Cam e sarcasmo al rogo nell'America offline

Cam e sarcasmo al rogo nell'America offline

Uno studente protesta e chiede pari diritti per i robot. Viene arrestato, multato e rischia il carcere. Un altro con la sua cam filma dei poliziotti. Arrestato, rischia anni di carcere. Succede in Pennsylvania
Uno studente protesta e chiede pari diritti per i robot. Viene arrestato, multato e rischia il carcere. Un altro con la sua cam filma dei poliziotti. Arrestato, rischia anni di carcere. Succede in Pennsylvania

Arrivano dalla Pennsylvania, stato nord-orientale della confederazione americana situato vicino all’Oceano Atlantico due episodi di arresti facili per “telecamera oltraggiosa” e “cartello facinoroso”: nel primo, un ragazzo fermato a bordo di un furgoncino viene messo in gattabuia per aver filmato senza autorizzazione alcuni poliziotti, mentre in un campus universitario una protesta ironica contro estremisti cristiani porta l’autore dritto in prigione.

Brian D. Kelly, diciottenne appassionato di filmini amatoriali arrestato a Carlisle , non credeva di fare un soldo di danno: se ne andava in giro nel furgone guidato da un suo amico, portando con sé una telecamera che spesso usava per riprendere scene che attirassero la sua attenzione. La cam è entrata in funzione anche quando il mezzo è stato fermato dai poliziotti per accertamenti .

Il furgoncino andava troppo veloce, a detta degli agenti, e il paraurti era posizionato troppo in basso: i controlli sono durati 20 minuti, prima che al guidatore venissero infine contestate le infrazioni. Per tutto questo tempo, Kelly aveva tenuta accesa la telecamera in grembo registrando i movimenti del poliziotto. Il ragazzo ha poi confessato la sua ripresa amatoriale , ma l’agente non l’ha presa molto bene: ha intimato di spegnere la cam, cosa che Kelly ha prontamente fatto.

A questo punto sono apparsi altri “sei o sette poliziotti”, stando a quanto dichiarato dal giovane al quotidiano The Patriot-News , che gli hanno sequestrato la telecamera e lo hanno infine arrestato. Per quanto le versioni della storia differiscano – l’accusato sostiene di aver sempre avuto in bella mostra la videocamera, mentre i poliziotti hanno dichiarato che il ragazzo la teneva nascosta con una mano – Kelly ha infranto la legge che vieta intercettazioni o registrazioni intenzionali delle conversazioni orali senza espresso consenso degli interessati.

Il problema starebbe quindi nella voce catturata dalla cam, piuttosto che nelle immagini: dopo aver passato 26 ore nella prigione distrettuale di Cumberland, il diciottenne è stato scarcerato grazie all’intervento della madre, ma rischia fino a 7 anni di carcere e la registrazione permanente del “crimine” sulla suo stato civile.

Non sembra ci sia ad ogni modo la volontà di arrivare a punizioni esemplari per il giovane, anche se il Primo Assistente del Procuratore Distrettuale Jaime Keating ha ribadito come, nonostante l’incertezza del diritto sulle riprese dei poliziotti, “persone che fanno cose del genere lo fanno a proprio rischio e pericolo”.

Ma oltre a mostrare avversione per i filmini personali, la polizia della Pennsylvania ha dimostrato in un altro caso recente di ricorrere all’arresto facile anche quando… si protesta per “Pari diritti per i robot”. Il provocatorio e bizzarro cartello con quella scritta è stato mostrato dal ventiquattrenne Charles Kline, studente della Kutztown University, durante una manifestazione di protesta avvenuta nel campus dell’università.

Come lo stesso Kline racconta , l’iniziativa è stata l’estemporanea risposta alla confusione e ai toni sopra le righe instaurati nel campus dalla tirata ideologica del gruppo Life & Liberty Ministries , estremisti cristiani inneggianti all’abolizione dell’aborto, alle pene dell’inferno per alcune categorie di persone e via dicendo.

La manifestazione di L&LM non era stata preventivamente autorizzata, sostiene Kline, e la loro comparsa nel campus è stata occasione di fastidio e confusione per tutti gli studenti: da qui l’idea di sbertucciare la propaganda manichea degli estremisti con il cartello di cui sopra. Purtroppo per Kline, l’idea non è stata apprezzata dai bad boys , che lo hanno arrestato dopo pochi minuti per aver “allarmato e disturbato il pubblico”.

In questo caso per la polizia sembra aver avuto più peso lo svolgimento senza distrazioni della manifestazione propagandistica degli estremisti rispetto alla libera espressione di uno studente con in mano un cartello sarcastico e niente affatto offensivo. Il gesto di Kline gli è costato 300 dollari di multa, e sarebbe finito in prigione se non fosse stato in grado di pagare la somma. Il giudice può peraltro ancora decide di sbatterlo ugualmente dietro le sbarre.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 13 giu 2007
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