Chip Ottici migliorati attraverso la luce

Chip Ottici migliorati attraverso la luce

Una scoperta fatta da un team di ricercatori potenzierebbe di netto i chip ottici grazie all'utilizzo della non linearità di secondo grado.
Chip Ottici migliorati attraverso la luce
Una scoperta fatta da un team di ricercatori potenzierebbe di netto i chip ottici grazie all'utilizzo della non linearità di secondo grado.

Ogni giorno che passa la tecnologia compie balzi da gigante: l’utilizzo delle intelligenze artificiali e l’avanzamento nella manifattura dei chipset riesce di volta in volta a migliorare ogni tipologia di strumento. La scoperta di cui parliamo oggi riguarda i chip ottici, che permettono di condividere informazioni non attraverso circuiti elettrici, ma con segnali ottici.

Da tempo si fa uso di circuiti fotonici integrati in alcuni CMOS, che al posto di utilizzare l’elettronica sfrutta segnali ottici per gestire le informazioni. Purtroppo, il materiale per usare questo tipo di tecnologia, come il silicio, non permette di sperimentare chissà quanto, limitando l’avanzamento tecnologico. Una scoperta fatta dal team del professore Camille Brès, capo del Photonic Systems Laboratory, nasce da semplici “metodi scientifici” e apre però le porte ad una serie di novità intriganti.

La non linearità di secondo grado potrebbe potenziare i chip ottici

In scienza, grazie al fatto che tutto spesso è numerabile e misurabile, non serve passare sempre per la via più consona: per esempio, per creare un laser verde – molto difficile da replicare – nei laboratori si usa un laser con metà frequenza di quella necessaria per il verde, così da poterla raddoppiare attraverso un cristallo, sfruttando il principio di non linearità di secondo grado.

Con lo stesso criterio, quindi, è possibile sfruttare questa dinamica sui chip, generando colori diversi in base alla necessità. Per indurre questa non linearità, gli scienziati hanno sfruttato un risonatore (a forma di anello) così da poter gestire questo tipo di luce.

Anche questa tecnica però ha dei limiti: come afferma Brès, c’è un limite nei colori utilizzabili, e visto che ognuno di loro viaggia ad una frequenza diversa, è anche difficile farli muovere allo stesso tempo. “Come due automobili in autostrada. Vogliamo che quella che viaggia nella corsia di sorpasso rallenti mentre l’altra accelera, così da poterle affiancare e farle interagire tra di loro”

Fonte: Phys.org
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Pubblicato il 7 gen 2022
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