Coinbase all'UE: presupposti sbagliati portano regole sbagliate

Coinbase all'UE: presupposti sbagliati portano regole sbagliate

Coinbase ritiene che il Parlamento Europeo potrebbe votare una bozza di regolamentazione sulle criptovalute basata su falsi assunti e distorte percezioni.
Coinbase all'UE: presupposti sbagliati portano regole sbagliate
Coinbase ritiene che il Parlamento Europeo potrebbe votare una bozza di regolamentazione sulle criptovalute basata su falsi assunti e distorte percezioni.

Paul Grewal, Chief Legal Officer di Coinbase, parte da un modo di dire che riassume tutto alla perfezione: “Bad facts make bad law“. Il riferimento è chiaro e lo sguardo è virtualmente puntato contro l’Unione Europea: secondo Coinbase, exchange leader del mondo delle criptovalute a livello internazionale, una errata narrativa legata al mondo crypto rischia di sfociare in una cattiva legiferazione in materia.

Il timore di Coinbase è che la percezione istituzionale delle criptovalute sia legata ad una serie di bias dure a morire e che in questo contesto si corra il rischio di arrivare a regolamentazioni sbagliate – quando non dolosamente finalizzate ad obiettivi terzi.

Coinbase, chiamata agli utenti

Fatevi sentire“, invoca Coinbase. Si tratta di una chiamata che cerca di coinvolgere la base in questa battaglia che, secondo il gruppo, è stata eretta su tre presupposti sbagliati:

  1. i digital asset sono l’autostrada dei criminali per nascondere e spostare denaro;
  2. le forze dell’ordine non hanno modo di tracciare queste transazioni;
  3. la raccolta e la verifica delle informazioni personali […] non rappresenta una violazione della loro privacy.

Coinbase vuole smontare questi assunti uno ad uno. In primis, perché ritiene minoritaria la componente di transazioni legate al malaffare, equiparando dunque il ruolo di Bitcoin, Ethereum e affini a quello di qualsivoglia altra moneta “fiat”; inoltre, le transazioni sono tracciate senza grossi vulnus rispetto a quanto già non avvenga con le valute tradizionali; infine, chiedere di raccogliere dati personali legati ad eventuali transazioni successive al ritiro di una valuta è qualcosa di impraticabile e di non equiparabile a quanto accade quotidianamente con il contante (“significherebbe che non puoi prelevare denaro dal tuo conto corrente per consegnarlo a qualcuno senza che i dati personali di quest’ultimo siano consegnati alla banca“).

Coinbase sente odore di pregiudizio e teme che una “bad law” non guidata dai fatti, ma deviata dai “bad facts“, possa creare un clima ostile alle criptovalute senza basarsi sulla realtà. In realtà chi vuol comprare criptovalute sa di dover ottemperare a regole già esistenti ed a controlli che non prestano il fianco a fenomeni devianti più di quanto non succeda con il contante. Per questo l’exchange chiede al Parlamento Europeo, prossimo alla votazione sul tema, un trattamento paritetico e coerente, senza favori, ma nemmeno impostato su fatti che l’exchange disconosce (portando a supporto ricerche e argomentazioni data driven).

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Pubblicato il
29 mar 2022
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