Nessuno ha dubbi, i Call Center stanno esagerando. Continue chiamate a ogni ora del giorno, operatori insistenti che vogliono propinare a tutti i costi un contratto, rischio di truffe e raggiri. Insomma, il telemarketing sta diventando sempre più selvaggio e perciò insostenibile.
Fortunatamente esistono alcune soluzioni per allentare la sua insopportabile morsa. Una di queste, dopo i filtri anti-spam per smartphone, è il Registro delle Pubbliche Opposizioni. Questo database è come un elenco che i Call Center dovrebbero consultare prima di effettuare una chiamata.
Dovrebbero perché attualmente sembra si siano dimenticati di questo, ma la colpa, in alcuni casi, è anche degli utenti. Infatti, se dal 13 aprile 2022 è entrata in vigore l’estensione anche ai numeri di telefono cellulare, il pericolo è quello di firmare il consenso al trattamento dei nostri dati dopo esserci iscritti al Registro delle Pubbliche Opposizioni.
Quando sottoscriviamo un nuovo contratto telefonico o ritiriamo una carta fedeltà al supermercato, ad esempio, potremmo, senza rendercene conto, firmare quelle opzioni che consentono ai Call Center di contattarci a scopo di marketing.
Fare questo annullerebbe quanto invece abbiamo dichiarato nel Registro delle Opposizioni. Ecco perciò perché è necessario prestare particolarmente attenzione quando ci chiedono di firmare aspetti riguardanti il consenso dei nostri dati personali.
Call Center: attenzione a non cadere nella trappola dell’ingenuità
Quindi è facile vanificare in un attimo quanto è stato fatto per dichiarare la nostra volontà a non essere contattati a scopo di telemarketing. Tra l’altro, oggi i Call Center si sono fatti furbi e riescono anche a eludere i filtri anti-spam.
Queste ultime modalità, nella maggior parte dei casi, vengono utilizzate per riuscire a contattarci lo stesso. Purtroppo però, altre volte, invece, servono a falsificare il loro numero e così spacciarsi per aziende importanti con l’obiettivo di carpire la nostra fiducia.
Un altro problema è il tracciamento dei dati che alcuni cybercriminali fanno per rubare le nostre informazioni personali e venderle a società terze per la profilazione commerciale. Così i nostri numeri di telefono, email e indirizzi si diffondono senza che lo sappiamo.
Per questo non ci sono soluzioni se non installare un buon sistema antivirus che includa anche un’ottima VPN, per la navigazione in anonimato, e la protezione da phishing e smishing. La più completa è Bitdefender che include tutto questo in un’unica soluzione, tra l’altro anche economica.
Il Registro delle Opposizioni è già fallace
Tornando al Registro Pubblico delle Opposizioni sin tratta di un sistema sì utile e interessante, ma che risulta già essere fallato in partenza. Ecco perché ADOC, associazione di difesa dei consumatori, sostiene che dovrebbe includere anche il divieto esplicito di chi è iscritto a non diffondere o cedere i dati personali a terzi, a prescindere dalle fonti utilizzate dai Call Center:
Le chiamate diventeranno illegali entro 15 giorni dall’iscrizione sul Registro, dunque le aziende di telemarketing saranno obbligate a consultare il Registro ogni 15 giorni ed escludere così i numeri da chiamare. Iscrivendosi al Registro, verranno azzerati tutti i consensi passati, dunque in futuro meglio stare molto, molto attenti a non dare nuovi consensi all’utilizzo da parte di terzi dei nostri dati sensibili.
Ma se diamo un consenso alle telefonate dopo l’iscrizione nel Registro, torniamo a essere contattabili.
Call Center: la soluzione potrebbe essere un Registro delle Inclusioni
C’è chi, invece, ha proposto come soluzione al telemarketing selvaggio dei Call Center un Registro delle Inclusioni. Roberto Rustichelli, presidente dell’AGCM, sostiene infatti che sarebbe più proficuo realizzare un database dove a iscriversi è solo chi vuole essere contattato per scopi pubblicitari.
In questo modo, le società Call Center avrebbero un elenco di utenti che possono chiamare, a cui attingere. L’idea quindi sarebbe la regola del consenso: puoi contattare solo chi te lo sta permettendo. Ecco cosa ha dichiarato Rustichelli in occasione della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla Tutela dei Consumatori e degli Utenti:
Sono di gran lunga più tutelanti per i consumatori i sistemi che prevedono una loro scelta esplicita e preventiva di un servizio (opt-in) piuttosto che un meccanismo per cui essi devono attivarsi per rifiutarlo (opt-out).