Droni, Walmart si mette in coda

Droni, Walmart si mette in coda

Anche la catena di supermercati sperimenta i droni per le consegne: una ragione in più per accelerare sulla normativa, che si sta confrontando con le prime controversie
Anche la catena di supermercati sperimenta i droni per le consegne: una ragione in più per accelerare sulla normativa, che si sta confrontando con le prime controversie

Wal-Mart Stores Inc ha chiesto ufficialmente alla Federal Aviation Administration (FAA), l’organismo che negli Stati Uniti monitora e vigila sui cieli, di poter testare droni da utilizzare per le consegne.

La catena di supermercati più grande al mondo per fatturato starebbe da mesi conducendo test interni su dispositivi a guida automatica (UAV) sviluppati dalla cinese SZ DJI Technology Co Ltd e adesso sarebbe dunque pronta per portare al livello successivo la sperimentazione, con l’obiettivo di integrare l’utilizzo dei droni all’interno del proprio business.

Walmart, peraltro, è solo l’ultima azienda che si unisce alla fila di quelle interessate a sperimentare propri droni per fini commerciali: nel corso degli ultimi mesi Amazon ha portato avanti i propri progetti per le consegne, Facebook e Google lavorano sui droni per la connettività e Sony è all’opera su un servizio dedicato alla sorveglianza e al monitoraggio.

È Amazon ad offrire il paragone più prossimo a Walmart: come l’azienda di Jeff Bezos, anche la catena di supermercati a stelle e strisce vuole sperimentare l’utilizzo commerciale dei suoi droni volanti principalmente per la consegna di pacchi. Oltre a questo la catena di supermercati sembra stia pensando di impiegarli per lo spostamento interno alla sua catena di prodotti, per meglio gestire i suoi centri di smistamento, nonché per raccogliere dati potenzialmente utili per le sue statistiche.

Walmart, d’altra parte, sembra muoversi proprio sulla scia di Amazon che si è fatta strada nella normativa statunitense di settore, che sembrava porre seri limiti alle capacità di utilizzo di droni come trasportatori (in particolare per il divieto di “lasciar cadere” oggetti a causa della paura di UAV utilizzati per trasportare armi o addirittura sganciare bombe) e si è anzi ritagliata uno spazio come voce nel dibattito su una riforma legislativa del settore.

Non si tratta dell’unico problema con gli UAV: nei giorni scorsi , per esempio, a Hollywod un drone ha sbattuto contro i cavi elettrici tagliando la fornitura di energia a centinaia di persone per ore ed il suo pilota resta – in mancanza di una registrazione del drone in un database ufficiale – sconosciuto; al contempo in nome dalle tutela della privacy un giudice del Kentucky ha stabilito il diritto ad abbattere il drone del proprio vicino nel caso sia avvistato in volo sopra alla sua proprietà.

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Pubblicato il
29 ott 2015
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