eBay, l'identità di Banksy vale un milione di dollari

eBay, l'identità di Banksy vale un milione di dollari

Un misterioso utente ha scatenato una folle asta online, promettendo al vincitore un pezzo di carta contenente il nome completo del re dei graffiti. La piattaforma ha cancellato la vendita
Un misterioso utente ha scatenato una folle asta online, promettendo al vincitore un pezzo di carta contenente il nome completo del re dei graffiti. La piattaforma ha cancellato la vendita

A cosa potrebbe servire un milione di dollari? Ad acquistare un elegante loft in centro o a viaggiare per tutta la vita, ma anche per scoprire la reale identità di Banksy , tra gli artisti metropolitani più famosi del mondo. Un milione di dollari per conoscere il nome completo del re dei graffiti , asceso alla ribalta internazionale per i suoi messaggi contro la guerra e il capitalismo di marca occidentale.

La vicenda è sicuramente tra le più curiose: un utente di eBay chiamato Jaybuysthings ha scatenato un’agguerrita quanto folle asta per ottenere un semplice nome completo. Jaybuysthings avrebbe scoperto la reale identità di Banksy mettendo in relazione le sue opere vendute (in particolare i relativi prezzi) con alcuni documenti fiscali facenti capo all’artista. L’utente ha poi rassicurato le menti più scettiche: l’identità sarebbe garantita e affidabile, veritiera al cento per cento .

Partita da una base di 3mila dollari, l’asta si è inaspettatamente accesa. Prima che i gestori di eBay la chiudessero per la mancata presenza di un bene tangibile. Ma Jaybuysthings ha poi avuto il colpo di genio, rimettendo all’asta un banalissimo pezzo di carta contenente nome e cognome di Banksy . Il vincitore avrebbe ricevuto il foglietto, con la presunta sicurezza di averlo nella più totale esclusività.

L’asta su eBay è dunque ripartita , arrivando – a 26 ore dal termine – alla colossale offerta di 999.999 dollari . Un milione di dollari per un nome su un foglietto di carta. Con una controindicazione piuttosto seria: non tutte le opere vendute farebbero poi capo a Banksy , che oltretutto ha più volte ammesso di non guadagnare alcunché dal merchandising a suo nome. Il sito d’aste fondato da Pierre Omidyar ha infine chiuso anche questa seconda, scatenata corsa online. Il segreto dell’artista pare sia ancora salvo.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 19 gen 2011
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