Contrappunti/ Pochi ma buoni

Contrappunti/ Pochi ma buoni

di Massimo Mantellini - Siamo cresciuti nella cultura della comunicazione di massa ed è difficile digerire il ribaltamento in corso: Internet moltiplica le voci e permette loro di radunarsi in insiemi sempre più piccoli
di Massimo Mantellini - Siamo cresciuti nella cultura della comunicazione di massa ed è difficile digerire il ribaltamento in corso: Internet moltiplica le voci e permette loro di radunarsi in insiemi sempre più piccoli

Piccoli eventi senza importanza. Lo si diceva una volta, ora non più. Da quando esiste la rete Internet ogni piccolo evento è diventato importante almeno per qualcuno. È il fenomeno della coda lunga di cui parlavamo la settimana scorsa a proposito dell’uscita dell’edizione italiana del testo di Chris Anderson, ma non solo. Si tratta anche di una sorta di “inclinazione zen” alla quale l’utilizzo di Internet ci abitua: il fatto di trovare piacevoli o meglio comprensibili ambiti di conoscenza piccoli e ben delineati, ma non per questo meno interessanti. Pensavo questo ieri tornando a casa in auto dal Barcamp sulla Cittadinanza Digitale organizzato a Casalecchio di Reno alla Casa della Conoscenza. Perché se da un lato l’innovazione delle “non conferenze” – come è noto – è quella di annullare il dislivello fra il palco del comunicatore e il parterre di chi ascolta, dall’altro, fra le conseguenze di questa nuova voglia di conversazione, ce ne è una pratica ed inevitabile: non si può discorrere amabilmente con mille persone.

Come sa chi è solito frequentare eventi simili (una esperienza che mi sento di consigliare a tutti) che sempre più spesso in Italia vengono spontaneamente organizzati, uno dei grossi problemi che li affligge è quello della “non scalabilità”. Mentre Claudio Baglioni può suonare in un club di fronte a 50 persone o in uno stadio di fronte a 100.000, il talk ad un barcamp funziona solo fino ad un certo numero massimo di partecipanti: dopo diventa qualcosa d’altro. Molte delle nuove frontiere della comunicazioni, siano esse digitali come i blog o “in carne ed ossa” come le “non-conferenze”, introducono chi le frequenta ad una idea dei piccoli numeri come garanzia per un efficace flusso dei pensieri. Si tratta di una sorta di spiazzamento ideologico per noi che siamo nati e cresciuti dentro la cultura di massa, all’interno della quale il successo e l’efficacia del comunicatore era sancito in maniera definitiva dal riscontro numerico della sua audience.

Oggi non solo non è più così ma anzi il piccolo ambito è il contesto migliore per una comunicazione capace di trasmettere senso e profondità a chi ascolta così come stimoli e feedback a chi la espone. Al barcamp di Casalecchio ascoltavo Stefano Quintarelli (uno dei maggiori esperti italiani di reti) parlare del futuro della TLC di fronte ad una platea di 30 persone: gente che magari si era fatta centinaia di chilometri in auto per assistere ad un evento del genere e pensavo che ciò che nella nostra defunta mentalità broadcast sarebbe stato facilmente definibile come un insuccesso oggi è invece una nuova illuminata normalità dei processi comunicativi.

Ed accanto ad interventi del genere convivevano, in modo molto naturale, comunicazioni di ambito assai più ristretto (ma non per questo meno interessanti) come quella su iBaby , un blog aperto da Federico Giacanelli e sua moglie nel momento in cui hanno scoperto la grave cardiopatia congenita che affliggeva il loro primogenito o l’ esperienza dei cittadini di un piccolo comune della provincia modenese che da un giorno all’altro scoprono che nel sottosuolo del proprio territorio verranno pompati milioni di metri cubi di gas usando il terreno sotto i loro piedi come un formidabile serbatoio sperimentale. Piccoli esempi illuminanti di come la tecnologia è in grado oggi di servire e creare la comunità delle persone.

Ci vogliono occhi nuovi per vedere il mondo che cambia e questo è uno di quei ribaltamenti di prospettiva indotti dalla tecnologia che ha ricadute evidenti anche nella vita di tutti giorni. Internet sta operando un certosino sminuzzamento degli interessi e delle competenze e accanto a questo sta inducendo gli ascoltatori (anche la grande maggioranza degli ascoltatori inerti che non desiderano partecipare in altra maniera) a segmentare gli argomenti di loro interesse in nicchie sempre più piccole. Chi indossa ancora i paraocchi del mass marketing impiega un istante a bollare tutto ciò dentro una idea di fallimento generica e senza appello. Ecco, prendete il Contrappunti odierno come un avvertimento: le cose non stanno più così.

Massimo Mantellini
Manteblog

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Pubblicato il
26 mar 2007
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