chiusura quasi completa del network chiamato Obelisk system , sistema usato non solo per la distribuzione di video sviluppati da As-Sahab, fiancheggiatori di Al Qaeda, ma anche come una sorta di Intranet privata di controllo e smistamento di ordini e informazioni ai ranghi di livello medio-alto dell’organizzazione, rivela il New York Sun .

Sparpagliati in giro per il mondo, i siti web camuffati del sistema hanno cominciato ad andare off-line dopo la diffusione del video di Osama Bin Laden , anticipata rispetto agli stessi piani di comunicazione dei terroristi. È poi ritornato online solo Ekhlaas forum , punto di ritrovo e propaganda per Al Qaeda protetto da password, ma il resto sembra sia svanito nel nulla.

La situazione appare preoccupante, considerando che secondo gli esperti i terroristi in pratica “non esistono senza il web”. Il web serve loro per fare propaganda, diffondere i propri messaggi di odio e di guerra santa al mondo, conquistare nuovi folli al loro disegno omicida e persino gestire l’addestramento dei kamikaze da mandare al macello con il prossimo attentato. Il Sun si spinge al punto di dire che a causa della fuoriuscita di informazioni è stata davvero chiusa la finestra prima aperta su questo genere di attività .

Da Washington sono nel mentre arrivate le reazioni ufficiali, che negano la responsabilità dell’accaduto : “Accusare la community dell’intelligence di aver diffuso questo video ai media è un falso” dichiara la portavoce dell’intelligence USA Ross Feinstein. “Abbiamo le persone e i metodi appropriati” per continuare le indagini sostiene Feinstein, ed è quindi esagerato a giudizio dell’Amministrazione parlare di compromissione grave dei metodi di indagine telematica anti-terrorismo del Governo Bush. Colpa di Fox News, evidentemente.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 ott 2007
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