Clinton è robocop anticracker

Clinton è robocop anticracker

Il presidente americano annuncia il centro per la sicurezza cyber mentre l'FBI scarta l'ipotesi Mafiaboy e cerca un ignoto cracker americano. La rassegna stampa
Il presidente americano annuncia il centro per la sicurezza cyber mentre l'FBI scarta l'ipotesi Mafiaboy e cerca un ignoto cracker americano. La rassegna stampa


Washington (USA) – L’annuncio ufficiale è atteso nei prossimi giorni, per ora si sa che il presidente americano Bill Clinton ha intenzione di dare battaglia alle aggressioni cyber mettendo in campo tutti i mezzi a disposizione, partendo con la creazione di un National Cyber Security Center. Si tratterrebbe, stando alle prima indiscrezioni e alle affermazioni sibilline dello stesso Clinton, di un megacentro di sicurezza destinato alla caccia “agli hacker brutti e cattivi”, ai cracker insomma.

Secondo l’idea di Clinton, che in questi giorni passa gran parte del suo tempo in compagnia dei servizi segreti e dei massimi esperti di sicurezza e tecnologia americani, il Center dovrà servire anche come luogo di scambio e di incontro per le istituzioni, la polizia federale specializzate, le imprese che operano su internet e quelle della “sicurezza digitale”.

In una intervista online con la CNN, durante la quale un paio di smanettoni hanno introdotto frasi imbarazzanti nella chat come se a pronunciarle fosse il presidente, Clinton ha spiegato, riferendosi agli eventi recenti: “questi attacchi Denial of service ci turbano molto. E credo che ci sia un modo con cui possiamo promuovere misure di sicurezza”. E ha anche invitato le aziende a rimanere con i nervi saldi perché la soluzione si troverà: “troveremo il modo per difenderci e procederemo”.

Per il momento si sa che i principali membri di questo Center saranno: “Mudge”, uno del “pensatoio hacker” di AtStake ; Charles Wang, chairman di Computer Associates ; Harris Miller, capo dell’associazione della tecnologia dell’informazione americana e Howard Schmidt, guru della sicurezza in Microsoft . E il presidente pare abbia intenzione di chiedere al Congresso inizialmente 9 milioni di dollari per la creazione del Center.


Nel frattempo l’ FBI si sarebbe messa sulle tracce di due dei possibili autori delle aggressioni degli scorsi giorni, anche grazie all’aiuto tecnico di un ingegnere dell’Università di Stanford, il quale aveva rilevato in un computer dell’Ateneo uno dei tool per gestire il server da remoto e utilizzato nell’ambito dell’attacco Denial of service. Da quanto si è saputo, l’FBI ha prima individuato i nickname Mafiaboy e Coolio come possibili partecipanti all’aggressione ed è poi riuscita a risalire ai nomi reali dei due smanettoni.

Che il canadese Mafiaboy sia coinvolto, però, viene negato nelle ultime ore dall’ingegnere di Stanford, David Brumley, secondo cui Mafiaboy si è fatto notare per le cavolate sparate in chat ma non avrebbe nulla a che vedere con l’aggressione. Ciò nonostante, sostiene Brumley, “l’FBI è vicina alla soluzione, ormai è solo questione di tempo. Abbiamo dato all’FBI cinque diversi generi di prove per individuare la persona. Forse verrà arrestato prossimamente, ma prima l’FBI dovrà controllare i dati che abbiamo fornito loro”. Stando a Brumley l’autore delle aggressioni è un americano. Non è certo l’eventuale coinvolgimento, invece, di Coolio.

Intanto ieri si è alzata moltissima polvere sul fatto che la rete di scambio informativo e anonimo delle banche americane era a conoscenza nei dettagli dei metodi delle aggressioni cyber ai colossi dell’e-commerce prima che queste avvenissero. Pare infatti che il network, pensato dagli istituti e dal Tesoro USA come mezzo per passarsi informazioni di sicurezza senza farsi riconoscere e quindi senza evidenziare problemi propri, fosse stato “avvisato” di quanto stava per accadere. Ma si sarebbe ben guardato dall’avvisare l’ FBI o chi per essa in forza delle proprie regole che non prevedono contatti diretti con le autorità.

Pare che nelle informazioni a disposizione del network ci fossero pure le segnalazioni di alcuni computer sui quali erano stati installati i programmi poi utilizzati per realizzare l’attacco.


German programmer “Mixter” addresses cyberattacks (CNET)

Mixter: A hunted hacker (PCWeek)

A Profile of the Web ‘Crackers’ (PCWorld)

Saving The Internet? (Scripps Howard)

Hacking comes from the inside, computer expert warns (FairfaxIT)

FBI targets suspects in cyber hackers case (Reuters)

Search for Web Disrupters Narrows (NYTimes)

Closing In On ‘CooliO’ and More (Wired)

Investigators narrow hunt for hackers (MSNBC)

Investigators follow hackers’ electronic trail (USAToday)

Clinton to propose center on Internet security (MSNBC)

Clinton, experts talk Web security (USAToday)

Clinton Chats Online (PCWorld)

Cyberattacks prompt meeting of minds in Washington (CNET)

Contain your losses from hacks (PCWeek)

Banks had prior warning of cyberattacks (USAToday)

Sleuthing Out the DoS Attacks (Wired)

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Pubblicato il 16 feb 2000
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