DRM e Copyright, WIPO ci riprova

DRM e Copyright, WIPO ci riprova

I sostenitori dei diritti digitali temono il peggio: in Spagna i grandi broadcaster organizzano il colpaccio. In vista contenuti blindati, divieti di riproduzione e nuove forme di copyright esteso
I sostenitori dei diritti digitali temono il peggio: in Spagna i grandi broadcaster organizzano il colpaccio. In vista contenuti blindati, divieti di riproduzione e nuove forme di copyright esteso

Barcellona – La World Intellectual Property Organization (WIPO), agenzia delle Nazioni Unite che si occupa delle normative internazionali sulla proprietà intellettuale , si riunirà il prossimo 21 giugno nella capitale catalana per discutere nuovamente sul futuro del cosiddetto Broadcast Treaty : un trattato che conferisce alle emittenti digitali ben 50 anni di diritti esclusivi sui contenuti prodotti da terzi, l’obbligo di sistemi DRM ed il divieto di riproduzione .

Gli esperti provenienti da ogni parte del pianeta, politici e moltissimi rappresentanti dell’ industria radiofonica e televisiva europea approfitteranno dell’incontro di Barcellona per informare il pubblico sul possibile impatto di un aggiornamento del trattato. Il convegno, di tipo seminariale, è aperto al pubblico. Il titolo dell’evento sottolinea la natura didascalica ed illustrativa del meeting: ” Le Proposte del Trattato WIPO per la Protezione delle Emittenti: dalla Convenzione di Roma al Podcasting “, ovvero dalla nascita del moderno copyright fino alle ultime tecnologie per la distribuzione di audiovisivi su Internet.

Nonostante WIPO abbia fatto slittare ad agosto la decisione definitiva sul Broadcast Treaty , i membri di Electronic Frontier Foundation temono che l’appuntamento catalano possa già sortire un impatto decisivo, creando le condizioni favorevoli affinché “l’organizzazione possa distruggere la diffusione di contenuti online”.

“Il meeting di Barcellona sembra particolarmente pericoloso per il futuro della distribuzione via Internet”, dice Cory Doctorow sul blog Boing Boing , vicino alle posizioni di EFF, “specialmente perché il titolo dell’evento rimanda al podcasting, una delle tecnologie che WIPO aveva promesso di estromettere dal broadcast treaty “. L’organizzazione internazionale, infatti, aveva precedentemente deciso di sospendere ogni consultazione sul destino delle emittenti digitali che operano su Internet.

L’attuale bozza del Broadcast Treaty potrebbe cambiare radicalmente la cosiddetta cultura del remix , alla base di moltissime esperienze artistiche e collaborative di ultima generazione. Come fa notare James Boyle in un editoriale sul Financial Times , “i nuovi diritti d’autore previsti da WIPO si sovrappongono alla serie di diritti che già tutelano le singole opere trasmesse via etere, cavo o Internet”.

In base alle nuove norme, la riutilizzazione per fini giornalistici, documentativi od accademici di qualsiasi unità informativa, come ad esempio l’intervista di un politico rilasciata ad un telegiornale, diventerebbe subordinata al benestare della stessa emittente che ha trasmesso l’evento per prima. In poche parole, un programma satirico di successo come Blob, in onda su Raitre, diventerebbe tecnicamente illegale.

Un rischio considerevole per i moltissimi podcaster indipendenti, dice Doctorow, ma contemporaneamente un’ occasione imperdibile per i grandi gruppi dell’industria multimediale, che già da tempo guardano con interesse ai canali di distribuzione online, come ad esempio le piattaforme IPTV .

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
15 giu 2006
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