L’idea del passato Ministro dell’Istruzione Profumo a riguardo dei libri elettronici nella scuola italiana era una idea coraggiosa. Coraggiosa ma sbagliata. Si basava, mi pare, su due presupposti ragionevoli ma irrealizzabili. Il primo che il passaggio forzoso, teatralmente imposto, dal vecchio libro di carta ai tablet in tempi tutto sommato brevi, avrebbe innescato una reazione virtuosa: ho ascoltato più volte gli uomini del Ministero spiegare come attraverso l’ingresso nelle case degli studenti dei nuovi device (pagati dalla riduzione dei costi imposti all’industria editoriale) le nuove competenze dei ragazzi avrebbero poi avuto effetti ulteriori. I cosiddetti nativi digitali avrebbero non solo goduto dei vantaggi delle nuove tecnologie didattiche ma avrebbero anche agito da catalizzatori per l’alfabetizzazione digitale del loro genitori, chiudendo così il gap che ci divide storicamente dagli altri paesi europei.
Il secondo aspetto critico, il più grave, è stato quello di innamorarsi di una idea senza tenere in alcun conto l’ambiente circostante. E l’ambiente circostante, chiunque lo avrebbe potuto circostanziare molto bene al Ministro, era quella parte della carta geografica nella quale gli antichi di solito scrivevano Hic sunt leones .
Fra i vari leoni che dominano la foresta e terrorizzano gli animaletti circostanti, gli editori italiani sono forse la categoria più agguerrita, anche se non l’unica. In primavera la Associazione degli Editori Italiani, scesa in difesa dei propri interessi economici, dopo aver cercato invano di convincere il Ministro, aveva impugnato davanti al TAR la decisione di passare al libro elettronico nelle scuole nel giro di qualche anno. Chiedevano gli editori che tale scadenza fosse procrastinata per una serie molto lunga di motivazioni, alcune condivisibili come quella della situazione digitale della scuola non esattamente florida, altre francamente patetiche come le invocazioni sui possibili rischi per i nostri pargoli alle prese con le onde elettromagnetiche.
Così nei giorni scorsi il nuovo Ministro dell’Istruzione Carrozza ha acconsentito alle richieste dell’AIE ed ha rinviato l’adozione degli ebook all’anno del mai. La decisione del Ministro è tecnicamente incontestabile anche se segna, per l’ennesima volta, la vittoria di un mondo vecchio e corporativo rispetto a qualsiasi ipotesi di cambiamento.
Del resto gli editori, che negli anni nel comparto scolastico hanno frequentemente avuto mano eccessivamente libera, non sono gli unici frenatori dell’innovazione del Paese. Fra i leoni della foresta andranno inseriti molti insegnanti, l’amministrazione scolastica in genere e perfino, sarei pronto a scommetterci, le associazioni dei genitori pronte a preoccuparsi e a stigmatizzare qualsiasi mutazione di un equilibrio immobile e polveroso.
Per tutte queste ragioni ambientali il sogno di Profumo era un sogno irrealizzabile. Ora le cose da fare dal mio punto di vista sono poche e molto semplici. Tutte passano attraverso la rete come luogo centrale del rinnovamento didattico:
1- Tutte le scuole italiane devono essere al più presto collegate a Internet in banda larga. Che io sappia oggi non esiste nemmeno un registro di quanti istituti siano collegati e quanti no. Per fare questo, al di là dei piani nazionali e regionali che spesso lasciano il tempo che trovano, sarebbe necessario che il Governo chiedesse la collaborazione delle compagnie telefoniche (o che, ancora meglio, le compagnie telefoniche si offrissero di collaborare all’innovazione del sistema scolastico).
2- Dobbiamo immaginare un periodo intermedio durante il quale la didattica si sposti gradualmente verso Internet. Questo consentirà agli insegnanti di immaginare nuovi modelli di insegnamento (si pensi solo all’uso delle mappe o di wikipedia o dei documenti condivisi) ed al Ministro di trovare la maniera di formare il personale ed incentivare i migliori. La dotazione iniziale è quella di un portatile, un video proiettore per ogni classe (anche qui non sarebbe male che aziende e privati decidessero di dare una mano) e una connessione a Internet performante (non una ADSL da 7 mega per tutto l’istituto).
3- Abbiamo necessità che l’editoria scolastica si sposti verso Internet, in formati possibilmente aperti. Abbiamo bisogno di negoziare il nuovo ruolo dei leoni, possibilmente senza passare dai tribunali regionali. Più che libri di testo in PDF abbiamo bisogno di piattaforme didattiche in rete nel quale i contenuti siano sulla nuvola e facilmente gestibili.
4- Dobbiamo iniziare sperimentazioni didattiche nuove nell’ambito delle quali l’adozione degli ebook sarà certamente possibile e auspicabile. Tutto questo rappresenterà però, caro Profumo, la fine e non l’inizio di un processo che sarà comunque lungo, doloroso e difficile.
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E nell'UE?
"Chiunque, negli States, può "catturare" le sigle delle targhe e archiviarle in database digitali..."Mi coglie però la curiosità di sapere se in Europa è diverso. Una targa non é necessariamente un dato personale, nel senso che non c'è corrispondenza diretta fra l'intestatario e il conducente, può avere prestato la macchina, o essere semplicemente un prestanome. Boh...Gilles de RaisRe: E nell'UE?
La targa, come tutti i dati identificativi, è un dato personale: è il dato del TITOLARE dell'auto.Cosa diversa è invece il nome del CONDUTTORE dell'auto, che può essere persona diversa e che potrebbe essere chiunque.In ogni caso la 196/2003 esclude espressamente, salvo il caso della diffusione, i trattamenti svolti tra privati e dalle forze dell'ordine.Comunque, a quanto è dato sapere, il principale "scanner" di targhe italiano, il Tutor Autostradale, dichiara di conservare la targa solo per il tempo necessario ad uscire dal varco e verificare che non è stato superato il limite di velocità.Anche Ecopass di Milano, non avendo "varchi di uscita", non dovrebbe aver bisogno di memorizzare la targa ma li qualche dubbio mi viene visto che abbina il passaggio ad un pagamento ed in caso di contestazione sono in grado di dire se hai pagato o meno e che sistematicamente pubblicano statistiche sul numero e sul tipo di ingressi..SkywalkerRe: E nell'UE?
- Scritto da: Skywalker> Anche Ecopass di Milano, non avendo "varchi di> uscita", non dovrebbe aver bisogno di memorizzare> la targa ma li qualche dubbio mi viene visto che> abbina il passaggio ad un pagamento ed in caso di> contestazione sono in grado di dire se hai pagato> o meno e che sistematicamente pubblicano> statistiche sul numero e sul tipo di> ingressi..Basta memorizzare solo quelli che non hanno pagato, gli altri non si lamenteranno di sicuro ;)astroRe: E nell'UE?
- Scritto da: Gilles de Rais> non c'è> corrispondenza diretta fra l'intestatario e il> conducente, può avere prestato la macchina, o> essere semplicemente un prestanome.Vai a dirlo quando ti fanno un multone con l'autoveloxcodroipoRe: E nell'UE?
- Scritto da: codroipo> > non c'è> > corrispondenza diretta fra l'intestatario e> il> > conducente, può avere prestato la macchina, o> > essere semplicemente un prestanome.> Vai a dirlo quando ti fanno un multone con> l'autoveloxEsempio sbagliato. L'intestatario del veicolo deve pagare il multone (non necessariamente con soldi suoi). Ma una sentenza ha stabilito che non possono essere scalati punti dalla sua patente. Non c'è certezza su chi sia il conducente.Gilles de RaisRe: E nell'UE?
- Scritto da: Gilles de Rais> Esempio sbagliato. Ti tolgono la multa? :p> L'intestatario del veicolo> deve pagare il multone (non necessariamente con> soldi suoi). Ma una sentenza ha stabilito che non> possono essere scalati punti dalla sua patente.> Non c'è certezza su chi sia il> conducente.Non c'è certezza, ma tanto il multone lo paghi.Considerazione:"Una volta" dicevano che se non si riesce a dimostrare la colpevolezza di qualcuno, questo qualcuno è innocente. EvidentementecodroipoRe: E nell'UE?
Se però non ne comunica il nome entro un certo tempo, sono 350 sacchi ...!Joe Tornado...
Ma queste organizzazioni per i diritti civili alla fin fine fanno il gioco di chi? Delle persone oneste o dei furbacchioni che hanno qualcosa da nascondere?Si interessassero delle VERE violazioni dei diritti civili nei regimi totalitari!Paolo T.Re: ...
- Scritto da: Paolo T.> Ma queste organizzazioni per i diritti civili> alla fin fine fanno il gioco di chi? Delle> persone oneste o dei furbacchioni che hanno> qualcosa da> nascondere?Le organizzazioni per i diritti civili, quelle serie almeno, non "fanno il gioco": difendono i diritti civili. Di chiunque, perché i diritti civili sono tali indipendentemente dalla qualifica di innocente o condannato, di furbo o di ingenuo. > Si interessassero delle VERE violazioni dei> diritti civili nei regimi> totalitari!La ACLU si interessa delle violazioni sul territorio americano. Altre organizzazioni si occuperanno di quelle nei regimi totalitari. Non si può pensare a tutto se si vuole pensare a qualcosa.Gilles de RaisRe: ...
- Scritto da: Gilles de Rais>> Non si può pensare a tutto se si vuole> pensare a qualcosa.Frase molto bella e sensata, complimenti!Izio01Re: ...
> Frase molto bella e sensata, complimenti!Non è mia. :$Gilles de RaisRe: ...
- Scritto da: Paolo T.> Ma queste organizzazioni per i diritti civili> alla fin fine fanno il gioco di chi? Delle> persone oneste o dei furbacchioni che hanno> qualcosa da> nascondere?> > Si interessassero delle VERE violazioni dei> diritti civili nei regimi> totalitari!Tipo l'itaGlia?Vedi il caso Ablyazov :DastroRe: ...
Certo! C'è la famosa lobby degli ispiratipedolilisatanisti che guidano queste associazioni!!!!!|!"!"!Sg@bbioRe: ...
- Scritto da: Sg@bbio> Certo! C'è la famosa lobby degli> ispiratipedolilisatanisti che guidano queste> associazioni!!!!!|!"!"!Non me ne stupirei affatto!unoRe: ...
- Scritto da: uno> - Scritto da: Sg@bbio> > Certo! C'è la famosa lobby degli> > ispiratipedolilisatanisti che guidano queste> > associazioni!!!!!|!"!"!> > > Non me ne stupirei affatto!*Godwin's Law breaking alert*se i nazisti difendessero la privacy, la libertà ed i diritti civili, starei con i nazistiil solito bene informatoRe: ...
Scusa Paolo T., ma forse non ti sei accorto che con estrema gradualità, ma anche estrema fermezza, stiamo andando verso il totalitarismo tecnologico su scala globale .Certo, non è visibile come nei Paesi palesemente tali, ma proprio la sua gradualità e la sua pervasività che conduce all'abitudine, lo rende più pericoloso.Un uomo vissuto nel 1948, quando Orwell scrisse "1984", ipoteticamente trasportato al giorno d'oggi, vedrebbe immediatamente questo totalitarismo dilagante, mentre tu, e purtroppo un numero altissimo di tuoi simili, obnubilato da un indotto desiderio di sicurezza, e dalla sterile informazione giornalistica, tanto massiccia e dettagliata da diventare disinformazione, non vedi niente...Diversamente da quando esistevano vere frontiere e vere differenze fra i popoli, inoltre, non sarà possibile scampare da questo controllo invasivo e pervasivo, neanche fuggendo (non certo tu e chi la pensa come te, lo so) su qualche isoletta del Pacifico...serenonRe: ...
All'epoca la gente non si sognava di lanciare aerei contro i palazzi o nel centro di una città... Faqvorevole al tracciamento totale, per me ci vorrebbe una telecamera ad ogni angolo di strada, dove abito io bruciano 3 auto a notte, 3 - 4 scippi al giorno con anziani ricoverati in ospedale per le fratture riportate...devo dire altro?ale75Re: ...
- Scritto da: ale75> All'epoca la gente non si sognava di lanciare> aerei contro i palazzi o nel centro di una> città... Faqvorevole al tracciamento totale, per> me ci vorrebbe una telecamera ad ogni angolo di> strada, dove abito io bruciano 3 auto a notte, 3> - 4 scippi al giorno con anziani ricoverati in> ospedale per le fratture riportate...devo dire> altro?Trasferirti in un posto sicuro, es. l'Iran? :DastroRe: ...
Capisco benissimo il tuo punto di vista e lo condivido.Il totalitarismo non è la sorveglianza di questo o quello, ma è l'acquisizione e l'aggregazione dei dati per formare il profilo di ogni individuo che compone quella società, ed il continuo aggiornamento di questi dati, allo scopo di rendere la persona completamente soggetta alle leggi dello Stato, qualunque esse siano.Controllo totale delle scelte delle persone, e quindi delle persone stesse, inutile dire, ma lo dico, con sanzioni per chi sgarra tali da indurre gli altri ad "allinearsi".Quindi appiattimento dell'individuo ad uno standard stabilito da pochi oligarchi, con conseguente rinuncia all'individualità.Un totale paradosso, visto che le società sono organismi virtuali, mentre solo gli individui (= non-divisi) esistono realmente...Un capovolgimento a 180 gradi delle funzioni di uno Stato, che dovrebbe servire i cittadini con lo scopo di facilitare la loro evoluzione personale con leggi flessibili e pochissimo invasive, che si adattano alle singole situazioni e dovrebbero sempre essere subordinate alle persone, che vengono sempre prima di qualunque pezzo di carta inchiostrato scritto da chicchessia...Utopia, ovviamente, ma quest'ultimo è un interessante punto di riferimento per capire quanto le società odierne stiano deviando pesantemente dalla rotta di produrre persone sane ed equilibrate, in grado di avere rapporti sociali di conseguenza.serenonRe: ...
Capisco benissimo il tuo punto di vista e lo condivido.Il totalitarismo non è la sorveglianza di questo o quello, ma è l'acquisizione e l'aggregazione dei dati per formare il profilo di ogni individuo che compone quella società, ed il continuo aggiornamento di questi dati, allo scopo di rendere la persona completamente soggetta alle leggi dello Stato, qualunque esse siano.Controllo totale delle scelte delle persone, e quindi delle persone stesse, inutile dire, ma lo dico, con sanzioni per chi sgarra tali da indurre gli altri possibili emuli ad "allinearsi".Quindi appiattimento dell'individuo ad uno standard stabilito da pochi oligarchi, con conseguente rinuncia all'individualità.Un totale paradosso, visto che le società sono organismi virtuali, mentre solo gli individui (= non-divisi) esistono realmente...E un capovolgimento a 180 gradi delle funzioni di uno Stato, che dovrebbe servire i cittadini con lo scopo di facilitare la loro evoluzione personale con leggi flessibili in basso numero e pochissimo invasive, che si adattano alle singole situazioni e dovrebbero sempre essere subordinate alle persone, che vengono sempre prima di qualunque pezzo di carta inchiostrato scritto da chicchessia...Utopia, ovviamente, ma quest'ultimo è un interessante punto di riferimento per capire quanto le società odierne stiano deviando pesantemente dalla rotta di produrre persone sane ed equilibrate, in grado di avere rapporti sociali di conseguenza.serenonRe: ...
- Scritto da: ale75> All'epoca la gente non si sognava di lanciare> aerei contro i palazzi o nel centro di una> città...e non pensi che l'aereo avrebbe potuto lanciarlo il tuo stesso governo?Se hai un'arma di distruzione di massa e vuoi il controllo totale, devi lanciarla sul tuo stesso territorio> Faqvorevole al tracciamento totale, per> me ci vorrebbe una telecamera ad ogni angolo di> strada, dove abito io bruciano 3 auto a notte, 3> - 4 scippi al giorno con anziani ricoverati in> ospedale per le fratture riportate...devo dire> altro?basterebbe più polizia per le strade, invece di tagliare i fondi alle forze dell'ordineil solito bene informatoprivicy...falso problema...
Non capisco quale sia il problema di questo tracciamento, cioè se l'utilizzo è riservato alle forze dell'ordine non ne vedo il problema.. Vorrei chiedere in italia l'istituto del garante quanto ci costa? Non è che è solo un altro modo per dare incarichi ai soliti trombati alle elezioni politiche?ale75Re: privicy...falso problema...
> Non capisco quale sia il problema di questo> tracciamento, cioè se l'utilizzo è riservato alle> forze dell'ordine non ne vedo il problema..Leggi l'articolo: negli USa non è riservato alle forze dell'ordine. Lo può fare chiunque, e poi rivendere i dati.Gilles de RaisRe: privicy...falso problema...
In quei termini non sono d'accordo neppure io...ale75la contraddizione delle targhe
si reclama la privacy quando una targa viene fotografata: sembra ragionevole, però una targa è pubblica... perché non prendersela direttametne con uno che la tua auto la sta anche solo <b> guardando </b> ?Negli USA la targa è identificativa del proprietario mentre in Italia è identificativa del veicolo (con sXXXXXXXmenti per passaggi di proprietà e burocrazia ogni volta che compri un'auto usata), comunque il mio veicolo <b> non sono io </b> !Consideriamo anche che con un'auto si uccide facilmente e, secondo me, più velocemente viene identificato un veicolo "pirata" dalla polizia, meglio è.Le informazioni vengono cedute a privati? vale il discorso che ho fatto prima: un tizio si mette ad un incrocio e (sfidando il cancro ai polmoni) si mette a segnare tutte le targhe che gli interessano.Le informazioni facilmente accessibil da un privato sono informazioni pubbliche. La motorizzazione o le forze dell'ordine cedono informazioni più private e dettagliate? sappiamo con chi prendercelaIl privato che ci può fare con la mia targa? la privacy è importante, ma ad oggi si è capito che il massimo di <i> evil </i> a cui può arrivare un'azienda è mandarti della pubblicità mirata.il solito bene informatoRe: la contraddizione delle targhe
> Le informazioni vengono cedute a privati? Peggio: vengono raccolte da privati. Con dei criteri e con una pervasività che le forze dell'ordine spesso non possono impiegare.> vale il> discorso che ho fatto prima: un tizio si mette ad> un incrocio e (sfidando il cancro ai polmoni) si> mette a segnare tutte le targhe che gli> interessano.> Le informazioni facilmente accessibil da un> privato sono informazioni pubbliche. Il problema non si pone: un essere umano non riuscirà mai a raccogliere un numero sufficiente di targhe da costituire un database dal valore commerciale.Per inciso, è grosso modo lo stesso problema che si è posto a metà degli anni novanta, quando arrivarono sistemi per conservare i dati di ogni telefonata effettuata (numero chiamato, ora, durata della telefonata...). Non è che prima queste cose non fossero possibili (a prezzo di macchinari costosi e ingombranti): ma era impensabile tenere conto di tutte le telefonate di tutti gli abbonati per tutto l'anno, e memorizzare i dati su HD.Tutta una nuova disciplina sul cosiddetto data retention è stata pensata proprio dopo questo cambiamento tecnologico. > La> motorizzazione o le forze dell'ordine cedono> informazioni più private e dettagliate? sappiamo> con chi> prendercelaNo, ripeto: il problema non sono gli enti pubblici o di diritto pubblico. Sono i privati.> Il privato che ci può fare con la mia targa? Può raccogliere i dati sul numero di volte che ti rechi in un sex shop a vedere filmini equivoci, oppure le volte che vai in una casa in cui abita una certa signora, e poi mandare questi dati a tua moglie.Anzi, meglio: mandarli a te, e chiedere soldi per non mandarli alla moglie.FasoRe: la contraddizione delle targhe
- Scritto da: Faso> > Le informazioni vengono cedute a privati? > Peggio: vengono raccolte da privati. Con dei> criteri e con una pervasività che le forze> dell'ordine spesso non possono> impiegare.> > > > vale il> > discorso che ho fatto prima: un tizio si> mette> ad> > un incrocio e (sfidando il cancro ai> polmoni)> si> > mette a segnare tutte le targhe che gli> > interessano.> > Le informazioni facilmente accessibil da un> > privato sono informazioni pubbliche. > Il problema non si pone: un essere umano non> riuscirà mai a raccogliere un numero sufficiente> di targhe da costituire un database dal valore> commerciale.> > Per inciso, è grosso modo lo stesso problema che> si è posto a metà degli anni novanta, quando> arrivarono sistemi per conservare i dati di ogni> telefonata effettuata (numero chiamato, ora,> durata della telefonata...). Non è che prima> queste cose non fossero possibili (a prezzo di> macchinari costosi e ingombranti): ma era> impensabile tenere conto di tutte le telefonate> di tutti gli abbonati per tutto l'anno, e> memorizzare i dati su> HD.> Tutta una nuova disciplina sul cosiddetto data> retention è stata pensata proprio dopo questo> cambiamento tecnologico.capisco il tuo paragone ma questo diventa fallace* se consideriamo che una telefonata è qualcosa che si suppone dovrebbe essere privato, una targa automobilistica non lo è.Non basta un tizio ad un incrocio? ne mettiamo 100... non è questo il punto.*la parola del giorno> > La> > motorizzazione o le forze dell'ordine cedono> > informazioni più private e dettagliate?> sappiamo> > con chi> > prendercela> > No, ripeto: il problema non sono gli enti> pubblici o di diritto pubblico. Sono i> privati.ma un privato può avere acXXXXX ad informazioni che sono comunque pubbliche. Se un privato, attraverso un numero di targa, risalisse ad informazioni estremamente private, vorrebbe dire che qualche ente pubblico è un po' troppo rilassato di fronte a certe richieste> > Il privato che ci può fare con la mia targa? > Può raccogliere i dati sul numero di volte che ti> rechi in un sex shop a vedere filmini equivoci,"è un crimine?"> oppure le volte che vai in una casa in cui abita> una certa signora, e poi mandare questi dati a> tua> moglie."sono andato a trovare un'amica"> Anzi, meglio: mandarli a te, e chiedere soldi per> non mandarli alla> moglie."fallo e ti denuncio per estorsione, danni morali e materiali" :Dil solito bene informatoRe: la contraddizione delle targhe
> > Tutta una nuova disciplina sul cosiddetto> data> > retention è stata pensata proprio dopo questo> > cambiamento tecnologico.> > capisco il tuo paragone ma questo diventa> fallace* se consideriamo che una telefonata è> qualcosa che si suppone dovrebbe essere privato,> una targa automobilistica non lo> è.> Non basta un tizio ad un incrocio? ne mettiamo> 100... non è questo il> punto.> > *la parola del giornoNessuno lavora gratis, e il prezzo di 100 persone che raccolgono i dati tutto il giorno manualmente e che con questi costituiscono un database è esorbitante. Quel database non avrebbe alcun mercato, zero possibilità di essere venduto a terzi. In più per la legge un database di dati sensibili è comunque tale anche quando i dati, presi singolarmente, sono pubblici. Non importa come siano stati messi assieme. Vanno trattati come dati riguardanti la privacy, cioè con estrema riservatezza.> > No, ripeto: il problema non sono gli enti> > pubblici o di diritto pubblico. Sono i> > privati.> > ma un privato può avere acXXXXX ad informazioni> che sono comunque pubbliche. Se un privato,> attraverso un numero di targa, risalisse ad> informazioni estremamente private, vorrebbe dire> che qualche ente pubblico è un po' troppo> rilassato di fronte a certe> richiesteUn privato, in questo preciso ambito, può limitarsi a vendere i dati dei numeri di targa e dei loro spostamenti. Potrebbe anche fare il lavoro in più di abbinarli a persone o società, ma chi glielo fa fare?.Ad estrarre i dati interessanti da quelle targhe saranno gli acquirenti del database, soprattutto quando sono agenzie investigative o ditte legate al malaffare. > > > Il privato che ci può fare con la mia> targa?> > > Può raccogliere i dati sul numero di volte> che> ti> > rechi in un sex shop a vedere filmini> equivoci,> > "è un crimine?"Vedere i filmini sexy, no.Prendere nota di chi ci va costantemente, sì.> > oppure le volte che vai in una casa in cui> abita> > una certa signora, e poi mandare questi dati> a> > tua> > moglie.> > "sono andato a trovare un'amica""Le carte del divorzio sono sul tavolo: firma se non vuoi andare in causa". > > Anzi, meglio: mandarli a te, e chiedere> soldi> per> > non mandarli alla> > moglie.> > "fallo e ti denuncio per estorsione, danni morali> e> materiali"> > :DÈ un tuo diritto, è un'estorsione in piena regola. Ma intanto il tuo matrimonio è andato in fumo. :|Senza questi database in giro per il mondo simili estorsioni sono più difficili da compiere.FasoGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 22 lug 2013Ti potrebbe interessare