Quando Mickey Mouse e Yoda finiscono nello stesso tribunale, significa che è successo qualcosa di grosso. Disney e Universal hanno unito le forze per fare causa a Midjourney. Il famoso generatore di immagini AI, infatti, sta creando versioni non autorizzate dei loro personaggi più famosi, e i due colossi di Hollywood non hanno alcuna intenzione di fargliela passare liscia.
Scoppia il caso legale tra Midjourney, Disney e Universal
Midjourney non è una startup qualunque. L’azienda di San Francisco ha fatturato 300 milioni di dollari l’anno scorso vendendo abbonamenti a milioni di utenti che vogliono creare immagini dall’aspetto professionale facendo semplicemente una descrizione. Basta digitare “Darth Vader che mangia un gelato” e in pochi secondi, il generatore sforna un’immagine che sembra uscita da un film di Star Wars.
Il problema, secondo Disney e Universal, è proprio questo. Midjourney è troppo bravo a ricreare i loro personaggi. La causa include decine di esempi: Buzz Lightyear che vola, Iron Man tra le nuvole, Bart Simpson in skateboard, i Minions che fanno i Minions. Immagini così fedeli agli originali che è difficile credere che siano state generate da zero…
David Holz, il CEO di Midjourney, aveva già affrontato la questione in un’intervista del 2022. All’epoca aveva candidamente ammesso di aver fatto un grande scraping di Internet, per addestrare il suo modello. Quando gli hanno chiesto se avesse chiesto il permesso agli artisti per usare le loro opere, la risposta è stata brutalmente onesta: “Non c’è davvero modo di ottenere cento milioni di immagini e sapere da dove vengono“. Non si è preoccupata quindi di verificare se quelle immagini fossero protette da copyright o chi ne fosse il proprietario.
Prima di finire in tribunale, Disney e Universal avevano tentato la via diplomatica. Hanno mandato lettere ai legali di Midjourney chiedendo di smettere di violare i loro diritti d’autore o almeno di implementare sistemi per bloccare la creazione di questi personaggi.
Disney ha ricevuto un vago “stiamo valutando la lettera” senza mai più avere notizie. Universal è stata completamente ignorata. Intanto Midjourney ha continuato a rilasciare nuove versioni del suo generatore, con risultati sempre più realistici.
Non si tratta solo di denaro, anche se Disney e Universal chiedono 150.000 dollari per ogni opera violata. È una questione di controllo su decenni di investimenti creativi e su personaggi che valgono miliardi. “Siamo ottimisti riguardo all’AI e su come possa essere usata responsabilmente come strumento per potenziare la creatività umana“, ha dichiarato Horacio Gutierrez, capo legale di Disney. “Ma la pirateria è pirateria, e il fatto che sia fatta da un’azienda AI non la rende meno illegale“.
È interessante notare che Midjourney ha già implementato filtri per bloccare contenuti violenti o nudità. Secondo Disney e Universal, questo dimostra che l’azienda ha la tecnologia per proteggere anche i diritti d’autore, ma semplicemente non vuole farlo.
Fair use: tana, libera tutti…
Di fronte alle accuse, Midjourney ha tirato in ballo il solito “fair use“, portandolo però all’estremo. Se un artista umano può ispirarsi a tutto quello che ha visto nella sua vita, perché un’AI non può fare lo stesso con Internet?
Quello che succederà nei prossimi mesi in questo tribunale della California potrebbe definire il futuro dell’AI generativa. Non solo per le immagini, ma per tutto: video, musica, testi, ecc. Le implicazioni sono enormi. L’AI può “imparare” da opere protette da copyright? Dove finisce l’ispirazione e inizia la copia? Chi possiede un’immagine generata dall’AI che assomiglia a Mickey Mouse?