C'era una volta Microsoft

C'era una volta Microsoft

Il fondatore di BigM ricorda gli albori della sua azienda e il mondo di allora. Gli attori sono gli stessi ma oggi il copione è cambiato
Il fondatore di BigM ricorda gli albori della sua azienda e il mondo di allora. Gli attori sono gli stessi ma oggi il copione è cambiato

Chissà che qualche lacrima non abbia solcato il viso di Bill Gates mentre scrivendo su Gizmodo ricordava gli albori di Microsoft : era il 1979 e quello di Redmond non era il colosso di oggi. Non era neanche a Redmond, ad essere precisi: i 13 dipendenti lavoravano nei pressi di Bellevue, a qualche chilometro di distanza dall’odierna sede di BigM.

Il gruppo di Albuquerque, 1978

Non sarebbe passato molto e i dipendenti sarebbero raddoppiati. Microsoft cresceva giorno dopo giorno ma Gates temeva di svegliarsi da un momento all’altro, mettendo fine al suo sogno : “Stavamo andando bene – ha scritto – ma ero spaventato dalla rapidità con cui ci ingrandivamo, temevo che tutto potesse crollare da un momento all’altro”.

Gates ha ricordato poi con orgoglio quando sempre nel 1979 Microsoft pubblicò Microsoft Adventures , uno dei primissimi titoli giocabili: “Non avrà le caratteristiche di Halo – ha spiegato Gates – ma per l’epoca era un gioco che faceva la sua figura”. Guardando la copertina del game si legge for Apple II , a dimostrazione di quanto siano cambiati gli scenari informatici negli ultimi 30 anni: il dualismo con Apple doveva ancora nascere.

Nel 1980 è arrivato Steve Ballmer, il primo impiegato assunto per compiti di amministrazione, e Microsoft ha proseguito la propria espansione, conquistandosi palcoscenici sempre più grandi, fino alla sempre più accesa rivalità con Apple dei giorni nostri, l’epoca che alcuni definiscono come quella dei social network. Una parte della Rete (Facebook in questo caso) con cui Gates ha spiegato di avere chiuso, a causa delle innumerevoli richieste di amicizia che lo tartassavano ad ogni accesso.

Vennero poi gli anni ’80, i compact disc e gli yuppie . Mentre Microsoft come tutto il settore IT allargava i suoi orizzonti anche al di fuori degli Stati Uniti, nazioni come l’India iniziavano ad affacciarsi sullo stage della tecnologia sfornando valenti ingegneri e programmatori che avrebbero poi costituito, in alcuni casi, le colonne portanti di molte grandi aziende.

L’importazione di cervelli stranieri è un tema su cui Gates si è soffermato più volte e per cui ha speso qualche parola anche nel corso di un incontro tenutosi a New Delhi: gli Stati Uniti commettono un grave errore nell’applicare misure restrittive nei confronti dei cittadini stranieri che approdano negli States per contribuire all’innovazione.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
28 lug 2009
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