Brave attacca DuckDuckGo e lo fa con un meme...

Brave attacca DuckDuckGo e lo fa con un meme...

Brave prende in giro DuckDuckGo per la sua dipendenza da Bing. Ma il dibattito si complica: anche Brave ha le sue contraddizioni.
Brave attacca DuckDuckGo e lo fa con un meme...
Brave prende in giro DuckDuckGo per la sua dipendenza da Bing. Ma il dibattito si complica: anche Brave ha le sue contraddizioni.

Di fronte a Google, che domina il mercato incontrastato, diversi motori di ricerca alternativi si stanno dividendo alcune quote di mercato. Ma invece di collaborare, si prendono in giro a vicenda, e quello che è ancora peggio, in pubblico.

Brave prende in giro DuckDuckGo

Dopo aver acquisito la tecnologia di Tailcat a marzo 2021, Brave ha lanciato il suo motore di ricerca in versione beta pubblica tre mesi dopo. Per due anni, l’azienda ha utilizzato le API di Microsoft Bing per circa il 7% delle query, ma da maggio 2023, il motore si è affidato interamente alla sua tecnologia proprietaria.

Su X, il team di Brave ha sottolineato questa distinzione affermando: “La maggior parte dei cosiddetti motori di ricerca ‘indipendenti’ in realtà ottengono i loro risultati dalle big tech. Brave utilizza il proprio indice di ricerca, quindi non vedrete gli stessi risultati di tutti gli altri“. Questo tweet, accompagnato da un meme, descrive il rivale DuckDuckGo come una semplice versione di Bing.

Ma forse Brave non avrebbe dovuto farlo: alcuni utenti si sono affrettati a precisare che il browser Brave è basato sul progetto Chromium. La versione open source di Chrome è principalmente di proprietà di Google, un altro gigante tecnologico. E quindi, come la mettiamo? Per essere completamente indipendente, Brave avrebbe dovuto scrivere il proprio motore di rendering o unire le forze con Ladybird.

Brave è comunque in vantaggio

Il fatto di utilizzare un proprio motore di ricerca, dà a Brave un un vantaggio rispetto ad altri motori alternativi. Non dipende, infatti, da aziende esterne per ottenere i risultati di ricerca.

Recentemente Microsoft ha chiuso l’accesso pubblico alle API di Bing. Questo è un problema per quei motori di ricerca alternativi che usano i risultati di Bing, proprio come DuckDuckGo. Ma l’azienda è tranquilla (per ora) perché ha un accordo privato e a lungo termine con Microsoft che gli consente di continuare a usare i risultati di Bing, nonostante la chiusura delle API.

Ma c’è un “ma”. Dipendere da un accordo privato significa che DuckDuckGo è vulnerabile. Se Microsoft decidesse in futuro di modificare i termini, alzare i costi o cambiare strategia, DuckDuckGo potrebbe trovarsi in difficoltà. In pratica, Brave ha costruito un’infrastruttura autonoma, mentre DuckDuckGo è ancora legato a Microsoft. E questa differenza rende Brave più solido e indipendente sul lungo periodo.

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Pubblicato il
26 mag 2025
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