Amazon e l'Uber dei pacchetti

Amazon e l'Uber dei pacchetti

In attesa dei droni per le consegne, Jeff Bezos non rinuncia a sperimentare. Amazon potrebbe ingaggiare chiunque sia disposto a diventare un pony express occasionale
In attesa dei droni per le consegne, Jeff Bezos non rinuncia a sperimentare. Amazon potrebbe ingaggiare chiunque sia disposto a diventare un pony express occasionale

Secondo indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal , Amazon sta pensando di utilizzare una flotta di fattorini amatoriali per effettuare le sue consegne a domicilio .

In attesa che si concludano le sperimentazioni dei suoi droni volanti , dunque, il negozio digitale di Jeff Bezos starebbe cercando di sfruttare la rete urbana di distribuzione e l’iniziativa di guidatori amatoriali ed utenti che vogliano arrotondare o avere sconti sugli acquisti via Amazon.

“On my Way” dovrebbe essere il nome del nuovo piano di Amazon: prevede un’app per coordinare le consegne, lo sfruttamento di una rete di negozi locali che affittano temporaneamente i loro magazzini allo store digitale e la volontà di fattorini improvvisato di mettersi in pista per rispondere alle richieste degli acquirenti di Amazon. Mancano, peraltro, dettagli circa le modalità di retribuzione degli stessi, con alcune fonti che hanno avanzato l’ipotesi di rimborsi in crediti Amazon.

In realtà si tratta ancora di semplici indiscrezioni, con Amazon che non ha commentato e gli osservatori che si accavallano a sottolineare le difficoltà che potrebbero pararsi sul percorso di Amazon, non ultima la fiducia negli incaricati della consegna, che potrebbero “semplicemente” mancare di consegnare il pacchetto conservandolo per sé.

In maniera simile, peraltro, già Uber sta cercando di sfruttare percorsi e passaggi dei propri utenti per le consegne , trasformandosi da nemesi dei tassisti in concorrente dei servizi di consegne a domicilio: nel suo caso – per il momento – il servizio di car sharing viene utilizzato per far da fattorino per esempio per il sushi e sta cercando nonostante le difficoltà finora incontrate di estendere il programma ad altri prodotti, tanto che tra i suoi partner vorrebbe includere (per il momento senza successo) Apple, Starbucks, Eat24 e GrubHub.

Claudio Tamburrino

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
17 giu 2015
Link copiato negli appunti