BlackBerry e il nuovo business dei brevetti

BlackBerry e il nuovo business dei brevetti

La corporation canadese parte all'attacco di una società a suo dire colpevole di violazione di brevetto. Il management aveva recentemente confermato di aver avviato una campagna di monetizzazione della proprietà intellettuale
La corporation canadese parte all'attacco di una società a suo dire colpevole di violazione di brevetto. Il management aveva recentemente confermato di aver avviato una campagna di monetizzazione della proprietà intellettuale

Dopo il tentativo – fin qui infruttuoso – di convertirsi alla commercializzazione di dispositivi Android , BlackBerry si è ora incamminata su una nuova strada per raggiungere lo sfuggente obiettivo di un nuovo business con prospettive future meno incerte. Il ritorno alla crescita dell’azienda canadese passa a quanto pare anche per la difesa “proattiva” del ricco portafoglio di brevetti tecnologici a disposizione della corporation.

L’azienda canadese possiede qualcosa come 38.000 titoli di proprietà intellettuali accumulati nel corso dei decenni: un primo accordo di cross-licensing era già stato stipulato con Cisco e ora la nuova azienda investita dalla strategia legale di BlackBerry si chiama Avaya Inc .

BlackBerry ha denunciato la società di telecomunicazioni specializzata nella vendita di app per iPad, sistemi di videoconferenza e telefoni da scrivania a base di tecnologia telematica, accusandola di aver violato dei brevetti registrati in un arco temporale che va dal 1998 al 2011 .

Avaya avrebbe in particolare violato due titoli per la codifica dei dati video ( 9,143,801 e 8,964,849 ), uno per la visualizzazione di messaggi ( 8,116,739 ), uno per il tracciamento dei dispositivi mobile ( 8,886,212 ), uno per la compressione e la decodifica delle comunicazioni vocali ( 8,688,439 ), uno per l’integrazione dei telefoni wireless sulle reti PBX ( 7,440,561 ), uno per la redirezione delle chiamate ( 8,554,218 ) e uno per la creazione di chiavi crittografiche ( 7,372,961 ).

L’azienda canadese sostiene di aver rivoluzionato l’industria mobile e di aver creato un gran numero di tecnologie che coprono ogni ambito del settore, un’azione innovatrice che in questi 20 anni non sarebbe stata adeguatamente riconosciuta – e quindi ricompensata – da parte dei concorrenti. Che ora dovranno pagare per lo sfruttamento non autorizzato, sempre che il giudice dia ragione all’accusa.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 12 ago 2016
Link copiato negli appunti