California, terra del megacrack

California, terra del megacrack

Qualcuno ha potuto accedere ad un database riservato contenente informazioni su 1,4 milioni di cittadini americani. Dati che ora potrebbero portare a molte frodi finanziarie
Qualcuno ha potuto accedere ad un database riservato contenente informazioni su 1,4 milioni di cittadini americani. Dati che ora potrebbero portare a molte frodi finanziarie


San Francisco (USA) – Un’azione di cracking di queste dimensioni e gravità ancora non si era registrata in California, dove è emerso che un ignoto smanettone è penetrato nei sistemi dell’Università di Berkeley ed ha avuto accesso ad un database con dati su 1,4 milioni di californiani .

I dati che potrebbero essere stati copiati dagli autori dell’aggressione informatica comprendono nomi e cognomi, indirizzi di residenza, numeri di telefono, date di nascita e numeri della social security . Sono dati importanti che erano stati immessi in quel database a partire dal 2001, quando la Health and Human Services Agency californiana aveva avviato un programma per l’assistenza agli anziani: i dati sono quelli di lavoratori che ricevono un piccolo compenso per le ore di assistenza domiciliare fornita in California. Il cracking è avvenuto all’Università perché, con obbligo di riservatezza, gli studiosi dell’ateneo avevano ottenuto il permesso di lavorare su un progetto di ricerca legato a quelle informazioni. Permesso ora revocato.

Il timore delle autorità è che quanto accaduto possa compromettere non solo la privacy dei soggetti coinvolti ma soprattutto consentire a chi è ora in possesso di quei dati, di organizzare frodi finanziarie . Anche per questo la Agency californiana ha diramato una nota di avvertimento a tutti coloro che sono iscritti nel database affinché controllino con attenzione nei prossimi mesi i loro movimenti finanziari, perché attraverso il furto di identità che quelle informazioni possono consentire sono molte le “sorpresine” che potrebbero verificarsi…

In realtà l’agenzia americana non sa se di quei dati sia stata fatta copia. “Non sappiamo – hanno spiegato i responsabili – se all’informazione vi sia stato accesso oppure no. Ma dato che si tratta di dati sensibili abbiamo pensato che la cosa migliore era dirlo alle persone coinvolte affinché possano prendere misure preventive”. In realtà, una legge in California da qualche anno costringe, in casi del genere, a rendere pubblica la notizia di una intrusione informatica, una garanzia di trasparenza che rappresenta una tutela in più per i cittadini, sebbene sia per ora adottata soltanto in alcuni stati federali degli USA.

Sul megacracking californiano sta indagando naturalmente il reparto cyber dell’ FBI che ha però fin qui rifiutato di rilasciare qualsiasi commento in merito.

E sul furto di identità (vedi anche: Furto d’identità, la Ue segue gli Usa di Gerardo Costabile) proprio ieri sono stati pubblicati i risultati di uno studio che indica come il timore di fatti di questo tipo, danneggi le attività economiche e i servizi internet.

Stando a quanto rilevato dagli esperti di Greenfield Online , infatti, l’80 per cento di un campione di 2mila americani si è detto preoccupato per questo genere di eventi e almeno il 40 per cento non utilizza, per poca fiducia, servizi di base come l’internet banking .

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Pubblicato il
21 ott 2004
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