Per decenni, Linux è stato il sistema operativo degli smanettoni, degli idealisti della libertà software, di quelli che compilano il kernel nel tempo libero per hobby. Il pinguino Tux era un simbolo di resistenza contro il monopolio Microsoft, ma restava confinato in una nicchia che la gente normale guardava con una miscela di rispetto e incomprensione.
Poi è successo qualcosa. Microsoft ha messo fine al supporto di Windows 10 a ottobre, lasciando milioni di PC incompatibili con Windows 11 davanti a una scelta: comprare un nuovo PC, pagare per gli aggiornamenti di sicurezza estesi, oppure trovare un’alternativa.
Addio Windows 10: 1 milione scarica Zorin OS, Linux diventa popolare
I numeri parlano chiaro. Zorin OS, una distribuzione Linux progettata per sembrare familiare agli utenti Windows, ha pubblicato una nuova versione esattamente il giorno in cui Microsoft ha terminato il supporto a Windows 10. Nel giro di un solo mese, il sistema operativo è stato scaricato oltre un milione di volte.
Ma non è solo Zorin OS a festeggiare. Bazzite, una distribuzione focalizzata sul gaming, ha registrato oltre un petabyte di download della sua ISO in 30 giorni. Stiamo parlando di circa 143.000 download secondo i calcoli di Tom’s Hardware. Per una distribuzione Linux dedicata ai videogiochi, è un risultato incredibili.
Uno dei motivi storici per cui Linux non è mai decollato tra gli utenti comuni è semplice, mancavano le applicazioni. Ma nel 2025 questa obiezione è diventata molto meno valida. La maggior parte degli strumenti che usiamo ogni giorno, email, documenti, fogli di calcolo, chat, videoconferenze, editing leggero di foto e video, esiste in versione web. Google Docs, Canva, Slack, Zoom, Notion, Figma. Non serve per forza un’applicazione nativa, basta un browser decente.
Certo, ci sono ancora lavori specializzati che richiedono software specifici per Windows o Mac. Per i video editor professionali o chi lavora con software CAD industriale, Linux probabilmente non è indicato. Ma per la stragrande maggioranza delle persone, quelle che usano il computer per navigare, scrivere email, guardare Netflix e gestire documenti, Linux è diventato una scelta perfettamente sensata.
Zorin OS, in particolare, ha lavorato molto sull’usabilità. Ha un’interfaccia familiare, pulita, che non spaventa chi arriva da Windows 10. E questo conta parecchio quando si sta cercando di convincere milioni di persone a provare qualcosa di nuovo.
Il gaming su Linux è realtà
Dieci anni fa, il gaming su Linux era possibile, ma così complicato e limitato che solo i più coraggiosi (o masochisti) ci provavano. Poi è arrivato Valve con Steam Deck. La console portatile gira su una versione personalizzata di Linux chiamata SteamOS, e per farla funzionare con migliaia di giochi progettati per Windows, l’azienda ha sviluppato una tecnologia chiamata Proton. In pratica, è uno strato di compatibilità che permette ai giochi Windows di girare su Linux. E funziona sorprendentemente bene.
A ottobre, la quota di mercato di Linux su Steam ha superato per la prima volta il 3%. E a novembre ha raggiunto un nuovo record. Steam Deck ha fatto qualcosa che decenni di evangelizzazione Linux non erano riusciti a fare. H dimostrato che il gaming su Linux può funzionare bene.
E siccome Proton è open source, anche altre distribuzioni Linux ne beneficiano. Bazzite, per esempio, è costruita proprio attorno all’idea di rendere il gaming su Linux il più semplice possibile, sfruttando tutto il lavoro fatto da Valve. I download non sono arrivati per caso.
Chrome OS Flex: l’alternativa di Google
Vale la pena menzionare che Linux non è l’unica alternativa a Windows 10. Google ha lanciato Chrome OS Flex, che è essenzialmente una versione leggera di Chrome OS progettata per far rivivere PC vecchi. È ancora più minimalista di Linux, praticamente un browser con qualche funzione extra.
Per chi usa il computer solo per navigare e utilizzare app web, Chrome OS Flex può avere senso. Ma è anche molto più limitato di una distribuzione Linux completa. Si è completamente dipendenti dall’ecosistema Google.
Se Microsoft avesse continuato a supportare Windows 10 ancora per qualche anno, o se avesse reso Windows 11 compatibile con più hardware, milioni di persone non avrebbero nemmeno preso in considerazione alternative. Invece, l’azienda ha tracciato una linea netta. E Linux ne ha approfittato. Non significa che diventerà improvvisamente più popolare di Windows. Ma per la prima volta in trent’anni, non è più una scelta di nicchia riservata agli appassionati.