Il Codice della Strada in vigore dal dicembre scorso ha introdotto il cosiddetto alcolock, sistema che impedisce l’avvio del veicolo se il guidatore non supera un test dell’alito
(è la descrizione fornita dal ministero). Ora, con la firma del ministro Matteo Salvini sul decreto che ne definisce caratteristiche e modalità di installazione, il dispositivo si appresta a fare il suo debutto ufficiale.
Come funziona e per chi è obbligatorio l’alcolock
Come si può immaginare, l’obiettivo è quello di incrementare la sicurezza stradale, scoraggiando la guida in stato di ebbrezza e impedendo che chi ha bevuto possa mettersi alla guida rappresentando un rischio, per sé e per gli altri. La prima cosa da chiarire è che non sarà obbligatorio per tutti.
L’installazione è prevista per i conducenti già sanzionati per essersi messi al volante con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l. Insomma, si tratta di una misura che mira a intervenire sui recidivi. Questi potranno guidare solo veicoli conformi, ovvero con alcolock installato.
Il funzionamento è del tutto simile a quello di un etilometro. Una volta effettuata la misurazione, il dispositivo autorizza l’accensione del motore solo con livello di alcol pari a zero. Altrimenti, non ci si muove.
Le officine autorizzate e il sigillo speciale
Con il decreto odierno, il ministero fornisce linee guida precise sia alle officine autorizzate (l’elenco verrà pubblicato sul Portale dell’Automobilista) per il montaggio sia agli utenti. È previsto sia per i mezzi privati sia per quelli dedicati al trasporto di persone e merci e dovrà rispettare gli standard della normativa unionale
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In fase di installazione è applicato un sigillo speciale il cui obiettivo è prevenire qualsiasi tentativo di manomissione
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In caso di controlli su strada, il conducente dovrà esibire l’originale della dichiarazione di installazione e il certificato di taratura valido del dispositivo.
Efficacia da verificare
La volontà di aumentare la sicurezza stradale è legittima e sacrosanta, ma il voler perseguire l’obiettivo attraverso l’imposizione di un ennesimo obbligo (anche in termini di spesa) rischia di trasformare la misura in una novità accolta con ostilità.
Come si dice? Fatta la legge, trovato l’inganno. C’è chi già ne mette in dubbio l’efficacia: chi verificherà che un conducente ubriaco non faccia eseguire il test ad altri, prima di mettersi al volante? Forse non è l’approccio ideale nel momento storico in cui la mobilità ambisce a diventare smart.