Broadband, VoIP e IPTV, l'era del Triple Play

Broadband, VoIP e IPTV, l'era del Triple Play

Non è una droga e non riguarda il basket, si tratta solo della più grande opportunità commerciale per provider, carrier e sviluppatori di contenuti; Booz Allen Hamilton ha previsto investimenti per 100 miliardi di euro
Non è una droga e non riguarda il basket, si tratta solo della più grande opportunità commerciale per provider, carrier e sviluppatori di contenuti; Booz Allen Hamilton ha previsto investimenti per 100 miliardi di euro


McLean (USA) – Gli addetti ai lavori lo chiamano “triple play” e sebbene non abbia a che fare con lo slang cestistico – canestro e fallo sul tiro – trasmette subito il senso del suo significato se applicato al mondo della comunicazione digitale. Accesso broadband, telefonia VoIP e IPTV sono il nuovo pacchetto di servizi che, secondo l’ultima indagine della Booz Allen Hamilton , renderà tutte le case finalmente “digitali” e wired. Le previsioni indicano in circa 100 miliardi di euro gli investimenti in questa direzione entro i prossimi pochi anni, con almeno 100 mila nuovi posti di lavoro creati per l’occasione da provider e operatori di telefonia. Contemporaneamente i content provider giocheranno la loro partita con altri 35 miliardi di euro. Insomma, l’Occidente sarà investito da uno tsunami di servizi e pacchetti all-in-one che stravolgeranno le modalità di fruizione di tutti i canali di informazione ed intrattenimento.

L’unico limite a questo dispiegamento di forze, sempre in base ai dati di Booz Allen Hamilton, potrebbe essere rappresentato dalla legislazione vigente: troppo rigida per confrontarsi con questo nuovo modello economico e così conservativa da poter influire sulle potenzialità di competizione dei provider. Gli analisti statunitensi hanno valutato che un mancato sostegno legislativo potrebbe ridimensionare gli investimenti del 40% e calmierare le assunzioni del 90%.

Il cambiamento è certamente in atto, tanto più che proprio la settimana scorsa France Télécom ha confermato di aver perso nel 2005 almeno 600 mila abbonati di telefonia fissa per “colpa” dei nuovi servizi “triple play” commercializzati dai provider Neuf Cegetel e Alice France . “Entro la fine dell’anno il VoIP conquisterà il 40% del traffico telefonico fisso , un guadagno importante se paragonato al 15% del 2005 e allo 0,5% del 2004″, ha confermato Michel Combes, direttore finanziario di FT.

“Entro il 2010 la televisione digitale sarà disponibile nel 60% delle abitazioni della Comunità Europea e certamente supererà il peso dei singoli servizi broadband per il Web, che raggiungeranno il 53%. Le aziende che per prime offriranno il triple play, sfruttando un unico canale di distribuzione, vinceranno certamente la scommessa”, ha dichiarato Thomas Künster, partner di Booz Allen Hamilton.

Commentando il caso di France Télécom, Künster ha sottolineato come in verità i provider di questo genere siano avvantaggiati rispetto ai competitor emergenti. Non solo hanno a disposizione un numero di abbonati enorme, ma in qualche modo grazie agli investimenti degli ultimi anni sono già pronti per il triple play. “Senza una vera competizione, agevolata dalle leggi, alla lunga gli unici degni avversari potrebbero essere gli operatori televisivi. Si stanno consolidando e sono estremamente dinamici nel mercato delle acquisizioni”, ha aggiunto Künster.

“E’ di fondamentale importanza che tutti comprendano la dinamica in atto; la Commissione Europea non dovrebbe tollerare la frammentazione degli approcci nazionali, che ovviamente favoriscono le monopoliste o ex-monopoliste. Per un mercato competitivo e lo sviluppo del settore vi è bisogno di un pronunciamento legislativo comunitario”, ha aggiunto Künster. “Una gestione pan-europea dei diritti di copyright, inoltre, permetterebbe di accendere la competizione a livello internazionale. L’Europa è chiamata ad affrontare questa nuova sfida con ottica decisamente globale. I confini si fanno sentire anche sui fatturati”, ha concluso Künster.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
26 gen 2006
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