Apple Pay, la diffidenza delle banche britanniche

Apple Pay, la diffidenza delle banche britanniche

Mentre continuano le trattative di Cupertino per esportare il suo servizio per i pagamenti elettronici, nuovi nemici si affacciano dalla costa di Albione: Apple Pay raccoglierebbe troppi dati degli utenti, e quindi troppo potere
Mentre continuano le trattative di Cupertino per esportare il suo servizio per i pagamenti elettronici, nuovi nemici si affacciano dalla costa di Albione: Apple Pay raccoglierebbe troppi dati degli utenti, e quindi troppo potere

Diverse banche britanniche stanno trattando con Apple per accogliere nel Regno Unito il servizio per i pagamenti elettronici di Cupertino Apple Pay .

Il sistema di pagamenti contactless (basato sull’uso di comunicazioni NFC) che vorrebbe relegare al passato contanti e carte di credito tradizionali dovrebbe arrivare nel Regno Unito all’inizio del 2015, ma sulla strada di Cupertino si porrebbero diversi ostacoli, nonostante il successo generale dei nuovi dispositivi con la Mela su cui ha esordito Apple Pay (dei dispositivi elettronici regalati a Natale il 51.3 è stato prodotto da Apple contro il 17,7 per cento di Samsung ed il 5,8 di Nokia).

Oltre alle resistenze dei consumatori non abituati al nuovo metodo di pagamento e alla naturale concorrenza di servizi omologhi come quelli di Google, del consorzio MCX ed Amazon, Apple Pay nel Regno Unito dovrà confrontarsi con la preoccupazione di almeno una delle banche con cui Apple è in trattativa, che starebbe cercando di rinegoziare i termini del servizio offerto.

La banca, infatti, “non è a suo agio con l’ammontare di informazioni finanziarie e personali che Apple vuole raccogliere sui suoi clienti”. Ed i suoi dirigenti temono che con quei dati Apple possa rappresentare una minaccia per il sistema bancario nazionale.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
30 dic 2014
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