Prima o poi l’intelligenza artificiale cambierà il mondo del lavoro, sostituendo molte mansioni umane. Luis von Ahn, CEO di Duolingo, aveva deciso di anticipare i tempi. A fine mese scorso, infatti, aveva annunciato una svolta strategica verso l’AI, anche a costo di sacrificare alcuni insegnanti. Ma il malumore che ne è seguito ha placato, per così dire, il suo entusiasmo.
AI su Duolingo, gli utenti si ribellano e l’app cambia rotta
Quando Duolingo ha lanciato la sua strategia “AI first”, sui social è scoppiato il finimondo. Su Instagram e TikTok non si parlava d’altro: utenti furiosi che si lamentavano del peggioramento delle lezioni e dell’aspetto etico di sostituire persone vere con l’intelligenza artificiale. La situazione è degenerata al punto che molti hanno minacciato di cancellare l’app.
Duolingo, presa dal panico, ha iniziato a fare danni su danni: prima ha cancellato una valanga di post dai suoi profili social, poi ha pubblicato messaggi incomprensibili che hanno confuso ancora di più gli utenti.
Una gestione della crisi da manuale… al contrario.
Duolingo e il flop dell’AI
Dopo giorni di confusione totale, Duolingo ha dovuto fare marcia indietro. Luis von Ahn e altri dirigenti sono usciti allo scoperto per chiarire: l’AI non sostituirà nessuno, sarà solo un aiuto in più per i dipendenti.
Questa storia dovrebbe far riflettere tutte le aziende che stanno puntando sull’intelligenza artificiale. Non basta dire “ora facciamo tutto con l’AI” e aspettarsi gli applausi. Molti utenti, a quanto pare, preferiscono ancora sapere che dietro il servizio che usano ci sono persone vere, non solo algoritmi.