Utilizzare l’AI come psicologo. Molte persone lo stanno già facendo, il che solleva interrogativi concreti sui rischi dell’utilizzo di questo tipo di tecnologia per un ruolo tradizionalmente svolto dagli esseri umani.
Chatbot Vs Psicologi: i limiti dell’AI come supporto psicologico
Già l’anno scorso Kelly Merrill Jr, professore assistente presso l’Università di Cincinnati, aveva messo in guardia: “Le ricerche dimostrano che i chatbot AI possono aiutare ad alleviare i sentimenti di depressione, ansia e persino stress. Ma è importante notare che molti di questi chatbot non esistono da molto tempo e le loro capacità sono limitate. Attualmente, spesso sbagliano ancora. E chi non comprende i limiti di questi sistemi finirà per pagarne il prezzo.
Secondo una psicologa francese, Morgane Chevallier, sempre più giovani utilizzano l’intelligenza artificiale generativa come ChatGPT per chiedere consiglio o sentirsi ascoltati quando si trovano ad affrontare momenti complicati. Sebbene l’accesso agli operatori sanitari non sia sempre facile, queste tecnologie offrono un sostituto facilmente accessibile.
Secondo l’esperta, questi strumenti possono essere utili per chi ha bisogno urgente di parlare con qualcuno. Ma è chiaro che ChatGPT non è uno psicologo e non può sostituire il rapporto che si crea tra paziente e terapeuta. Non vede l’AI come una minaccia al suo lavoro, anzi la considera “uno strumento in più“. Ha persino suggerito ad alcuni pazienti di usare il chatbot per situazioni specifiche.
“È importante che le persone capiscano la differenza tra uno strumento e una vera terapia“, dice. “L’AI non può sostituire un percorso terapeutico serio. Chi si affida solo a questo rischia di illudersi di aver risolto i problemi, senza mai andare davvero a fondo nelle proprie difficoltà. Alla fine continua a ripetere gli stessi errori di sempre.“