Electronic Arts, Riccitiello non è più CEO

Electronic Arts, Riccitiello non è più CEO

Il colosso dei videogiochi perde l'amministratore delegato, un uomo che si è sempre considerato un "giocatore" e che ha gestito l'etichetta negli anni più duri dal punto di vista finanziario
Il colosso dei videogiochi perde l'amministratore delegato, un uomo che si è sempre considerato un "giocatore" e che ha gestito l'etichetta negli anni più duri dal punto di vista finanziario

John Riccitiello non è più il CEO di Electronic Arts: il consiglio di amministrazione del publisher videoludico congeda l’amministratore delegato, appuntando Larry Probst – presidente del consiglio ed ex-CEO lui stesso – alla carica in attesa di un sostituto degno.

Riccitiello lascia dopo sei lunghi anni di “regno” che hanno visto EA capitolare in seguito alla recessione del 2008 e non riuscire a tornare mai ai livelli di capitalizzazione precedenti, un periodo temporale nel quale un publisher noto soprattutto per le sue serie sportive con cadenza annuale ha provato anche a scommettere su nuove esperienza videoludiche come Mirror’s Edge, Brutal Legend e Spore.

Sotto la guida di Riccitiello, Electronic Arts ha inoltre esteso il proprio possente braccio produttivo nel mobile e nella distribuzione dei videogiochi in formato digitale. Ma il publisher si è anche inimicato una fetta importante del suo potenziale pubblico, con il recente disastro del lancio di SimCity a rappresentare solo l’ultimo di una serie di incidenti che ora giustifica l’ umorismo tagliente dedicato all’ex-CEO nel momento della sua dipartita.

Nella sua lettera di commiato spedita ai dipendenti, Riccitiello si prende tutta la responsabilità di non aver raggiunto i risultati finanziari sperati: l’amministratore incensa il talento creativo di chi lavora con EA e dice che continuerà a essere un “fan” della corporation anche dal di fuori.

Al futuro CEO di EA spetterà un compito a dir poco arduo, vale a dire quello di riconquistare la fiducia perduta del pubblico e contemporaneamente di migliorare le performance del titolo in Borsa. Obietti per cui probabilmente non basterà regalare un gioco gratuito a chi si è scontrato con le palesi difficoltà di EA di fornire un servizio videoludico subito funzionante, come nel caso di SimCity.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 mar 2013
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