Canada e Francia, conflitto sul diritto d'autore

Canada e Francia, conflitto sul diritto d'autore

Rivista l'ordinanza che aveva bloccato 747 URL canadesi in contrasto con il diritto francese. La motivazione? La tutela del diritto d'autore ha due durate diverse
Rivista l'ordinanza che aveva bloccato 747 URL canadesi in contrasto con il diritto francese. La motivazione? La tutela del diritto d'autore ha due durate diverse

In Canada si torna di fatto ad avere un diritto d’autore valevole fino a 50 anni dalla morte dell’autore : i giudici hanno accolto l’appello degli ISP che si erano opposti al blocco di 727 URL richiesto da un editore francese e in un primo momento concesso.

Problemi erano rimbalzati dalla Francia al Canada perché Parigi prevede che le opere ricadano nel dominio pubblico dopo 70 anni dalla morte dell’autore (più una proroga per la durata delle due guerre mondiali, periodo in cui il legislatore ha valutato che gli autori non abbiano potuto sfruttare commercialmente le proprie opere): dal momento che il Quebec è francofono, attraverso la distribuzione canadese le opere francesi rischiano di arrivare prima al dominio pubblico, facendo perdere ai titolari dei diritti 20 anni di esclusiva.

È il caso, per esempio, sottoposto dalla casa editrice francese Gallimard, che aveva chiesto al contenitore di testi Wikisource di rimuovere alcune opere in francese. Il problema era che, attraverso il portale Wikisource in francese, tali testi erano anche messi a disposizione dei cittadini francesi, e per il diritto della proprietà intellettuale della Francia ricadevano dunque ancora nella protezione e nell’esclusiva accordata con il diritto d’autore.

Non era da poco quello che chiedeva Gallimard a Wikimedia Foundation, organizzazione internazionale non profit con sede negli Stati Uniti: rispettare la normativa sul diritto d’autore vigente in Francia e imporla anche a tutti gli i paesi francofoni. Eppure Wikisource aveva ottemperato alle richieste di rimozione.

Nel frattempo Gallimard aveva chiesto all’ISP canadese iWeb di adottare misure per bloccare siti come Wikilivres, contenenti sue opere in Francia ancora coperte da diritto d’autore.
L’11 marzo 2010 l’editore ha quindi ottenuto un’ordinanza (presa senza alcun contraddittorio) con l’obbligo per gli ISP di bloccare 727 URL: una misura adottata dall’autorità senza un procedimento legale vero e proprio ma solo sulla base della necessità di intervenire tempestivamente per evitare un eventuale pregiudizio ai danni dell’editore .

Contro la decisione si erano appellati gli ISP, sia perché non vi era stato il contraddittorio, sia perché la definivano una misura sproporzionata e non motivata se non da un interesse particolare e puramente commerciale di un singolo soggetto .

L’appello ha spinto il giudice a comprendere le loro ragioni: il rischio di veder compromessi i diritti di Gallimard non giustificava, dice adesso, l’assenza del contraddittorio, né un blocco generalizzato degli indirizzi.

Ora, dunque, la diffusione delle opere francesi attraverso siti canadesi come Les Classiques des Sciences Sociales o Wikilivres.info torna ad essere pienamente legale. E il diritto d’autore canadese a finire per tutti a 50 anni dalla morte dell’autore.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 8 lug 2011
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