Deezer dichiara guerra all’intelligenza artificiale. La piattaforma di streaming musicale ha lanciato un nuovo strumento per rilevare la musica AI, che da mesi prolifera sul servizio. L’aspetto più interessante, è che questo tool non richiede un addestramento estensivo su insiemi di dati specifici, perciò è efficace anche in presenza di nuovi modelli.
Come ha dichiarato Deezer: “Ogni giorno vengono caricati circa 10.000 brani completamente generati dall’AI, pari a circa il 10% dei contenuti giornalieri”. Alexis Lanternier, CEO dell’azienda, spiega che lo strumento di rilevamento sviluppato sarà presto utilizzato per contrassegnare i contenuti generati interamente dall’intelligenza artificiale. Gli utenti saranno così avvisati se la musica che stanno ascoltando è opera di un’AI.
Deezer vuole relegare in secondo piano la musica generata dall’AI
Deezer si spinge ancora oltre, escludendo tutti i brani AI dalle raccomandazioni algoritmiche ed editoriali. Di conseguenza, saranno difficilmente accessibili e non verranno messi in evidenza. Questo sistema dovrebbe rendere invisibili tali contenuti, senza vietarli del tutto.
“Poiché l’intelligenza artificiale continua a sconvolgere l’ecosistema musicale, con una quantità crescente di contenuti AI che invadono le piattaforme di streaming come Deezer, siamo orgogliosi di aver sviluppato uno strumento all’avanguardia che aumenterà la trasparenza per i creatori e i fan”, afferma Alexis Lanternier.
Secondo i risultati di uno studio condotto da CISAC e PMP Strategy, quasi il 25% dei ricavi dei creatori sarà minacciato dall’AI entro il 2028. In soli tre anni, il settore potrebbe perdere un quarto dei suoi ricavi a causa dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale.
Deezer tuttavia tempera la situazione, sottolineando che “la maggior parte dei brani generati dall’AI e caricati quotidianamente non vengono mai ascoltati su Deezer”. Questa musica “diluisce comunque il catalogo e può essere utilizzata per scopi fraudolenti”, riferisce la piattaforma.
AI sì, ma con giudizio
Deezer non si sente minacciata dal boom dell’AI. Che gli utenti ascoltino o meno la musica generata dall’intelligenza artificiale, il servizio guadagna con gli abbonamenti e la pubblicità. Ma dichiarare apertamente la propria opposizione all’uso improprio dell’intelligenza artificiale potrebbe consentire a Deezer di conquistare sia i creatori che gli ascoltatori. A lungo termine, coltivare un rapporto di fiducia con i propri clienti a monte e a valle non può che essere vantaggioso.
Come promemoria, Deezer è stata la prima piattaforma di streaming musicale a firmare la dichiarazione globale sull’addestramento dell’AI a ottobre 2024. Questo testo si oppone all’uso non autorizzato di opere creative per l’addestramento dell’AI generativa.
A dicembre 2024, Deezer ha depositato due domande di brevetto per la sua tecnologia di rilevamento dell’AI, “riguardanti due diversi metodi di rilevamento di firme uniche utilizzate per distinguere i contenuti sintetici da quelli autentici”. E l’azienda non ha intenzione di fermarsi qui. Vuole includere il rilevamento di voci generate da deepfake nei suoi strumenti di rilevamento.
Deezer afferma di non essere assolutamente contraria all’uso dell’AI, del resto ha anche un generatore di playlist AI, ma questa dovrebbe essere al servizio del processo creativo, non sostituirlo.