Brave avvia i test per il browser agentico

Brave avvia i test per il browser agentico

Brave ha avviato i test per la navigazione agentica con la versione preliminare del browser, adottando varie misure per garantire sicurezza e privacy.
Brave avvia i test per il browser agentico
Brave ha avviato i test per la navigazione agentica con la versione preliminare del browser, adottando varie misure per garantire sicurezza e privacy.

Brave ha annunciato l’avvio dei test per le funzionalità agentiche. Sono disponibili nella versione Nightly 1.87 del browser e ovviamente basate sull’assistente Leo. La software house, co-fondata da Brendan Eich (creatore del linguaggio JavaScript), ha descritto anche i rischi per la sicurezza e la privacy.

Approccio graduale alla navigazione agentica

Diverse aziende hanno annunciato browser agentici o funzionalità agentiche per i browser tradizionali, tra cui OpenAI (ChatGPT Atlas), Google (Chrome) e Perplexity (Comet). Permettono di eseguire azioni per conto dell’utente, ma possono rappresentare un grave pericolo per sicurezza e privacy, in quanto vulnerabili agli attacchi di prompt injection indiretti.

Brave ha quindi adottato un approccio graduale e cauto, offrendo inizialmente le funzionalità agentiche nella versione Nightly del browser (Windows, macOS e Linux) solo agli utenti che scelgono di attivarle (opt in). Le azioni automatizzate verranno ovviamente eseguite da Leo, l’assistente AI integrato in Brave.

La software house ha implementato diverse protezioni. La navigazione agentica avviene in un profilo separato da quello tradizionale, ci sono restrizioni, specifiche difese basate sul ragionamento rilevano siti pericolosi e il controllo rimane nelle mani dell’utente.

I due rischi principali sono rappresentati dalle istruzioni nascoste nei siti web (prompt injection indiretto) che potrebbero essere eseguite automaticamente dall’agente AI e l’errata interpretazione dei comandi (l’agente AI esegue azioni indesiderate). Brave ha quindi creato uno storage isolato (cookie, cache e altri dati) e usato un secondo modello AI per verificare le azioni prima dell’esecuzione da parte di Leo.

Attualmente, l’assistente può solo suggerire le azioni in base ai prompt dell’utente, quindi non le esegue senza permesso. Le azioni sono eseguite solo nella scheda in primo piano, non in background. Inoltre, l’agente AI non può accedere alle impostazioni, alle pagine delle estensioni sul Chrome Web Store e alle pagine HTTP.

Brave non monitora le attività online, non conserva i dati e non usa i dati per addestrare i modelli. La software house valuterà se offrire le funzionalità agentiche a tutti sulla base dei feedback ricevuti. All’inizio di ottobre ha superato i 100 milioni di utenti attivi mensili.

Fonte: Brave
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Pubblicato il
14 dic 2025
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