Da Italia.it a VeryBello.it, rappresentazioni dello Stivale

Da Italia.it a VeryBello.it, rappresentazioni dello Stivale

Nuovo sito per promuovere la bellezza dell'Italia, vecchie polemiche: dai costi poco trasparenti ai problemi tecnici, dalle traduzioni al nome, nulla sembra essere cambiato
Nuovo sito per promuovere la bellezza dell'Italia, vecchie polemiche: dai costi poco trasparenti ai problemi tecnici, dalle traduzioni al nome, nulla sembra essere cambiato

In occasione del prossimo esordio di Expo 2015 il Ministro dei Beni culturali e del turismo italiano, Dario Franceschini, ed il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, hanno presentato sabato scorso, 24 gennaio 2015, un nuovo sito che – nelle intenzioni – dovrebbe essere la vetrina ideale per sponsorizzare le iniziative culturali del Bel Paese: verybello.it . E proprio come accaduto per Italia.it si sono scatenate le critiche.


Se a primo acchito si parte stavolta da un appeal ed una grafica diversi (anche se anonimi), nonché da una parte di contenuti ( per quanto risicati ) già caricati, anche il nuovo sito voluto dalle istituzioni politiche sta sollevando polemiche legate ai costi e ai problemi tecnici.


Oltre alle facili ironie che ha suscitato un nome che sembra richiamare alla mente Dean Martin, l’inglese maccheronico dei comici âgée e gli stereotipi riguardo agli Italiani, infatti, verybello.it nasce innanzitutto con lo stesso peccato originale di Italia.it , il sito creato per rilanciare il turismo dall’ex ministro Francesco Rutelli e poi seppellito da problemi e polemiche. È destinato a favorire il turismo e ad “allungare il più possibile il viaggio dei turisti nel nostro Paese”, ma – per il momento – di internazionale ospita solo la promessa “coming soon”, relativa al prossimo esordio di una versione in inglese. E, naturalmente, il “Very”.

Oltre a questo problema, le analogie che accomunano il nuovo sito con Italia.it ( su cui compare un link a Verybello.it, a sancirne anche visivamente il legame) non finiscono qui: il design è stato definito da più parti e soprattutto su Twitter scialbo, non è per ora prevista un’app dedicata alla consultazione da dispositivi mobile (anche se nel trailer di presentazione si vede che viene utilizzato con iPad), né tanto meno corrispettive pagine sui social network. Nell’immagine di copertina-logo, inoltre, fino a poche ore fa campeggiava un’Italia vista dall’alto, in cui risultavano tagliate parte della Calabria e la Sicilia.

Dal punto di vista più squisitamente tecnico , come osserva Matteo Flora, la navigazione risulta lenta, la privacy policy manca del tutto, i link rimandano all’homepage di riferimento dell’organizzazione di un evento e non all’evento stesso, non esistono le pagine dei singoli eventi (in parte causa dei problemi di SEO ed indicizzazione del sito), non vi è una SiteMap e non vengono rispettati i livelli di accessibilità previsti per legge per i siti ministeriali.
Infine, la procedura di selezione degli eventi segnalati non ha al momento alcuna regole, anzi sembra fatta all’insegna dell’arbitrarietà.

A proposito di mancanza di trasparenza , bisogna poi affrontare la questione dei costi: mancano ancora i dati ufficiali, ma il ministro Franceschini parla nel corso della conferenza dell’organizzazione di un bando pubblico per l’assegnazione del lavoro anche se non sarebbe stato necessario, suggerendo che il prezzo fosse inferiore ai 40mila euro, quota sotto alla quale l’Europa esonera dalla disciplina per i lavori pubblici con bando di assegnazione.

Oltre ai meri costi di sviluppo, tuttavia, nel corso della conferenza il Ministro Franceschini parla di 5 milioni di euro messi a disposizione per la campagna promozionale per il sito: per non fare la fine Italia.it – che al momento sembra essere naufragata proprio per un costo uscito da ogni logica e controllo, superando i 50 milioni di euro – si auspica che verybello.it faccia immediatamente chiarezza sul budget.

Resta lo sfrenato ottimismo del Digital Champion dell’Italia, Riccardo Luna, che – oltre a chiedere le scuse del Ministro e il rifacimento di (almeno) parte del sito – avanza proposte per “trasformare una disfatta in un’opportunità”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
26 gen 2015
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