Cina, lo stipendio arriva con Yuan digitali

Cina, lo stipendio arriva con Yuan digitali

La Cina inizia a sperimentare la circolazione (limitata) di Yuan digitali attraverso il pagamento degli stipendi di parte del gruppo JD.
Cina, lo stipendio arriva con Yuan digitali
La Cina inizia a sperimentare la circolazione (limitata) di Yuan digitali attraverso il pagamento degli stipendi di parte del gruppo JD.

Gli esperimenti cinesi con lo Yuan digitale sono in atto da mesi, cavalcando l’hype delle criptovalute, ma differenziandosene in virtù di una piena centralizzazione del processo nelle mani di istituzioni (politiche e bancarie) cinesi. Ora però in Cina si sta compiendo un passo ulteriore: JD.com, competitor di Alibaba nel mondo dell’ecommerce, ha iniziato a pagare parte della propria forza lavoro con moneta virtuale, innescando quindi nei fatti quello che fino ad oggi era soltanto un modello teorico.

La Cina sembra voler anticipare il mondo su questo fronte, facendosi forte della propria capacità di controllare il mercato e della collaborazione di aziende pronte a sperimentare nella stessa direzione. Secondo alcuni detrattori, il tema sarebbe particolarmente importante per la Cina anche in difesa della propria moneta, identificando nello Yuan digitale una possibile arma di difesa rispetto agli Stati Uniti.

Se lo Yuan diventa digitale

Il processo prevede che le banche emettano Yuan digitali che banche locali e provider tecnologici avranno la possibilità di gestire. La Cina, insomma, sta creando alcune strade sperimentali sulle quali far circolare questo tipo di moneta virtuale (ma dal valore del tutto riconosciuto) per sperimentarne pregi e virtù: il pagamento degli stipendi con questa moneta è un modo ideale per verificare il meccanismo tanto in ingresso quanto in uscita, tanto nell’accumulo di risparmi quanto nella spesa degli stessi.

Secondo quanto rivelato da Techcrunch, sarebbero già molte le aziende impegnate in questa sperimentazione, ivi compreso quell’Ant Group di Jack Ma precedentemente avversato dal Governo e ora apparentemente reintegrato anche alla luce – probabilmente – di questo tipo di collaborazionismo. L’esperimento interesserà non poco anche l’occidente dove, sia negli USA che in Europa, il dibattito su una moneta virtuale gestita dalle banche centrali è ormai all’ordine del giorno. Anche in occidente, con ogni probabilità, presto o tardi si seguiranno medesime sperimentazioni.

Progetto di Euro in versione digitale

Progetto di Euro in versione digitale

La differenza tra i due approcci sembra però essere sostanziale: la Cina sta provando la questione tecnico/economica per valutarne gli impatti ed immaginare una successiva legislazione; USA e UE stanno valutando un impatto legale/economico, per poi immaginare le migliori soluzioni tecniche di implementazione.

La corsa alle valute digitali è in ogni caso avviata e difficilmente controvertibile. Tutto sta nella conversione, del resto: se lo Yuan virtuale è spendibile e convertibile in Yuan in cartamoneta, allora nulla ne può ostacolare la circolazione. Chissà fino a che punto tutto ciò potrà però incidere sulla percezione delle criptovalute, ove la garanzia non sussiste e dove proprio governi e banche centrali potranno fare il bello e il cattivo tempo con azioni di lobby pro o contro il meccanismo.

Fonte: Techcrunch
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Pubblicato il
26 apr 2021
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