Matthew Dillon, padre del sistema operativo DragonflyBSD , ha individuato un bug nelle CPU AMD. Dopo mesi di email scambiate con lo sviluppatore il chipmaker americano ha confermato l’esistenza del problema, che comunque si scatena in condizioni molto, molto particolari.
A quanto pare la falla hardware è legata all’unità di calcolo in virgola mobile e a quell’istruzione di ritorno (POP) che fa decrescere lo stack. Con il termine “stack” (“pila” in italiano) si intende una struttura dati che utilizza modalità d’accesso di tipo LIFO (Last In First Out), dove l’ultimo dato inserito è anche il primo ad essere prelevato. Come una pila di libri o riviste, l’ultima deposta in cima sarà la prima a essere a portata di mano.
Per riprodurre in laboratorio il particolare difetto e creare la condizione in cui la CPU aggiorna in modo errato il puntatore dello stack, i tecnici di Sunnyvale hanno dovuto seguire scrupolosamente le lunghe istruzioni fornite da Dillon e lavorare con il sistema operativo DragonFlyBSD, che è basato su Kernel FreeBSD e dedicato a macchine multiprocessore.
Per il giovane sviluppatore il sistema operativo non è comunque parte del problema: gli stessi test condotti su CPU Intel con DragonFlyBSD non hanno mandato in tilt il computer. Fino ad ora Dillon dichiara di aver riprodotto il bug su tre macchine diverse, con Opteron 6168 e Phenom II X4 820, ma il fastidioso buco potrebbe coinvolgere anche altre famiglie di processori AMD. Non si tratterebbe comunque, a giudicare da quanto si comprende fino a questo punto, di un problema generalizzato che possa riguardare la massa degli acquirenti di CPU di Sunnyvale. Resta una bella impresa per Dillon, che da solo è riuscito a scovare un difetto hardware in un microprocessore complesso come quelli moderni.
Roberto Pulito
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Ricerca e sviluppo in Germania
Commento questa notizia facendo notare la differenza che c'è tra la Germania e il nostro paese.Per arrivare a questi risultati Deutsche Telekom avrà investito parte degli utili per ricerca e sviluppo, non c'è dubbio.Domanda: Telecom Italia quanto investe per ricerca e sviluppo? E con quali risultati?Lo spread e la crisi che attanaglia il nostro paese si spiega anche con questo.Non serve tanto produrre ed essere competitivi sul mercato, quando poi non si riesce ad innovare e non si investe sulla formazione e sulla ricerca.Ci sarà un motivo per cui l'Italia è piena di cervelli in fuga, e perché chi fa ricerca in Italia guadagna la quinta parte di quello che guadagnerebbe in USA o in un paese del nord europa.FrancescoRe: Ricerca e sviluppo in Germania
Stavo per dirlo anche io, mentre i tedeschi sperimentano sistemi per raggiungere "velocità stellari", noi in italia abbiamo dei coglionazzi che ancora si chiedono "a che ci serve la banda ultra larga".E questo è un caso esemplare che spiega perché in Italia tutto va a rotoli.Pirata sanguinari oRe: Ricerca e sviluppo in Germania
Non generalizzerei troppo. Telecom Italia non ha risorse perchè è stata comprata facendo debiti e portando in garanzia Telecom stessa. Prima le risorse le aveva eccome. E ci sono altri casi di aziende depauperate da manager e proprietari che usavano le risorse finanziarie dell'azienda stessa per avventurarsi in altro (spesso con scarso sucXXXXX).Ma ci sono anche casi di eccellenza (anche in settori high tech come l'elettronica o l'aerospazio).Il problema dello spread è soprattutto legato al settore pubblico, una vera zavorra.Zucca VuotaRe: Ricerca e sviluppo in Germania
Lo spread è legato aql DEBITO pubblico, non al *settore* pubblico, per quanto ci siano diffusi casi di corruzione in quest'ultimo (ed è questa la causa principale della spesa: la corruzione).Debito che per noti motivi si è accumulato ed è cresciuto a dismisura a partire dagli anni '80, ma a cui hanno in misura determinante contribuito l'evasione fiscale ed una politica industriale DISASTROSA.La fiducia nel nostro paese, inoltre, non può non essere dipendente anche dalle prospettive che questo si pone. Nel caso in questione (Germania, Google, hi-tech in generale) è lampante fra i paesi con economie avanzate, come quelli europei, che a dominare la scena econimica ed a tenere dritta la barra, sono quelli in cui gli investimenti puntano alla qualità ed al "rilancio" del piatto delle scommesse tecnologiche.La direzione dell'Italia, per altro in continuità con quella fallimentare che negli ultimi 30 anni è stata presa, è di tutt'altro verso: la dove "i migliori" investono in tecnologie, sviluppo ed innovazione, noi restiamo appesi a logiche corporative da inizio '900 e con la peggiore disonestà scarichiamo peso e colpe di un sistema ECONOMICO degenerativo (come è quello italiano) sui lavoratori: pubblici, privati, precari, e sui pensionati.La questione è molto più grave e complessa del "settore pubblico", che invece è una risposta di una faciloneria imbarazzante.Pirata sanguinari oRe: Ricerca e sviluppo in Germania
A proposito di ricerca e sperimentazione qui in Italia, nei nostri laboratori (italiani), lo stesso obiettivo lo abbiamo raggiunto già da un paio di anni con i nostri WDM...peccato che stiano pensando di disinvestire per andare altrove...W l'ItaGLIa!MimmoRe: Ricerca e sviluppo in Germania
Mha, forse ti dimentichi che Telecom prima era pubblica. E certo e stata (s)venduta per non andare in default quell'altra volta che eravamo con le pezze al XXXX.Cmq Telecom ormai non fa altro che comprare gli apparti gia fatti dai vari produttori e redistribuire i dividendi alle bache ed assicurazioni che ne sono proprietarie.bruttoloRe: Ricerca e sviluppo in Germania
- Scritto da: Francesco> Commento questa notizia facendo notare la> differenza che c'è tra la Germania e il nostro> paese.> Per arrivare a questi risultati Deutsche Telekom> avrà investito parte degli utili per ricerca e> sviluppo, non c'è> dubbio.> Domanda: Telecom Italia quanto investe per> ricerca e sviluppo? E con quali> risultati?> > Lo spread e la crisi che attanaglia il nostro> paese si spiega anche con> questo.> Non serve tanto produrre ed essere competitivi> sul mercato, quando poi non si riesce ad innovare> e non si investe sulla formazione e sulla> ricerca.> Ci sarà un motivo per cui l'Italia è piena di> cervelli in fuga, e perché chi fa ricerca in> Italia guadagna la quinta parte di quello che> guadagnerebbe in USA o in un paese del nord> europa.Guarda che i ricercatori di tutto il mondo vanno molto spesso all'estero. Da noi non c'è un problema di fuga di cervelli, ma del fatto che non attiriamo quelli stranieri.Poi alla fine questi brevetti a cosa servono? A creare posti di lavoro? NOServono ad arricchire qualche grosso gruppo e le banche che prestano loro i soldi. I ricercatori che traggono vantaggio da ciò sono quattro gatti.Certo quei soldi aumentano il PIL che ormai è un metro di misura che non vuol dire più niente. Prendi la Cina, lì l'aumento del PIL è andato benissimo negli ultimi anni, eppure i posti di lavoro stanno lo stesso diminuendo e parliamo di un paese in cui praticamente viene fatto di tutto.Il tipo sotto poi che dice che ci sono i XXXXXXXX da noi che si chiedono a che servirà la banda larga. Ecco quando lo chiedo io mi dicono sempre:vedere film in HD, fare video conferenza, giocare online, monitorare la casa a distanza.Cioè lo stato dovrebbe investire per queste cose ludiche? Per quello ci pensano già le aziende private. La banda larga da noi c'è, ma ovviamente le aziende private non la portano dove non c'è abbastanza richiesta. Pensiamo invece a quanti posti sta facendo perdere Internet e l'automatizzazione del lavoro. Piantatela di parlare della macchina che ha sostituito il cocchiere. La rivoluzione industriale e quella portata da Internet non sono comparabili. Con l'e-commerce, la pirateria, l'automazione dei servizi delle banche e di tanti altri servizi online che sostituiscono quelle centinaia di uffici che lavorano sul territorio.Sempre per quelli che si lamentano di non avere la fibra:Poi la telecom poteva pure investire nello studio della fibra, non avrebbe voluto dire che poi avrebbe steso il cavo su tutto il territorio. Sono due cose completamente diverse. Lì i soldi li fa con i brevetti che vende nel mondo.In America si investe di più nella ricerca perché si possono brevettare più cose, specie in campo farmaceutico. Tipo la sequenza del dna di un insetto. I brevetti software e tante altre cose che credo che qui non piacciano per niente.È questo il mondo che volete? Siamo diventati schiavi del capitalismo e abbiamo perso il lume della ragione. Pensiamo che la felicità sia ipertecnolocizzare tutto fregandocene delle conseguenze.Dottor StranamoreRe: Ricerca e sviluppo in Germania
> Pensiamo invece a quanti posti sta facendo> perdere Internet e l'automatizzazione del lavoro.> Piantatela di parlare della macchina che ha> sostituito il cocchiere. La rivoluzione> industriale e quella portata da Internet non sono> comparabili. Con l'e-commerce, la pirateria,> l'automazione dei servizi delle banche e di tanti> altri servizi online che sostituiscono quelle> centinaia di uffici che lavorano sul> territorio.> e che chiedono nuove professionalità per funzionare. E' miope vedere solo il calo dei maniscalchi senza considerare l'aumento dei meccanici e degli autolavaggi.uno qualsiasiRe: Ricerca e sviluppo in Germania
- Scritto da: uno qualsiasi> > Pensiamo invece a quanti posti sta facendo> > perdere Internet e l'automatizzazione del> lavoro.> > Piantatela di parlare della macchina che ha> > sostituito il cocchiere. La rivoluzione> > industriale e quella portata da Internet non> sono> > comparabili. Con l'e-commerce, la pirateria,> > l'automazione dei servizi delle banche e di> tanti> > altri servizi online che sostituiscono quelle> > centinaia di uffici che lavorano sul> > territorio.> > > > e che chiedono nuove professionalità per> funzionare. E' miope vedere solo il calo dei> maniscalchi senza considerare l'aumento dei> meccanici e degli> autolavaggi.Certo, o del "coloratore di cani" di moda negli anni '80, peccato però che il maniscalco serviva a far star bene il costoso cavallo, mentre oggi pure i meccanici servirebbero a poco se le sostituire la macchina costa meno che farla riparare (ed infatti hanno preteso la riduzione del periodo di revisione per far aumentare un po' gli incassi) e questo se l'economia gira, se poi non gira e la gente non solo non porta la macchina dal meccanico fino a che non è a pezzi ma la sua molto meno quindi la usura meno, allora hai una catena reazione negativa su tutti quei lavori che nons ono così indidpensabili come il maniscalco a suo tempo (se il cavallo si faceva male, non è che ne importavi un altro dalla Cina su Ebay).Quindi se tutto va bene possono nascere tanti lavori "extra" sostitutivi, ma spesso sono lavori non indispensabili, che si perdono alla prima crisi e la gente smette di spendere il soldo in più.In fondo.. la rivoluzione informatica dovrebeb essere il bengodi degli ifnromatici eppure leggo nei vari siti che si lamentano pure loro, quindi figuriamoci l'operaio di 50 anni che ha fatto al III media ed ha studiato francese, quanto "lavoro nuovo" può trovare se perde quello vecchio.Ovvio che non si può e non si deve impedire l'ammodernamento (spesso sono le multinazionali a farlo) ma le soluzioni sono altre che non dire che altro lavoro si creà da seSurak 2.0Re: Ricerca e sviluppo in Germania
L'evoluzione della rete è un fatto inevitabile, se non lo facciamo noi lo faranno altri. Le tecnologie o si possiedono o si subiscono.Noi italiani, pur avendo delle eccellenze nella ricerca universitaria, è da 30 anni che mettiamo (industrialmente parlando) la testa sotto la sabbia, come gli struzzi.I risultati sono sotto gli occhi di tutti: un paese in recessione, disoccupazione dilagante, condizioni sociali sempre peggiori.La rete in fibra ottica (nonché il suo controllo) è un tema complesso, che va ben oltre alle baggianate da bottegai del video. Piaccia o non piaccia, video, informazione, comunicazione ed entertainement finiranno sulla rete, a banda ultra-larga.Gli stessi produttori di cinema e musica cesseranno di distribuire supporti materiali, affidando tutto "alla rete" e gestendo i diritti digitali con i DRM e forme similari di controllo.Magari questo non annienterà la pirateria, ma la cessazione della distribuzione materiale accompagnata dall'assunzione di un modello distributivo "massivo" (acXXXXX ai contenuti più semplice, comodo, conveniente e rivolto ad un numero ben maggiore di persone) saranno un boccone troppo ghiotto per chi saprà vedere oltre a un palmo dal proprio naso.In questo scenario, parimenti a come è accaduto con i telefonini e la gestione delle reti, se non saranno aziende/stato italiane, saranno players esteri a portare qui quei servizi. Porteranno qui la banda ultra-larga (non necessariamente con la fibra ottica), pagheranno un po' di gente per stare nei call center, e dreneranno denaro a piacimento.Lo stesso "disinteresse" per la ricerca è un'auto-condanna alla subordinazione italiana rispetto ad altri paesi: che piacciano o non piacciano (a me non piacciono) i brevetti sono il sistema che regola l'acXXXXX alle tecnologie: un'azienda italiana che debba pagare fior di quattrini ad aziende concorrenti di altri paesi, non potrà mai affermarsi a meno che non disponga di ingenti capitali (che appunto finanzino sia i brevetti che la costruzione/gestione di infrastrutture).La fibra ottica è l'autostrada della comunicazione, noi al momento viaggiamo su una mulattiera.Pirata Sanguinari oRe: Ricerca e sviluppo in Germania
- Scritto da: Francesco> Domanda: Telecom Italia quanto investe per> ricerca e sviluppo? E con quali> risultati?Giusto per tua conoscenza professionale: CSELT.> Commento questa notizia facendo notare la> differenza che c'è tra la Germania e il nostro> paese.Non è qui la differenza. E se il nome indicato sopra ti dice qualcosa, non ho bisogno di spegartelo.La differenza è che DT è stata privatizzata, con lo Stato ancora azionista di maggioranza relativa. TI invece, è stata privatizzata con la maggioranza relativa ad un "Nocciolo Duro" che si è sciolto alla prima occasione di fare cassa.La differenza è che DT non ha subito una OPA dal proprietario del suo primo minuscolo concorrente. Nel 1999 Tecnost (Colannino), proprietario di Omnitel/Infostrada ha ceduto tutto ed ha fatto una Offerta Pubblica di Acquisto facendosi prestare 61.000 miliardi di lire da diverse Banche e 37.000 miliardi da privati emettendo Obbligazioni Tecnost.E dato che TI fu privatizzata nel 1997 a 5,63 Euro/Azione e Colannino ne offriva 11,5 nel 1999, tutti, "nocciolo duro" e "piccoli azionisti" fecero cassa. Si, anche la Sciura Giulia con le sue 100 azioni che oggi si lamenta della Bolletta di Telecom.La differenza è che restiture 61.000 Miliardi di lire (più interessi) e 37.000 Miliardi di lire (più interessi) a Banche ed investitori, anche attingendo all'enorme liquidità di Telecom Italia e vendendone tutto il vendibile, non era una bazzecola.La differenza è che TI non aveva ancora finito di pagare i debiti contratti dall'Acquirente Tecnost che è stata venduta un'altra volta. Stavolta nemmeno tramite OPA: Tronchetti Provera/Benetton, hanno pagato 4,175 Euro per azioni che erano quotate 2.25 Euro (una OPA sarebbe costata molto di più). I soldi? Prestiti da Banca Intesa e UniCredit.E avanti con le cessioni: gli immobili a Pirelli RE (che li riaffitta a TI!).Nel 2007 la "svenatura" per pagare i finanziatori è tale che o i finanziatori stessi si prendono IT, o se esigessero i crediti dovrebbero chiederne il fallimento. Ovviamente avviene la prima."Telco", che controlla TI, sono da Mediobanca, Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo e Sintonia(cioè Benetton)Obiettivo? Ridurre l'indebitamento della Società. Ma dai! Chissà chi saranno i creditori...Skywalkerma la velocità stellare
è una nuova unità di misura?Ne esiste un campione al museo di Sèvres?ing76Re: ma la velocità stellare
No, è una definizione operativa.E' la quantità di informazione che si trasferisce in un secondo da Alpha Centauri alla Terra tra le 12.05 e le 12.06 del 29 febbraio 2012.SkywalkerGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 6 mar 2012Ti potrebbe interessare