Come trasformare i selfie in scatti perfetti con l'AI di Google Pixel

Trasformare un selfie in uno scatto da copertina con l'AI di Google Pixel

Con l'AI del Google Pixel è possibile correggere dettagli e trasformare ogni scatto in un ritratto da condividere con orgoglio.
Trasformare un selfie in uno scatto da copertina con l'AI di Google Pixel
Con l'AI del Google Pixel è possibile correggere dettagli e trasformare ogni scatto in un ritratto da condividere con orgoglio.

C’era una volta Photoshop. Ore passate a sistemare luci, rimuovere imperfezioni, aggiustare sfondi. Oggi basta un telefono Pixel, due minuti e qualche tap. Il selfie scattato controluce con la faccia scura e i turisti che photobombano alle spalle? Pochi passaggi e diventa un ritratto da studio professionale. L’AI di Google Foto, alias Gemini, ha raggiunto un livello incredibile, e non serve sapere nulla di fotoritocco.

Come modificare i selfie con l’AI del telefono Pixel

Mettiamo il caso che si abbia un selfie con tutto quello che può andare storto in una foto… Luce diretta del sole che espone metà viso lasciando l’altra metà nell’ombra, composizione decentrata, oggetti che distraggono l’attenzione sullo sfondo, zero profondità di campo. Il tipo di foto che normalmente si cancellerebbe immediatamente, giusto? E invece no. Almeno non prima di aver aperto Google Foto.

La prima magia è Portrait Light. L’AI analizza il viso e aggiunge virtualmente una fonte di luce. Non schiarisce semplicemente, le ombre sul viso spariscono mantenendo la tridimensionalità. L’opzione “Balance light” equilibra l’illuminazione su tutto il volto, mentre “Add light” permette di posizionare una luce virtuale dove si vuole. Il risultato già a questo punto è sorprendente. Ma è solo l’inizio.

Magic Editor: quando l’AI diventa un fotografo personale

Con Magic Editor le cose diventano surreali. Prima operazione: riposizionamento del soggetto. Tap, selezione, trascinamento. L’AI non si limita a spostare la figura, ricostruisce lo sfondo, mantenendo prospettiva e illuminazione coerenti.

Secondo step: rimozione degli intrusi alle spalle. Cerchio intorno all’oggetto, tap su “Erase”. L’AI non solo li rimuovi, ma ricostruisce lo sfondo con texture e illuminazione perfette. Nessun alone, nessun artefatto visibile. Magia pura.

Ma vogliamo parlare di Reimagine? Si seleziona lo sfondo, si scrive cosa si vuole e l’AI lo genera. Libreria in legno con libri antichi. In 30 secondi il salotto disordinato può diventare lo studio di un professore di Oxford. E non sembra un fake. Le proporzioni sono corrette, l’illuminazione è coerente, persino le ombre hanno senso.

L’editing conversazionale con Gemini

Con i Pixel 10 (e presto su tutti i dispositivi), Google sta introducendo l’editing conversazionale. Invece di cercare strumenti e regolare slider, basta parlare con l’AI: Rimuovi le auto sullo sfondo e correggi i colori slavati. Ripristina questa vecchia foto. Rendila migliore.

L’AI capisce il contesto, applica tutte le modifiche del caso simultaneamente, mantiene coerenza stilistica. E se non si sa da che parte iniziare, basta dire migliora e l’AI analizza la foto identificando e correggendo automaticamente i problemi principali.

Ma si possono fare anche richieste più complesse, come Togli i riflessi dagli occhiali, aggiungi più contrasto al viso ma mantieni morbido lo sfondo. L’AI processa tutto in una singola operazione, con risultati che richiederebbero competenze avanzate in Photoshop.

Auto Frame e la composizione perfetta

Auto Frame è un’altra funzione geniale. L’AI analizza la composizione e propone ritagli ottimali seguendo regole fotografiche professionali come la regola dei terzi. Ma va oltre. Può generare porzioni di immagine che non esistevano per trasformare foto verticali in orizzontali o viceversa.

Ad esempio, se si ha un selfie tagliato male dove manca parte della spalla, Auto Frame non solo ricompone secondo proporzioni auree, ma può generare la parte mancante della spalla e dello sfondo in modo così naturale da non riuscire a distinguere cosa è originale e cosa no.

Best Take e Add Me per le foto di gruppo perfette

Best Take risolve il problema eterno delle foto di gruppo… C’è sempre qualcuno con gli occhi chiusi. Scatti 3-4 foto in sequenza, l’AI analizza tutti i volti e crea una singola immagine dove tutti sono al loro meglio. Non è un semplice taglia e incolla, l’AI mantiene illuminazione e prospettiva coerenti.

Add Me è ancora più impressionante. Prima il fotografo scatta la foto agli amici, poi passa la fotocamera a qualcuno per farsi fotografare a sua volta. L’AI prende le due immagini e le fonde in una sola, ricostruendo una foto di gruppo in cui tutti compaiono insieme. Niente più selfie stick o sconosciuti a cui chiedere di scattare. La fusione è impeccabile: ombre, proporzioni, tutto è incredibilmente naturale.

I limiti dell’AI del Google Pixel (pochi)

Non tutto è perfetto. In condizioni di luce estrema o con soggetti in movimento rapido, l’AI può produrre artefatti. Le mani generate a volte hanno proporzioni strane. Gli sfondi molto complessi possono mostrare incongruenze se osservati attentamente.

C’è anche la questione etica. Quando una foto smette di essere “vera“? Google sta implementando Content Credentials (C2PA) per indicare quando un’immagine è stata modificata con AI. È una forma di trasparenza necessaria in un mondo dove distinguere reale da quello che è stato generato diventa sempre più difficile.

Rispetto a Lightroom mobile, l’approccio del Pixel è radicalmente diverso. Lightroom offre un controllo granulare su ogni parametro. I telefoni Pixel danno risultati. Per un fotografo professionista che vuole il controllo assoluto, Lightroom resta superiore. Per il 99% degli utenti che vogliono foto belle senza studiare fotografia, i Google Pixel sono imbattibili.

Anche confrontati con app AI dedicate come Remini o FaceApp, i Pixel offrono un’integrazione superiore e risultati più naturali. Quello che stupisce non è solo la qualità dei risultati, ma la velocità. Operazioni che richiedevano ore di post-produzione si completano in secondi. Non serve hardware dedicato, e non serve nemmeno la connessione Internet per molte funzioni. L’AI funziona localmente sul telefono, al massimo delle sue potenzialità.

E siamo solo all’inizio. Con ogni update, l’AI diventa sempre più capace. Presto probabilmente potremo dire fammi sembrare come in una foto di Annie Leibovitz e l’AI replicherà stile di illuminazione e composizione del famoso fotografo. O trasforma questa foto in un dipinto rinascimentale mantenendo il realismo dei volti.

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Pubblicato il
30 ago 2025
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