Amazon e il caso Christian Smalls: prima screditarlo, 'non è intelligente'

Amazon: le proteste e il caso Christian Smalls

Trapela quanto detto nell'incontro che ha visto riuniti i vertici di Amazon in cui si è discusso come gestire le proteste a livello mediatico.
Amazon: le proteste e il caso Christian Smalls
Trapela quanto detto nell'incontro che ha visto riuniti i vertici di Amazon in cui si è discusso come gestire le proteste a livello mediatico.

Sulle pagine di VICE la trascrizione di quanto detto in un incontro che ha visto riuniti i vertici di Amazon e in cui si è discusso di un piano per mettere in cattiva luce Christian Smalls, dipendente di uno dei magazzini controllati dal gruppo e promotore di un movimento di protesta che nelle ultime settimane si è fatto sentire (anche in Italia) per questioni legate all’emergenza coronavirus. Un meeting a cui, stando alla fonte, ha partecipato anche il numero uno Jeff Bezos. Queste le parole attribuite a David Zapolsky (General Counsel).

Non è intelligente né scaltro e considerando la volontà della stampa nel concentrarsi su “noi contro di lui” saremo in una posizione molto più forte in termini di pubbliche relazioni rispetto a quanto avverrebbe semplicemente spiegando per l’ennesima volta che stiamo tentando di proteggere i lavoratori.

Christian Smalls e la protesta di NY

Delle misure adottate al fine di tutelare chi è impiegato nelle strutture abbiamo scritto anche ieri, in relazione all’arrivo di mascherine chirurgiche destinate al personale e al controllo obbligatorio della temperatura prima di accedere agli impianti.

Tornando a Smalls, il dipendente è stato licenziato nella giornata di lunedì in seguito all’organizzazione di uno sciopero appoggiato da alcuni colleghi del centro di distribuzione di Staten Island (New York), battezzato JFK8. Il suo allontanamento è stato motivato in via ufficiale come giustificato dalla violazione della quarantena dopo essere entrato in contatto con un lavoratore positivo a COVID-19. Il diretto interessato ha affermato di non essere stato il solo ad aver interagito con il soggetto e che le tensioni sono montate in seguito alla sua richiesta di sanificare i locali e di una maggiore trasparenza in merito al numero di dipendenti contagiati.

Nel meeting, che ha visto la presenza anche di Dave Clark (Worldwide Operations and Customer Service) e Beth Galetti (SVP of Human Resources), i vertici di Amazon hanno discusso la strategia da attuare per mettere in cattiva luce e screditare non solo il dipendente, ma l’intera ondata di dissenso.

Dovremmo inizialmente basare la nostra risposta concentrando l’attenzione sul perché la condotta di chi ha organizzato la protesta è stata immorale, inaccettabile e presumibilmente illegale, nel dettaglio, procedendo solo in un secondo momento col parlare delle solite misure di sicurezza per i lavoratori. Rendiamolo la parte più importante della storia e se possibile il volto dell’intero movimento di protesta.

La replica di Amazon

La redazione di VICE è entrata in contatto con uno dei diretti interessati, David Zapolsky, che ha definito le proprie parole come “commenti personali ed emotivi”.

Ero frustrato e sconvolto per il fatto che un dipendente Amazon avrebbe potuto mettere in pericolo la salute e la sicurezza dei suoi colleghi tornando ripetutamente nelle strutture dopo essere stato avvisato di restare in quarantena per l’esposizione al virus di COVID-19. Ho lasciato che le mie emozioni scandissero le mie parole facendo uscire il peggio di me.

Nel filmato qui sopra l’intervento di Smalls nel notiziario CNBC in cui vengono spiegate le ragioni della contestazione.

Fonte: VICE
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Pubblicato il
3 apr 2020
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