Cina: basta con la terapia d'urto

Cina: basta con la terapia d'urto

I netizen dipendenti da Internet non possono essere curati con punizioni corporali ed elettroshock. Perché il disturbo non è ancora stato definito in modo completo
I netizen dipendenti da Internet non possono essere curati con punizioni corporali ed elettroshock. Perché il disturbo non è ancora stato definito in modo completo

La dipendenza da Internet non andrebbe assolutamente curata con le punizioni corporali né con qualsiasi misura volta a limitare la libertà personale. È quanto annunciato in un comunicato ufficiale dal ministero della Salute cinese, che sembra giunto a una conclusione: il concetto stesso di assuefazione alla Rete non è stato ancora riconosciuto dalla comunità medica locale. Al bando, dunque, ogni forma di violenza verso i giovani netizen che hanno iniziato negli ultimi anni ad affollare le cliniche del paese asiatico.

Le autorità di Pechino si sono sempre dimostrate piuttosto preoccupate per un fenomeno in continua crescita, l’ ossessione per la Rete. Fonti locali hanno spiegato che 10 milioni di utenti cinesi al di sotto dei 20 anni potrebbero già essere dipendenti da Internet, con conseguenze disastrose per i risultati scolastici e i rapporti familiari delle nuove generazioni. “Genitori ed insegnanti devono analizzare la causa di tutto questo, evitando condanne e punizioni – ha spiegato la nota ministeriale – Tutti quegli interventi che vadano a limitare la libertà personale sono severamente vietati, così come quelli che ricorrano alle punizioni corporali”.

400, i centri di riabilitazione che sono stati aperti su tutto il territorio cinese, entrati presto nel vortice delle cronache locali per una serie di trattamenti poco ortodossi nei confronti di netizen giovanissimi . La storia più nera ha coinvolto nell’agosto scorso un ragazzo di 15 anni portato dai suoi genitori presso una clinica nella regione di Guangxi. Il personale di quello che è stato paragonato ad un vero e proprio campo di addestramento militare ha picchiato il giovane fino a provocare il suo decesso. Da qui, la necessità da parte del governo di regolamentare la situazione nella maniera più ferma possibile.

Il ministero della Salute ha poi condannato un’altra discussa pratica per curare la dipendenza da Internet: l’ elettroshock . Su alcuni forum cinesi sono state infatti raccolte una serie di testimonianze dirette da parte di cittadini soggetti al trattamento. Una di queste ha rivelato una serie di abusi perpetrati da un ospedale nella provincia di Shangdong che avrebbe somministrato scosse elettriche fino a 30 minuti di durata, in modo da forzare il paziente a confessare le proprie colpe. “L’obiettivo del nostro intervento – ha concluso il comunicato – è quello di esortare le persone a utilizzare Internet in maniera sana. Non si tratta di uno strumento per tentare di fermare l’utilizzo della Rete in sé”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
6 nov 2009
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