Android Auto: CGUE conferma abuso di posizione dominante

Android Auto: CGUE conferma abuso di posizione dominante

La sentenza della CGUE conferma che Google ha abusato della sua posizione dominante impedendo l'interoperabilità di Enel X JuicePass con Android Auto.
Android Auto: CGUE conferma abuso di posizione dominante
La sentenza della CGUE conferma che Google ha abusato della sua posizione dominante impedendo l'interoperabilità di Enel X JuicePass con Android Auto.

La Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha stabilito l’abuso di posizione dominante da parte di Google per aver impedito l’integrazione dell’app JuicePass di Enel X in Android Auto. Solo in due circostanze eccezionali è possibile negare l’interoperabilità di terze parti. Ora la “palla” passa di nuovo al Consiglio di Stato.

Quando è possibile negare l’interoperabilità?

Enel X ha annunciato nel 2018 l’app JuicePass che consente di localizzare le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici. Alla fine dello stesso anno, Enel X ha chiesto a Google di rendere l’app compatibile con Android Auto. L’azienda di Mountain View ha risposto che non esisteva un template (modello) specifico perché erano supportate solo app di messaggistica e multimediali.

Successivamente ha giustificato il rifiuto con motivi di sicurezza. In seguito alla denuncia presentata da Enel X, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto all’azienda di Mountain View una multa di 102 milioni di euro. Il TAR del Lazio ha confermato la sanzione, mentre il Consiglio di Stato ha chiesto un parere alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, dopo il ricorso presentato da Google.

La sentenza della CGUE era stata praticamente anticipata da un’avvocata generale all’inizio di settembre 2024. La Corte afferma (PDF) che il rifiuto di garantire l’interoperabilità di una piattaforma (in tal caso Android Auto) con un’applicazione di terze parti può costituire un abuso di posizione dominante.

Solo due eccezioni giustificherebbero un rifiuto, ovvero quando l’interoperabilità non può essere garantita per ragioni tecniche o se comprometterebbe la sicurezza della piattaforma. Questi due eccezioni non si applicano ad Android Auto. Infatti Google ha aggiunto il supporto per le app di ricarica ad aprile 2021.

Un portavoce dell’azienda di Mountain View ha dichiarato:

Diamo priorità allo sviluppo delle funzionalità di cui i conducenti hanno più bisogno perché crediamo che l’innovazione debba essere guidata dalla domanda degli utenti, non dalle richieste specifiche delle aziende. Siamo delusi da questa sentenza e ora la esamineremo in dettaglio.

Considerando la sentenza della CGUE, il Consiglio di Stato dovrebbe confermare la multa inflitta dall’autorità antitrust. L’interoperabilità è un obbligo previsto dal Digital Markets Act, ma Android Auto non è un “core platform service” per il quale Google è stato designato come gatekeeper.

Fonte: TechCrunch
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Pubblicato il
25 feb 2025
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