Contrappunti.it/UK Email Control

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di M. Mantellini. Dietro le nuove leggi liberticide in via di approvazione a Londra si celano gli interessi economici di chi vuole sapere tutto sulla vita di interi popoli di potenziali acquirenti
di M. Mantellini. Dietro le nuove leggi liberticide in via di approvazione a Londra si celano gli interessi economici di chi vuole sapere tutto sulla vita di interi popoli di potenziali acquirenti


Web – Il governo inglese sta per attivare un centro di ascolto di tutte le comunicazioni email e di tutto il traffico web da e per la Gran Bretagna. Investirà nell’operazione circa 75 miliardi, costringendo gli ISP a fornire un canale di collegamento fra i loro server e il nuovo centro che prenderà il nome di GTAC (Government Technical Assistance Centre). Le ragioni dichiarate per giustificare misure tanto radicali sono le solite: l’aumentato utilizzo della rete Internet per coordinare attività illegali quali il traffico di droga, la prostituzione e l’immigrazione clandestina.

Come accade usualmente in queste occasioni, si è subito scatenato il gioco delle parti fra i difensori dei diritti civili che sottolineano l’eccessiva intrusività di iniziative del genere nella privacy dei normali cittadini e le rassicurazioni dei politici che non perdono occasione per affermare che saranno comunque necessarie autorizzazioni simili a quelle per le intercettazioni telefoniche per “tracciare” l’attività Internet di un individuo e che ciò avverrà solo se strettamente necessario.

In realtà una operazione del genere è di tutt’altra levatura. Non si tratta infatti di seguire le più o meno criminose attività online di questo o quell’individuo, quanto di formare un database di tutto quanto viene detto e fatto in rete. La differenza, come si intuisce, è fondamentale.

Nulla impedisce oggi alle polizie di ogni paese di pedinare l’attività online di un singolo individuo sospetto: paradossalmente la comunicazione digitale,come sottolineato più e più volte, rende di fatto ognuno di noi meglio pedinabile di quanto avveniva in passato. I sistemi di videosorveglianza, le strisciate dei bancomat e delle carte di credito, i telefoni cellulari, fanno il resto. E allora dove risiede la necessità di una simile gigantesca opera di raccolta? Per quale ragione si sceglie di ascoltare tutto quanto passa per la rete, catalogarlo e archiviarlo? Non esistono reali necessità di sicurezza per organizzare un lavoro tanto invasivo e capillare. E allora? Perché si decide ugualmente di farlo nonostante la Comunità europea si sia già apertamente schierata per “il divieto di qualsiasi sorveglianza su vasta scala delle telecomunicazioni sia per campione sia in via generale” (gruppo dei garanti europei, 3 maggio 1999)?

Forse potrebbe essere istruttivo per ragionare su queste domande, leggere quanto ha scritto il parlamento britannico che in un documento intitolato “Regulation of investigatory Powers Bill” nel quale si stabiliscono i casi in cui sarà possibile “obbligare” il cittadino, pena la detenzione, a consegnare la chiave di criptazione dei propri messaggi di posta elettronica (1). Secondo il legislatore inglese ciò può accadere in tre casi. Per i primi due mi pare non ci sia troppo da eccepire visto che essi sono:
– l’interesse della sicurezza nazionale
– la prevenzione o la ricerca di crimini

Per il terzo invece qualche perplessità sorge. E ‘ curioso: il cittadino inglese dovrà consegnare la propria chiave di codifica anche quando ciò sarà richiesto “nell’interesse del benessere economico della Gran Bretagna”.

Chi è allora il soggetto da proteggere a prezzo di una limitazione della libertà individuale? Il cittadino? Benissimo. La collettività? D’accordo. E allora se è così non possono essere tollerate leggi che esulino da ciò. La sempre più ampia ingerenza del potere economico anche nella legislazione è destinata a produrre normative penalizzanti per tutti. Come quella che il governo Blair sta varando fra le polemiche in questi giorni.

Si agita lo spettro del terrorismo internazionale, si invoca una ferrea lotta alla pedofilia ma il vero disegno di controllo riguarda altro. Uno sguardo in profondità alle nascenti normative in materia di rischi per la collettività ai tempi di Internet, svela sempre questa ingombrante presenza del potere economico nei panni del suggeritore. Un potere che trova naturale stringere i polsi dei sudditi della regina coi ferri se i loro comportamenti online confliggono con un generico e opinabilissimo “interesse economico della Gran Bretagna” e che suggerisce, nel più classico stile del marketing che lo ha reso ricco, di raccogliere quante più informazioni possibili sui singoli individui. Con una scusa o un’altra.

Massimo Mantellini

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Pubblicato il
8 mag 2000
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