Bitcoin, dalle polemiche alla spaccatura

Bitcoin, dalle polemiche alla spaccatura

Dalle ceneri della morte (presunta) di Bitcoin nascono nuovi progetti pensati per assicurare un futuro alla criptomoneta, e la community (e il business) si dividono. Un problema che potrebbe essere anche di natura legale
Dalle ceneri della morte (presunta) di Bitcoin nascono nuovi progetti pensati per assicurare un futuro alla criptomoneta, e la community (e il business) si dividono. Un problema che potrebbe essere anche di natura legale

Il mese scorso Mike Hearn ha suonato la campana a morto per Bitcoin , una tecnologia a suo dire senza futuro perché priva di margini di crescita adeguati; ora, gli effetti delle parole di Hearn si fanno sentire all’interno di una community che comincia a frammentarsi in fazioni contrapposte. Una ricetta perfetta per il fallimento, peggiorata dai potenziali guai legali in arrivo per quelli che vogliono far evolvere il progetto in un senso o nell’altro.

Gli sviluppatori di Bitcoin hanno in questi giorni proposto diverse “hard-fork” con l’obiettivo di incrementare il limite alle dimensioni dei blocchi delle transazioni finanziarie all’interno della blockchain della criptomoneta, progetti che in buona sostanza evidenziano come Hearn avesse ragione a lamentarsi del comportamento di una community che non agisce quando deve.

Bitcoin Classic e Bitcoin XT, due delle succitate hard-fork a opera di Gavin Andresen, hanno proposto un incremento nella dimensione dei blocchi rispettivamente più conservativo e più spinto rispetto ai valori di default: in entrambi i casi, i business che al momento gestiscono il marketplace di BTC non vogliono sentir parlare di fork .

Un insieme di organizzazione impegnate nel mining e nella gestione di BTC che si fa chiamare la Tavola Rotonda di Bitcoin ha infatti pubblicato una lettera aperta alla community , invitando tutti a non abbandonare la blockchain tradizionale in favore di novità rischiose. La dimensione dei blocchi va aumentata, dice l’associazione che conta per l’87 per cento della capacità di hashing del network Bitcoin, ma l’operazione dev’essere gestita nel modo più equilibrato possibile.

La situazione si è chiarita? Neanche per sogno, visto che almeno un’azienda che traffica in BTC (Bitmain) ha già annunciato di voler testare Bitcoin Classic .

Dagli esperti legali arriva poi un avvertimento: le fork di Bitcoin potrebbero essere illegali perché non registrate con le autorità finanziarie statunitensi.

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Pubblicato il
16 feb 2016
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