Commissione Europea, sospetti sugli assistenti vocali

Commissione Europea, sospetti sugli assistenti vocali

La Commissione Europea ha portato le sue attenzioni sul mondo IoT, dove ravvede la nascita di pericolosi gatekeer che minacciano la concorrenza.
Commissione Europea, sospetti sugli assistenti vocali
La Commissione Europea ha portato le sue attenzioni sul mondo IoT, dove ravvede la nascita di pericolosi gatekeer che minacciano la concorrenza.

Il mondo dell’Internet of Things sta crescendo a dismisura ma, proprio per questo motivo, la Commissione Europea ha voluto portarsi avanti per approfondire le dinamiche di sviluppo di questo settore e comprendere così se possano emergere distorsioni di mercato a favore di pochi gruppi ed a sfavore della libera competitività. Le prime risultanze sembrano dare sostanza ai dubbi della Commissione, la quale ha così lanciato una consultazione pubblica alla quale qualunque portatore di interesse potrà partecipare entro il 1 settembre prossimo.

Aggiornamento (11/06/2021): abbiamo ricevuto in redazione e pubblicato la posizione di Amazon sulla questione.

IoT, tutte le preoccupazioni della Commissione Europea

Nella sua disamina preliminare, la Vice Presidente della Commissione Europea, Margrethe Vestager ha illustrato i timori emersi. In particolare “alcune pratiche ben note” sarebbero già state cavalcate per creare veri e propri gatekeeper sul mercato, così da poter meglio controllare i flussi del mercato stesso per assumerne quanto più possibile il controllo. Sono tre i nomi esplicitamente nel mirino: Alexa, Assistente Google e Siri (Amazon, Google e Apple). I tre assistenti intelligenti, infatti, avrebbero un forte potere grazie ai contratti di esclusiva portati avanti e grazie al numero di dati e informazioni a cui possono avere accesso (informazioni che possono traslare potere di mercato su ambiti affini).

Tra le preoccupazioni della Commissione, ad esempio, v’è l’impossibilità di installare differenti assistenti su specifici device, il che restringerebbe la concorrenza e contribuirebbe alla concentrazione di potere su pochi attori di mercato. La mancata libertà di dissociare l’assistente dal suo speaker, insomma, determinerebbe una restrizione inevitabilmente connessa alle decisioni delle aziende, le quali andrebbero a privilegiare accordi tra le parti invece di liberare appieno la scelta dell’utente. Ne consegue che la scelta dei device sia oggi vincolata all’assistente in uso, con quest’ultimo forte di una posizione di vantaggio inevitabile. Se a ciò si aggiunge l’importante molte di dati gestita (drenati dalla molteplicità di applicazioni e servizi gestiti), ecco che viene a determinarsi un collo di bottiglia che concentra negli assistenti un eccessivo potere.

Margrethe Vestager spiega che durante le prime indagini ha notato come le preoccupazioni della Commissione siano condivise da molti: la consultazione pubblica darà voce proprio a chi sta esprimendo sconcerto e chiedendo maggior apertura in favore della libera concorrenza. La chiave è nell’interoperabilità, in assenza della quale sono gli accordi tra le parti a definire i margini di manovra dei gruppi che tentano l’ingresso nel mercato.

Al centro dell’attenzione non vi sono però soltanto gli assistenti vocali, ma anche smart tv, fitness tracker, macchinette del caffè, smartwatch e altro ancora. La sensazione è che, al termine della consultazione, possano aprirsi indagini formali che nel giro di qualche mese porterà ad azioni contro specifici attori dominanti. Amazon, Apple e Google sono in qualche modo avvisate.

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Pubblicato il 10 giu 2021
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