L’amministrazione Trump cerca in tutti i modi di evitare l’applicazione del Digital Services Act alle aziende statunitensi. Il 3 settembre è prevista un’udienza pubblica alla Camera dei Rappresentanti su questa presunta minaccia. Il portavoce della Commissione europea (Thomas Regnier) ha dichiarato che le accuse di censura sono completamente false. L’ex commissario per il mercato interno (Thierry Breton) ha invitato l’Europa a non sottomettersi alle volontà degli Stati Uniti.
Scontro digitale tra Europa e Stati Uniti
L’amministrazione statunitense ha criticato le leggi digitali europee (in particolare Digital Services Act e Digital Markets Act) fin dall’inizio del mandato presidenziale di Trump, in quanto penalizzerebbero esclusivamente le Big Tech, tra cui Meta, Apple, Google, X e Amazon. Il Digital Services Act (DSA) viene considerata una legge che impedisce la libertà di parola (censura) sancita dalla Costituzione degli Stati Uniti.
Trump ha minacciato di imporre nuovi dazi e restrizioni a paesi e funzionari europei. Teresa Ribera, commissaria per la concorrenza, ha comunicato che l’accordo commerciale non sarà più valido, se Trump passerà dalle parole ai fatti. Il portavoce Thomas Regnier ha dichiarato che le accuse di censura sono completamente infondate. Anzi è esattamente il contrario.
Meta e TikTok hanno rimosso oltre 16 milioni di contenuti nella seconda metà del 2024. Grazie al DSA (che vieta la rimozione ingiustificata), il 35% di essi è stato ripristinato. Questo è l’opposto della censura. Nonostante ciò, i politici repubblicani hanno organizzato un incontro alla Camera dei Rappresentanti dal titolo “Europe’s threat to American speech and innovation“. Tra gli invitati c’è anche Thierry Breton. L’ex commissario per il mercato intero ha contribuito alla scrittura delle leggi digitali europee.
Il portavoce della Commissione ha sottolineato che Breton non può partecipare senza autorizzazione. In ogni caso, gli ex commissari non possono divulgare informazioni coperti da segreto professionale. Breton ha però risposto alle accuse degli Stati Uniti con un articolo pubblicato su Le Figaro.
L’ex commissario ha evidenziato che le aziende statunitensi devono rispettare le regole europee se vogliono offrire e vendere i loro servizi. In caso contrario potranno ricevere sanzioni. Anche se Trump introdurrà nuovi dazi e restrizioni, l’Europa non deve accettare la sottomissione. Non deve modificare o eliminare le leggi digitali approvate a larga maggioranza solo per fare un piacere a Trump.