Contrappunti.it/Telèma chiude!

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di Massimo Mantellini. La rivista Telèma, della Fondazione Ugo Bordoni, sta per chiudere i battenti se non interverrà qualche lungimirante industriale. Editoria controcorrente
di Massimo Mantellini. La rivista Telèma, della Fondazione Ugo Bordoni, sta per chiudere i battenti se non interverrà qualche lungimirante industriale. Editoria controcorrente


Web – Una delle poche iniziative di approfondimento sociologico e scientifico presenti in rete (e su carta) sulle nuove tecnologie, che abbia saputo in questi anni mantenere uno spazio di approfondimento e intelligenza, verrà con ogni probabilità liquidata insieme alla relativa fondazione. Quest’ultima, attiva dal 1952, ha vissuto in questi anni quasi solo delle sovvenzioni di Telecom Italia (una trentina di miliardi all’anno) in virtù di un accordo di finanziamento, risalente ai tempi del monopolio, che non si ritiene oggi di dover confermare.

Conosco poco il lavoro di ricerca della Fondazione che si svolge quasi esclusivamente nell’ambito delle nuove tecnologie, e non saprei esprimere alcun giudizio sulla scelta di disimpegno di Colaninno e soci. Quello che so è che Telèma, una delle prime e forse l’unica fra le riviste di cultura tecnologica aperta a contributi di artisti, letterati e filosofi oltre che di esperti di nuove tecnologie, negli ultimi 15 mesi ha avuto un numero di accessi alle sue pagine web (piene di articoli interessanti, firmati da personaggi autorevoli, giornalisti, scrittori e scienziati) inferiori a quelli che Punto Informatico ottiene in un giorno.

Trovo che gli appelli che da più parti si rincorrono in questi giorni per una positiva risoluzione del problema siano abbastanza inutili. Non perché Telèma, una rivista che personalmente ho amato moltissimo, non meriti di sopravvivere e prosperare, tutt’altro. Ma se nessuno dei padroni delle nuove tecnologie, che spesso guadagnano migliaia di miliardi all’anno grazie alla nostra condiscendenza verso i loro “prodotti”, ritiene di voler sponsorizzare una iniziativa indipendente e autorevole, senza usarla e senza ricoprirla dei propri marchi, allora non c’è molto da fare.

Né ci si deve stupire più di tanto del basso profilo delle scelte degli imprenditori tecnologici nostrani, che agli investimenti sulla ricerca sembrano preferire quelli rivolti alla conquista dell’approvazione politica e industriale per le loro iniziative, o che alla sponsorizzazione apparentemente a fondo perduto di iniziative come Telèma, che consentivano a tutti di ragionare sul futuro della tecnologie in Italia e su come queste cambiano la nostra vita, preferiscono il conforto di ben pagati yesman, pronti a tessere le lodi della genialità del padrone e impegnati giorno e notte a ricoprire spazi e pensieri dei fulgidi colori aziendali.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
10 apr 2000
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